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16 mar 2007“CGIE sì CGIE no” interviene Melo Cicala

WASHINGTON, 16 MAR  (Italia Estera) -  Melo Cicala, presidente del Comites di Washington e fino a pochi giorni fa presidente dell’Intercomites degli Stati Uniti, nei giorni scorsi aveva dibattuto il problema CGIE con alcune sue proposte (Vedi Italia Estera) ritorna nel dibattito “CGIE sì  CGIE no” con queste sue osservazioni:
 
Mentre nutrivo questa speranza che il "programma Cicala" riscontrasse un certo consenso, mai mi aspettaavo la valanga di partecipazione che abbiamo riscontrato nei giorni appena trascorsi. Da simpatizzanti e non, da parte di Consiglieri e colleghi dei Comites, da tutte le parti del globo, tutti d'accordo che il CGIE e' delegittimato, paralizzato e che non puo' continuare ad esistere nelle condizioni che si sono create.
Finalmente si comincia a prlare all'unisono di abrogazione della legge istitutiva, che tocca al Parlamento di esprimersi con una legge che stabilisca il modo in cui i concittadini residenti all'estero saranno rappresentati.
Noi continuiamo a dire che questo deve realizzarsi con l'espressione del voto alle urne, con l'elezione dei Comites, con un comitato esecutivo che, da e tra loro eletto, serva da raccordo con la collettivita' e i Parlamentari da essa eletti. In pieno rispetto delle regole di una Democrazia quale l'Italia e'.
E' inconcepibile violare l'espressione, il mandato, la fiducia accordata agli eletti con l'aggiunta all'organismo eletto di altri componenti per nomina, a qualsiasi livello.
Sembra che si  sia arrivati ad una conclusione che una svolta sia necessaria, e che questa svolta puo' realizzarsi solo per volonta' del Parlamento, e quindi e' nell'interesse comune che questo accada al piu presto possibile, perche' se cosi non fosse, il CGIE, delegittimato da Comites, Tribunali, opinione pubblica, continuera' a barcollare senza nulla concludere eccetto che sperperare denaro pubblico, giustificandosi dal fatto che la legge che li ha creati e' ancora vigente. Occorre una mossa di volonta' per riconoscere che il tempo e' scaduto.
E allora lancio un appello ai consiglieri di buona volonta' (che ce ne sono parecchi) di autosciogliere il CGIE, senza piu' aspettare che lo faccia il Parlamento. Costringere il Parlamento a considerare una nuova legge.
 A parte gli "anomali" per nomina, di cui nove sono gia' stati eliminati dalla sentenza del TAR, a parte i consiglieri per i quali il CGIE durante questi anni passati altro non e' stato che un trampolino di lancio per piu' alte ambizioni politiche ed altri che non essendoci riusciti a fare il salto di qualita',  ora vorrebbero preservare quest'organismo inutile per preservare le loro poltrone e continuare a fare i "consiglieri (CGIE) di professione" (come ci ha fatto notare il Consigliere del Comites  Francesco Paolo Catania portando alla nostra attenzione l'Art 12) esiste nell'ambito del presente CGIE un numero significativo di consiglieri, prima eletti ai loro rispettivi Comites, e successivamente eletti dai loro colleghi a rappresentarli al secondo livello, ai quali propongo di dimmettersi in massa, negando il quorum stabilito per la leggittimita' del loro operato, non prima di  aver cancellato tutto il programma di attivita' gia' preannunciata, risparmiando cosi tempo e denaro.
Quale ampia e tangibile dimostrazione di onesta' intellettuale sarebbe questa.
Uno schiaffo morale a noi che da sempre, e non senza ragione, critichiamo quest'organismo..
 Non abbiamo bisogno di sentire la retorica del nuovo segretario generale Carozza,  al quale non aggiungo commenti a quelli gia' manifestati da colleghi simpatizzanti al "programma Cicala", e non solo. Mi limito a questo:
On.le Segratario bisogna accelerare i tempi, smettiamola di temporeggiare
e nel frattempo, in nome di una legge che siamo tutti d'accordo deve essere rivista, continuare a sperperare denaro per viaggi fantasmagorici, conferenze senza frutto, inutili. Avete parlato di riforma del CGIE dall'interno: cominciate subito con l'auto scioglimento, tanto nel presente stato delle cose, se prima
concludevate poco, ora concluderete meno, e noi non vi daremo tregua; prima chiudete bottega e prima si potra' cominciare a vita nuova. Poi, quando il CGIE non ci sara' piu' cominceremo ad ampliare le nostre proposte a chi si occupera' di stilare una nuova legge che sia consona con i desideri e diritti dei concittadini che vivono oltreconfine. I cittadini che vivono all'estero vogliono e devono partecipare al processo di stesura della legge, ancor piu' che dei concittadini che vivono all'interno dei confini della nostra Patria. Siamo adulti e vaccinati, intellettualmente maturi, e capaci
di contribuire, al contrario di quanto qualche pseudo sapientone, a mo di grande fratello, vobbere dare ad intendere.
 
Melo Cicala, Washington DC USA/Italia Estera



 
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