Roma, 26 MAR (Italia Estera) – Riceviamo e pubblichiamo:
La RAI, non paga di aver a suo tempo inondato di falsità le case degli italiani -che pagano il canone- con la fiction "CEFALONIA", la riproporrà nei giorni 24 e 25 Aprile 2007.
I telespettatori avranno così modo di rileggere il seguente FALSO STORICO campeggiante nei titoli di coda: "I SOPRAVVISSUTI FURONO 1.286. MANCAVANO ALL'APPELLO 9250 SOLDATI E 390 UFFICIALI".
Questa colossale bugia -di 9.640 (novemilaseicentoquaranta) Morti (1)- smentita ormai oltre che dallo scrivente, da tutti gli studiosi "seri" -cito per tutti Rochat- sarà di nuovo propinata agli ignari telespettatori da una RAI che pretende di raccontare la storia pur dimostrando ampiamente di essere -sull'argomento in questione- solo una fucina di ignoranti.
In un paese serio ciò non avverrebbe, ma in Italia tutto è lecito anche raccontare ‘panzane’ in televisione noncuranti delle critiche come sarebbe avvenuto durante il fascismo o avveniva nell'Unione Sovietica i cui sistemi, la RAI, molto diligentemente sta applicando.
All'obiezione avanzata dai sostenitori di dette ‘panzane’ secondo cui anche 'un solo morto" è un fatto gravissimo rispondo che concordo pienamente ma faccio altresì osservare che la matematica è una scienza esatta e non un opinione per cui 5 è 5, non 500 o 5000 e pertanto se si descrive qualcosa o meglio si costruisce un mito proprio in termini numerici occorre farlo o cercare di farlo nel modo piu' preciso possibile.
Chi ritiene che i numeri non contino – o abbiano un valore relativo - dovrebbe astenersi dall’ utilizzarli o, volendo farlo, deve tener conto della loro esattezza e non sparare cifre a caso -tutte di entità colossale- senza curarsi della rispondenza alla realtà di tali dati tanto ...ormai l'opinione pubblica è stata ubriacata dalla ‘favola’ dell'eccidio ciclopico e quindi è inutile approfondire: e chi lo fa è uno sporco revisionista, possibilmente anche reazionario fascista come chi scrive, anche se i crucchi gli hanno ammazzato il Padre in una vile rappresaglia contro gli Ufficiali da cui la truppa fu esclusa se non altro perchè fucilare 5 o 6 o 7000 uomini avrebbe richiesto -come da calcoli effettuati- da un minimo di 6 (sei) giorni filati -cioè 24 ore senza interruzione- a un massimo di 10 (dieci) senza contare poi le 'operazioni' di smaltimento dei cadaveri.
Ciò potrebbe anche essere credibile, essendo stati i nazisti capaci di questo e altro, ma non può essere avvenuto a Cefalonia per il semplice fatto che le fucilazioni post - resa avvennero il 24 e 25 settembre (il 25 poi, furono fucilati 'solo' 7 ufficiali tra cui mio Padre).
Ergo: in 48 ore non sarebbe stato possibile ammazzare da 5000 a 9000 persone facendone nel contempo sparire i cadaveri buttandoli in mare o seppellendoli o bruciandoli o in altro modo.
E' un’assurdità che non sta assolutamente in piedi e pertanto i signori che ‘sparano’ cifre di questa portata lo fanno o senza riflettere o più probabilmente per motivi ideologici con l’aggravante, questi ultimi, di non fornire, ostentatamente, alcun riscontro delle loro affermazioni poichè si sentono ancora padroni della vulgata storica senza accorgersi, però, che l'inverecondo ammasso di frottole da loro raccontato su Cefalonia gli si sta pian piano ritorcendo contro.
Non sarebbe male per costoro fare un esame di coscienza prima che ciò avvenga, ma non nutriamo molte speranze: le facce di bronzo, come si sa, sono inossidabili.
Massimo Filippini/Italia Estera
(1)
A proposito di tale cifra assolutamente inventata sarà utile leggere la lettera di rettifica da me inviata a LA STAMPA, (che è un pio desiderio sperare che sia pubblicata), riguardo alle affermazioni ‘autoreferenti’ di A. Caruso nel suo articolo “Cefalonia, ancora menzogne’ del 1 marzo u. s. in cui egli definisce ‘menzogne’ le mie ricerche sui dati numerici di Cefalonia:
ALLA CORTESE ATTENZIONE DEL DIRETTORE DE “LA STAMPA”
Mi riferisco all'articolo "Cefalonia ancora menzogne" del 1 marzo u. s. in cui A. Caruso definisce una menzogna l'accertamento da me compiuto, anche se non si degna di nominarmi, che le Vittime di Cefalonia - TRA CUI VI FU MIO PADRE - sulla base di documenti esistenti negli Archivi dell'Esercito furono circa 1600 e non 9 o 10.000 di cui si è scritto, senza la minima prova documentale, da molti compreso lui.
Poichè egli parla con sicumera quanto meno temeraria - non risultando che sia il portatore del verbo sull' argomento - lo invito a fornire pubblicamente le PROVE di quanto afferma non bastando a giustificare le sue asserzioni un vago ed inutile riferimento ai bollettini tedeschi quando, invece, i dati numerici dei Caduti sono reperibili -con tanto di nomi e cognomi- all'Ufficio Storico dell'Esercito dove è imperdonabile che uno 'storico' come lui, non abbia compiuto le doverose ricerche sull'argomento mentre, con tono di chi la sa lunga, sbeffeggia chi le ha fatte.
Lungi da me il voler polemizzare ma un invito ad aggiornarsi -questo sì- glielo voglio rivolgere, soprattutto a scanso di ulteriori brutte figure che spero eviti tenendo presente anche quanto ha scritto uno studioso dei fatti come il prof. Giorgio Rochat che in una recente intervista ha affermato che "i 9 o 10 o 11000 morti di cui si parla sono invenzioni tirate fuori da gente che non ha capacità storica e somma tutte le cifre possibili" rivedendo drasticamente - a sua volta - le cifre alla 'Caruso' da lui fatte in precedenza.
Credo che, per chi vuole capire, ciò sia sufficiente.
Chiedo la pubblicazione della presente anche per evitare al giornale da Lei diretto di divulgare versioni quanto meno inesatte dei fatti di Cefalonia.
Distinti Saluti
avv. Massimo Filippini - Orfano di un Martire di Cefalonia
Curatore del sito www.cefalonia.it
Autore de:
"La vera storia dell'eccidio di Cefalonia" 1998 e 2001
"La tragedia di cefalonia Una verità scomoda" 2004
"I Caduti di cefalonia: fine di un Mito" 2006
Nella foto scattata a Cefalonia prima dell’eccidio (da sin.) Il gen. Antonio GANDIN, com.te della "Acqui", il cap. Piero GAZZETTI, addetto all'Uff. Assistenza del Comando di Divisione e il ten. col. Ernesto CESSARI, com.te del 17° regg. Fanteria tutti passati per le armi. ( tratta dal libro di Massimo Filippini “La tragedia di Cefalonia”)