Editoriale pubblicato, in occasione del cinquantenario del Trattato di Roma, nel numero di marzo della rivista della Camera di Commercio e Industria Italo-Ceca ''Progetto Repubblica Ceca''.
PRAGA, 26 MAR (Italia Estera) - E´ con questa domanda retorica che l´oratore euroscettico di un imprecisato convegno si rivolge ad un pubblico che, pragmaticamente, comincia a rispondergli, prima con timidezza, poi con maggiore convinzione: "pace", "sicurezza" , etc.
Ma l´oratore, senza battere ciglio, continua: "d´accordo, ma a parte una pace stabile, leggi avanzate per la tutela dell’ambiente e la sicurezza, un mercato libero da dazi, la libera circolazione di persone, merci, capitali, la moneta unica, i fondi per lo sviluppo regionale e la formazione, oltre un milione di giovani che hanno fatto esperienze di studio all’estero, etc. …. cosa ha fatto mai per noi l‘Europa?"
E´ un simpatico e un po’ provocatorio cartoon che potete trovare sul sito www.whathaseuropedone.org, parte della campagna Speak up Europe per la sensibilizzazione dei cittadini europei sui benefici concreti del processo di integrazione economica e politica.
Personaggi immaginari quindi, anche se la sensazione di aver assistito a dibattiti di questo tipo, anche qui in Repubblica Ceca, non ci pare proprio campata in aria. E a quasi tre anni dall’adesione, seppur smentite nelle loro previsioni da un’economia in crescita senza precedenti, le posizioni contrarie all’unita’ politica europea e al concetto stesso di cittadinanza europea, qui in Repubblica Ceca, non mancano.
Ci chiediamo se sia politicamente adeguato al nostro tempo di globalizzazione, dove mercati e stati nazionali si indeboliscono ed emergono le contraddizioni legate alla presenza di reti economiche globali, dove ci dobbiamo confrontare con potenze emergenti quali Cina e India, indugiare ancora nella costruzione di uno spazio politico europeo transnazionale.
Sono ipotizzabili, ad esempio, politiche per la ricerca, per il sostegno alla competitività delle nostre PMI, che non siano coordinate e finanziate su scala europea?
Proprio in questo mese di marzo ricorre il cinquantesimo anniversario del Trattato di Roma. E il 2007 è anche il centenario della nascita di Altiero Spinelli, fautore degli Stati Uniti d’Europa. Speriamo rappresentino, in questo momento delicato di riflessione sulle sorti del Trattato Costituzionale, occasioni di rilancio del progetto di unità europea. Come disse uno dei padri fondatori, Jean Monnet, già nell’ immediato dopoguerra, "Non possiamo fermarci quando attorno a noi il mondo intero è in movimento".
Non diciamo che L’Europa non presenti difetti e carenze: burocratismo e distanza dai cittadini in primo luogo. Ma questi sembrano riconducibili più ai provincialismi che ancora permangono tra gli stati nazionali che all’integrazione.
La campagna Speak up Europe va a toccare proprio un punto critico del progetto di unita´ europea: la comunicazione ai cittadini, la trasmissione della consapevolezza non solo di quello che l´Unione Europea potrà essere ma di quanto concretamente abbia già realizzato.
Comunicazione, quindi simboli. Anche così si mettono insieme i mattoni della casa comune europea. Ecco perché, da persone che vivono e lavorano in questo splendido Paese, ci piacerebbe vedere al Castello di Praga, così com’e’ in tutte le sedi presidenziali, accanto alla bandiera nazionale, anche quella dell’Unione Europea. Ci sentiremmo, da cittadini europei, più a casa.
Federico Oggian /Italia Estera