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08 mar 2007FESTA DELLA DONNA 2007, DONNE ED EMIGRAZIONE OMAGGIO ALLE DONNE MIGRANTI DEGLI ANNI ‘60

SION (SVIZZERA) 8 MAR. (Italia Estera) - Le donne della Comunità italiana di Sierre, con il patrocinio dell’Agenzia consolare d’Italia di Sion, del Com.It.Es (Comitato degli Italiani all’Estero) del Vallese¸del Segretariato per le Pari opportunità e per la Famiglia del Cantone Vallese; del Servizio dello Stato civile e degli Stranieri ; dell’ Integrazione del Cantone Vallese; dell’Espace Interculturel di Sierre; della Missione Cattolica Italiana e delle Parrocchie del settore di Sierre, organizzano Domenica 11 marzo 2007, alle ore 14,00 presso la SALA DEL TEMPIO PROTESTANTE DI SIERRE Avenue de France,  la  “Festa della donna 2007 sul tema : Donne ed emigrazione – Omaggio alle donne migranti degli anni ‘60.
 
Per decenni l’emigrazione femminile è stata ignorata. Gli uomini partivano in cerca di una vita migliore e le donne rimanevano da sole al paese, con grandi responsabilità familiari.
 
Erano chiamate “le vedove bianche”, quelle mogli di emigranti diretti in ogni parte del mondo, mogli relegate per anni nell’ombra.
Hanno saputo affrontare da sole e con coraggio l’educazione dei figli, hanno saputo assumere con amore e dedizione il compito di accompagnare i loro anziani nella sofferenza e nella malattia, hanno saputo far fronte con determinazione e sacrificio alle difficoltà morali e materiali di una vita di separazioni e di rinunce.
 
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, tra le decine di miglia di emigranti che partivano verso il Belgio, la Germania, la Svizzera c’erano anche tante donne. Donne che hanno condiviso il disagio, le difficoltà, il lavoro pesante, la nostalgia dei loro cari, la marginalità sociale dovuta all’incomprensione di culture differenti e di lingue sconosciute, la diffidenza delle popolazioni locali rispetto a questi “nuovi arrivati dal sud”.
 
L’emigrazione ha pesato su tutti, ma in modo particolare sulle donne che, oltre a svolgere il ruolo di lavoratrici, hanno compiuto il ruolo di madri e mogli, il ruolo di mediatrici culturali e sociali tra la loro famiglia ed il paese di accoglienza, nell’intento d’inserire i loro figli nella scuola e nella società, per offrire loro quelle uguaglianze di possibilità, nella prospettiva di un futuro migliore, di una effettiva ed efficace integrazione.
 
Questo capitolo fa parte ormai del passato, ma non va dimenticato perché rappresenta la nostra storia, il nostro DNA. Testimonianza perenne del sacrificio di intere generazioni.
 
Oggi, grazie anche e soprattutto a questo, i processi d’integrazione in Svizzera hanno ridotto le marginalità sociali e culturali per le comunità di migranti di più antica integrazione, come ad esempio per quella italiana. Ciò sta permettendo alle nuove generazioni un migliore inserimento professionale e sociale, aprendo anche ampi spazi sul piano della partecipazione alla vita politica, almeno per coloro che hanno la doppia nazionalità. In Vallese su 18'000 cittadini italiani residenti, almeno il 50% hanno anche la cittadinanza svizzera.
 
Rimane aperta la questione delle nuove migrazioni, che trovano le stesse difficoltà incontrate da noi 50 anni fa. Ad essi va la nostra solidarietà ed il nostro sostegno attivo per superare steccati ed incomprensioni, afferma il presidente del Comites Vallese Domeno Mesiano. Ad essi deve andare il nostro aiuto per non dimenticare chi eravamo, da dove venivamo, per rendere attuale e dare ancora un senso ai sacrifici dei nostri padri, per rendere viva ed attuale la nostra storia.
 
 
Mesiano conclude affermando: “non dobbiamo dimenticare che le donne di quell’epoca hanno dato un contributo importante alla sviluppo economico e sociale di cui noi tutti oggi beneficiamo nella nostra quotidianità.” A loro è dedicata la nostra giornata festiva, la giornata della donna 2007. A loro va la nostra riconoscenza e gratitudine.”(Italia Estera) -
 



 
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