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06 mar 2007Il 22º Festival internazionale del Cinema di Mar del Plata dall’ 8 al 18 marzo Il Premio Astor d’oro a Mario Monicelli

Servizio di Gloria Maria Ricciardi
MAR DEL PLATA 6 MAR.   Il celebre regista italiano Mario Monicelli è uno  dei fondatori della Commedia all’italiana come referisce Nestor Terri. Monicelli è considerato uno dei registi più importanti dell’Italia del  XX secolo.Veramente eccezionale la sua carriera. Dall’anno 1935 ha realizzato moltiplici pellicole tra le quali  "L’armata Brancaleone" e "Un borghese piccolo piccolo".
In questa edizione del Festival presenterà il suo ultimo film: "Le rose del deserto" (2006)
Alla inaugurazione del 22º -festival Internazionale del cinema di Mar del Plata gli sarà consegnato il Premio Astor d’Oro  alla carriera.
sabato prossimo10 Marzo il grande  regista italiano terrà una cattedra magistrale alla quale la partecipazione sarà libera e gratuita.
Nella sezione -Italia en Foco- saranno presenti: La strada di Levi di Davide Ferraio; Lettere del Sahara di Vittorio di Seta; La ragione di un sogno di Pisolini; Quijote" di Mimmo Paladino; Per non dimenticarti di Mariantonia Avati; Tre giorni di anarchia di Vito Zagarrio; Nuovomondo di Alvatori Crialese.
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CHI E' MARIO MONICELLI
Mario Monicelli nasce a Viareggio nel 1915. Figlio del critico teatrale e giornalista Tommaso, si laureò in storia e filosofia: critico cinematografico dal 1932, ebbe l'occasione di dirigere due anni dopo - assieme all'amico Alberto Mondadori - il cortometraggio "Cuore rivelatore", cui fece seguito sempre nel '34 il mediometraggio muto "I ragazzi della via Paal", presentato e premiato a Venezia.
Sotto lo pseudonimo di Michele Badiek diresse nel 1937 il suo primo lungometraggio, "Pioggia d'estate": negli anni compresi fra il 1939 ed il 1949 fu attivissimo come aiuto e sceneggiatore, collaborando alla realizzazione di una quarantina di titoli, tutti d'un certo interesse.
Fece ritorno dietro la macchina da presa nel '49 - dando il via ad una felice collaborazione con Steno - ed in quattro anni diresse ben otto film, tra cui il celeberrimo "Guardie e ladri" (1951).
Dal 1953 ha iniziato a lavorare in proprio, pur senza disdegnare l'attività di sceneggiatore che lo ha condotto a scrivere per molti altri cineasti.
La sua ricchissima filmografia annovera grandi successi di pubblico e di critica, e molte sue pellicole fanno ormai parte della storia della cinematografia italiana: basti ricordare "I soliti ignoti" (1958), che impose Vittorio Gassman nelle inedite vesti di attor comico, "La grande guerra" (1959), Leone d'oro a Venezia e nomination all'Oscar, "I compagni" (1963), altra nomination, "L'armata Brancaleone" (1965),  originale nello spunto e vincitore di innumerevoli premi,"La ragazza con la pistola" (1968), terza nomination all'Oscar, "Amici miei" (1975), da un'idea di Pietro Germi, "Un borghese piccolo piccolo" (1977), con un Sordida antologia, "Speriamo che sia femmina" (1986), amatissimo dalla critica.
E' stato anche regista teatrale, commediografo, regista televisivo, occasionalmente attore (ne "L'allegro marciapiede dei delitti", 1979, ed in "Sono fotogenico", 1980); nel 1991 gli è stato conferito il Leone d'oro alla carriera.
Nel 1992 gira "Parenti serpenti" e nel 1994 "Cari fottutissimi amici" che riceve una menzione speciale al Festival di Berlino. Nel 1999 ha diretto il documentario "Amico magico: il maestro Nino Rota" e nel 2000 il film per la televisione "Come quando fuori piove".
Nel 2004 esce nelle sale "Sotto il cielo della Toscana", film scritto e diretto da Audrey Wells, nel quale c'è posto anche per un delizioso cammeo di Mario Monicelli.
A 92 anni ha affrontato il caldo del deserto tunisino per girare il film Le rose del deserto (2006), su una divisione medica italiana mandata allo sbaraglio, a combattere nel deserto libico.
Stimato dalla critica e amato dal pubblico, Mario Monicelli non ha mai rinunciato al compromesso tra il cinema d'autore e le esigenze del botteghino e ha creato nella sua lunga e fruttuosa carriera una serie indimenticabile di personaggi e con la sua opera esaminata nel complesso un affresco, amaro e ironico al tempo stesso, dell'Italia e della sua proverbiale arte di arrangiarsi.
Gloria Maria Ricciardi/Italia Estera



 
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