ROMA, 1 MAR (Italia Estera) - In un mondo globalizzato dove si rafforza sempre di piu’ l’esigenza di poltiche multilaterali la diplomazia nella sua versione tradizionale non e’ piu’ sufficiente. Il medico italiano, titolare di un patrimonio culturale e scientifico, puo’ diventare veicolo di diplomazia, contribuendo alla pace ed alla cooperazione fra i popoli, in quei paesi dove e’ chiamato a svolgere aggiornamento e formazione professionale per lo sviluppo della medicina e delle strutture sanitarie locali. Ne e’ esempio la rete degli ospedali italiani nel mondo.
Il ministro della salute Livia Turco (nella foto) ha detto recentemente in conferenza a Roma che questo della diplomazia della salute e’ ‘’un concetto di indirizzo che il ministero aveva come base già prima che io arrivassi, e che occorre trasformare gradualmente in un vero e proprio sistema".
Gli ospedali italiani nel mondo (Ipocm) sono un circuito internazionale di 37 strutture sanitarie in 22 paesi che fa capo al Sistema sanitario nazionale offrendo assistenza alle popolazioni locali, sia di emigranti dal nostro Paese che a persone originarie del Paese.
"Stiamo vivendo un momento molto complicato - ma, oggi come non mai, c'è bisogno di un esercizio forte della responsabilità politica, che crei e assicuri un futuro all'Italia. E' questo il nostro compito’’, ha affermato Turco.
A giudizio del Ministro, la rete degli ospedali italiani nel mondo offre un'immagine del Paese reale, un'immagine profonda e preziosa che spesso non viene a galla. ‘’ E dunque si tratta di un'eccellenza che va sostenuta non solo con i fondi economici, ma promuovendo una strategia che la aiuti a mantenere il valore universale della salute, che non conosce confini. Penso che anche il nostro sistema sanitario nazionale potrà giovare e crescere grazie a questa esperienza. Penso che la 'diplomazia della salute' sia uno strumento con cui conquistare la pace, rafforzare la cooperazione fra Paesi, l'amicizia e lo scambio di culture". (A.M./Italia Estera) -