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03 apr 2007Celebrato il secondo anniversario della morte di Papa Vojtyla, consegnati alla Congregazione per le cause dei santi i fascioli, dopo la procedura per la beatificazione.

CITTA' DEL VATICANO, 2 APR - (Italia Estera) - Migliaia di fedeli hanno affollato la  Basilica di San Giovanni in Laterano, dove si  è conclusa, con una cerimonia solenne in latino, la fase diocesana del processo di beatificazione di Giovanni Paolo II. Il rito è stato guidato dal vicario del Papa per Roma cardinale Camillo Ruini. Presenti numerosissimi esponenti del collegio cardinalizio, autorità, politici, anche il presidente polacco Lech Kaczynski.
 
Tutti i fascicoli riguardanti il papa polacco, di cui oggi ricorre il secondo anniversario della morte, sono stati consegnati alla Congregazione vaticana per le cause dei santi.
 
La prima procedura per la chiusura della fase diocesana per la causa di beatificazione di Giovanni Paolo II  si è conclusa in 20 minuti.
Nella basilica di San Giovanni in Laterano il notaio ha dato lettura, in latino, della rilevazione "dell'intera documentazione processuale" e, constatato che "il promotore di giustizia non ha nulla da obiettare", ha affidato gli "atti autografi integri ed autentici al postulatore" perché questi li trasferisca alla Congregazione vaticana delle cause dei santi.
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Successivamente il postulatore Slawomir Oder, sempre in latino ha recepito l'incarico di custodire gli scritti e i documenti della causa e il plico delle lettere di accompagnamento. Notaio e postulatore hanno quindi firmato insieme al cardinale vicario Camillo Ruini, ai giudici e al promotore di giustizia.
 
Suor Marie Simon-Pierre, la religiosa francese guarita dal morbo di Parkinson grazie all'intercessione di Giovanni Paolo II, (NELLA FOTO) è stata presente alla cerimonia. La religiosa era seduta in una delle prime file della Basilica.
 
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Il cardinale Camillo Ruini, ha pronunciato un discorso in chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione di Giovanni Paolo II.  Per il vicario del pontefice, il Papa polacco si è opposto "con un coraggio che non ha conosciuto ostacoli alle molteplici minacce che pesano sull' umanità del nostro tempo" e lo ha fatto mosso dalla "medesima sintesi di fede in Cristo e di amore e passione per l'uomo".
 
Il cardinale Camillo Ruini ha voluto ricordare come Giovanni Paolo II, che già da bimbo e da giovane soffrì per la perdita dei familiari, per la guerra e per cause fisiche, negli ultimi anni della propria vita ha nuovamente "sofferto nella carne e sofferto nello spirito, vedendosi sempre più spesso obbligato a ridurre gli impegni della sua missione".
Ruini ha raccontato di essere stato personalmente "testimone del dispiacere che gli ha procurato il dover interrompere, quando le aveva quasi portate a termine, le visite alle 333 parrocchie romane".
Ruini ha anche ricordato che il Papa polacco sopportava "la malattia e il dolore fisico con grande serenità e pazienza" e che "certo dei segni di impazienza affioravano, ma non per il dolore quanto piuttosto per l'angustia e la limitazione che gli procurava l'insufficienza motoria". Il cardinal Ruini, che per il suo discorso di oggi ha citato spesso il libro del cardinale Stanislao Dziwisz, 'Una vita con il secondo anniversario della morte, sono stati consegnati alla Congregazione vaticana per le cause dei santi.
Karol', ha anche ricordato che Wojtyla aveva spesso presente il pensiero della morte e cominciò a scrivere il proprio testamento durante gli esercizi spirituali del 1979. 
 
Il cardinal cardinale  Ruini ha anche detto che l’aver chiuso la fase diocesana del processo di beatificazione di Giovanni Paolo II "in soli 21 mesi è stata una impresa di grande portata". "Ma - ha aggiunto - mi permetto di dire che è stata anche un'impresa stimolante ed entusiasmante, perché dal contatto con Karol Wojtyla è emerso e continua ad emergere un fiume di stimoli a vivere il Vangelo: in questo senso oserei affermare che il nostro lavoro di questi 21 mesi è stato perfino facile, della facilità delle imprese che portano gioia". Un applauso, prolungato e caloroso, ha concluso il discorso di  Ruini .
 
IL CARDINALE DZIWISZ PARLA CON I GIORNALISTI
il cardinale Stanislao Dziwisz, arcivescovo di Cracovia e per 40 anni segretario di Karol Wojtyla ha risposto ai giornalisti al termine del rito in San Giovanni .
Alla osservazione che egli stesso ha più volte chiamato santo Giovanni Paolo II, l'arcivescovo di Cracovia ha detto: "Lo chiamo santo io e lo chiama santo anche il Papa, tutti proclamiamo che lui è Santo, noi crediamo che sia santo, ma ora aspettiamo il processo dell'annuncio pubblico".
L'arcivescovo di Cracovia non ha invece risposto alla domanda se il 16 ottobre 2008 possa essere una data possibile per la canonizzazione di Papa Wojtyla. In quella data cadrebbero i 30 anni dalla elezione a Pontefice dell'arcivescovo polacco.
Alla domanda su quali siano i suoi sentimenti oggi il cardinale Dziwisz ha detto di provare "una grande emozione: oggi - ha detto - il cardinale Ruini davanti al popolo di Dio ha riassunto la figura di questo grande Papa". "Tanta gente - ha aggiunto - è qui oggi perché la gente lo ama e anche lui ama la gente e il mondo, è un amore reciproco tra il Papa e i fedeli".
Alla domanda se il cardinale Dziwisz abbia un colloquio con il Papa defunto, Dziwisz ha replicato: "Più che parlare chiedo di aiutarmi dei momenti difficili e lui mi aiuta sempre".
Alla domanda se 40 anni fa avrebbe mai immaginato un momento come questo il segretario di Papa Wojtyla ha sorriso e ha aggiunto: "Da quando era mio professore ho sempre percepito la eccezionalità della sua figura".
 
LA CELEBRAZIONE NELLE GROTTE VATICANE
Di primo mattino intanto, con una cerimonia di grande commozione e intensità il cardinale di Cracovia Stanislao Dziwisz, ha celebrato una messa nelle grotte vaticane per il pontefice defunto.
"E' tornato nella Casa del Padre, ma continua a essere presente nella vita della Chiesa... nessuno come lui ha lottato per la dignità di ogni uomo e di ogni donna e del genere umano", ha detto il porporato, che per oltre 40 anni ha vissuto, come segretario personale, al fianco di Wojtyla. "Due anni fa moriva Giovanni Paolo II. Una partenza per la casa del Padre che è stata vissuta sotto gli occhi di tutti, accompagnata da un affetto e da un dolore grande ma anche dalla preghiera, dalla solidarietà e dalla riconoscenza verso il Santo Padre morente", ha rievocato Dziwisz nell'omelia. "E' tornato nella casa del Padre - ha aggiunto il cardinale - ma continua a essere presente nella vita della Chiesa. Il primo testimone di questo è papa Benedetto XVI. Giovanni Paolo ha lasciato alla Chiesa universale encicliche, numerose esortazioni ed omelie ma anche la consapevolezza di come la sua vita è stata un dono di santità che arricchisce l'intera Chiesa ed è questa la sfida per ognuno di noi oggi, a seguire la sua stessa strada".
 
"Quotidianamente noi vediamo - ha concluso il card. Dziwisz come il suo messaggio rimane attuale. Egli è stato il papa della vita, dal concepimento fino alla morte naturale. Nessuno come lui ha lottato per questo e per la dignità di ogni uomo e di ogni donna e del genere umano".
 
Il card. Dziwisz nelle settimane scorse aveva auspicato che, nell'iter per portare Wojtyla agli onori degli altari, si potesse saltare la tappa della beatificazione (un beato è riconosciuto a livello locale) per passare subito a quella della canonizzazione (un santo è venerato da tutta la Chiesa universale).
 
 Dal Vaticano avevano però risposto che la causa di Giovanni Paolo II avrebbe seguito un cammino normale, anche se veloce. "Per noi è già santo, ma rispettiamo i tempi e le regole della Santa Sede", ha detto stamane il cardinale di Cracovia
 
LA MESSA DI BENEDETTO XVI SUL SAGRATO DI SAN PIETRO
Papa Ratzinger, alla testa di una processione di cardinali, ha raggiunto l'altare sul sagrato di San Pietro e ha celebrato la messa in ricordo del secondo anniversario della morte del suo predecessore, Karol Wojtyla.
Come avvenne il giorno dei funerali, due anni fa, la processione cardinalizia guidata dal papa è uscita dal portone di bronzo del palazzo pontificio. Benedetto XVI e i porporati indossano i classici paramenti viola del tempo di quaresima.
 
Il processo di beatificazione di Karol Wojtyla "progredisce speditamente": lo ha detto papa Ratzinger durante la messa celebrata stasera a Piazza San Pietro in ricordo del secondo anniversario della morte del suo predecessore. "Servo di Dio: questo egli è stato - ha detto Benedetto XVI - e così lo chiamiamo ora nella Chiesa, mentre speditamente progredisce il suo processo di beatificazione, di cui è stata chiusa proprio questa mattina l'inchiesta diocesana sulla vita, le virtù e la fama di santità". "Servo di Dio - ha proseguito Ratzinger - un titolo particolarmente appropriato per lui".
Papa Benedetto XVI ha anche detto che la dimensione "universale" di Karol Wojtyla ha raggiunto "la massima espansione nel momento della morte, avvenimento che il mondo intero ha vissuto con una partecipazione mai vista nella storia". Ratzinger ha preso spunto dal vangelo di Giovanni, quando viene raccontato l'episodio di Maria di Betania che cosparse di profumo i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli. Quel 2 aprile del 2005, ha rievocato il Papa- 'il profumo della fede, della speranza e della carita' del papa riempì la sua casa, riempì piazza San Pietro, riempì la Chiesa e si propagò al mondo intero.
 
IL PRESIDENTE POLACCO DICE: SANTO ENTRO IL 2010
Il presidente della Repubblica polacca, Lech Kaczynski, che dopo un colloquio con il cardinale Bertone, si dice convinto che entro il 2010 Wojtyla potrà essere santo,  ha deposto un mazzo di fiori bianchi e si è inginocchiato sulla tomba di Giovanni Paolo II insieme all'arcivescovo di Cracovia, cardinale Stanislao Dziwisz, al termine della veglia di preghiera nelle Grotte vaticane con i giovani
 
Chiudendo la recita del Rosario e la veglia di preghiera il cardinale Dziwisz ha salutato i giovani ricordando i momenti della morte del papa polacco, di cui è stato segretario personale per 40 anni. "Lui vi ha cercati - ha detto - e voi siete venuti per stare con lui. Lui parla al mondo anche tramite voi. Siate sempre, come lui vi aveva chiamato, le 'sentinelle del mattino' ". L'arcivescovo di Cracovia ha voluto anche ringraziare l'attuale Papa, Benedetto XVI, per la fedeltà e il continuo ricordo riservato al suo predecessore.
(Italia Estera) -



 
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