Servizio di Alfonso Maffettone
ROMA, 23 FEB (Italia Estera) - La crisi di governo, apertasi il 21 febbraio con le dimissioni del Presidente del Consiglio Romano Prodi, puo’ complicare il processo di privatizzazione dell’Alitalia che secondo il Ministero dellEconomia, azionista al 49,9 per cento, dovrebbe chiudersi alla vigilia dell’ estate. L’impasse politico creatosi a livello nazionale puo’ generare ostacoli e ritardi aggravando ulteriormente le condizioni economiche e finanziarie della compagnia di bandiera che perde un mlione di euro al giorno.
Ieri un importante passo e’ stato fatto sulla strada della privatizzazione. L’assemblea dei soci Alitalia, presenti il 50,45 del capitale, ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione con Berardino Libonati alla presidenza. Le nomine sono avvenute su indicazione del ministero del Tesoro ,che aveva designato quali consiglieri oltre a Libonati, Aristide Police, Giovanni Sabatini (in effetti si tratta di una riconferma) Carlo Santini e Luciano Vannozzi.
Esperto di diritto societario Libonati , 73 anni, succede al controverso presidente ed amministratore delegato Giancarlo Cimoli ed ha il compito, come presidente di garanzia, di traghettare l’ Alitalia verso il nuovo assetto con la cessione della compagnia entro meta’ giugno. Ma le dimissioni del presidente Romano Prodi mettono in forse i tempi. L’iter andra’avanti o si trasformera’ in un percorso ad ostacoli a causa dell’impasse politico?. Ed il nuovo governo sara’ in grado di garantire gli impegni presi precedentemente?
La prima data da rispettare e’ il 15 aprile. Entro la meta’ di questo mese i cinque candidati alla privatizzazione, selezionati dall’adviser Merril Lynch, dovranno presentare le loro offerte non vincolanti. Dopo le undici manifestazioni di interesse, i candidati rimasti in gara sono: Carlo Toto, proprietario di Air One sostenuto finanziariamente da San Paolo, Texas Pacific group(TPG:UL), Management & Capitali di Carlo de Benedetti partecipato da Diego della Valle e Nerio Alessandro di Technogym (si parla anche di una partecipazione Sopaf dei fratelli Magnoni); Unicredit banca mobiliare (UBM), banca di affari di Unicredit; Matlin Patterson Global Adviser, una societa’ di consulenza specializzata nell’intervento in societa’ in difficili condizioni economiche.
L’Alitalia è in gravi condizioni economiche per sperperi ed eccessiva sindacalizzazione. Ha una perdita di gestione, secondo cifre non ufficiali, stimata in almeno 450 milioni di euro e una svalutazione della flotta di almeno 400 milioni.
Giovanni Sabatini, ex presidente pro tempore dell’assemblea dell’Alitalia, non ha voluto fornire cifre sulle perdite Alitalia nel 2006. ‘’Ogni cosa sara’ chiarita al momento giusto’’ ha detto Sabatini aggiungendo che cio’ averra’ quando scatterà l’obbligo di informativa al mercato per l’approvazione del bilancio. Anche sulla svalutazione della Flotta Sabatini ha mantenuto il massimo riserbo assicurando che su questa materia saranno rispettati gli obblighi di informativa al mercato come spetta ad una societa’ quotata.
Criticatissima e’ stata l’ era di Giancarlo Cimoli entrato in carica in Altalia il 6 maggio del 2004 ed uscito ieri in punta di piedi . Cimoli non e’ stato capace di completare il risanamento entro il 2006 con un bilanco attivo come aveva promesso nel piano industriale e nei mesi scorsi e’ stato al centro di una vera e propria bufera quando i giornali hanno riportato che nel 2005 ha ricevuto uno stipendio per 2,786 milioni lordi, emolumento ritenuto il piu’ alto nel settore del trasporto aereo europeo e nella storia dell’Alitalia.
Il nuovo consiglio di amministrazione, che restera’ in carica tre anni e non un anno come si riteneva in un primo momento, dovrà necessariamente essere piu’ frugale. L’assemblea dei soci, su proposta del Ministero dell’Economia, ha deciso che il compenso annuale complessivo sara’ di 132 mila euro l’anno, in pratica 26.400 euro lordi a testa, una cifra veramente modesta se non sara’ gonfiata con gratifiche ed emolumenti aggiuntivi.
Alfonso Maffettone/Italia Estera