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15 feb 2007FOIBE: Lezione di stile e democrazia del Presidente Napolitano a Mesic - di Alfonso Maffettone

Servizio di Alfonso Maffettone
ROMA, 15 FEB. (Italia Estera) - Il presidente della Croazia Stipe Mesic farebbe bene d’ora in avanti a tacere perche’ ogni sua parola potrebbe ulteriormente danneggiare l’immagine del suo paese e lasciarlo solo nella bufera da lui stesso sollevata con le violenti  critiche al discorso pronunciato dal  Presidente della Repubblica Italiana , Giorgio Napolitano (nella foto) il  10 febbraio nel giorno del ricordo delle Foibe, una delle pagine piu’ brutte nella storia dei crimini contro l’umanita’.
 Ieri il  Capo dello stato croato  e’ stato duramente deplorato dalla Commissione Europea che, rotto il  riserbo, ha fatto dire alla sua portavoce a Bruxelles   Pia Ahrenkilde Hansen,, in  una dichiarazione breve ma efficace,  che ‘’il linguaggio usato dal presidente della Croazia Stipe Mesic è sembrato inoppurtuno’’.   Mesic non ha accettato il rimprovero e da Zagabria ha replicato a spron battuto: ‘’ La critica della Commissione e’ unilaterale e scorretta’’. Ma  il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, che era a Straburgo per un discorso al parlamento europeo, ha elegantemente ma fermamente rinviato al mittente il pesante commento.
 
In una conferenza stampa, Napolitano, senza fare nessun riferimento diretto, e’ tornato sulla crisi  italo-croata  rispondendo ad una domanda a carattere generale sull’ Olocausto e sulle Foibe (il massacro degli italiani  nelle fosse dell’Istria e della Dalmazia da parte dei partigiani di Tito). ‘’Gli egoismi nazionali e le visioni chiuse in senso nazionale sono certamente entrambi anacronistici. La soluzione di queste questioni sono i principi e i valori dell’Unione Europea, di tolleranza, di pluralismo e di riconoscimento  delle diversita’ e naturalmente di riaffermazione della libertà’’ ha detto Giorgio Napolitano.
 
L’incidente diplomatico fra l’Italia e la Croazia e’sorto dopo che Napolitano,  il 10 febbraio aveva sostenuto, parlando sulle Foibe ,che c’era stata  sia una ‘’ congiura del silenzio sui crimini compiuti contro migliaia di italiani’’ sia un ‘’odio sanguinario’’.  ‘’C’è stato un disegno annessionistico slavo che prevalse nel trattato di pace del 1947 e che assunse i sinistri connotati di una pulizia etnica’’, aveva denunciato Napolitano. Di  qui la virulenta reazione di Mesic  che definiva le dichiarazioni  come ‘’elementi  di aperto razzismo, revanscismo politico e revisionismo storico’’.    Parole che innescavano l’irrigidimento e le proteste  del Ministro degli esteri Massimo D’ Alema  e che mettevano in ansia   l’Unione Europea (la Croazia,  e’  uno dei  paesi candidati all’ingresso  nell’Ue). 
 
Il vice presidente dell’eurogoveno Franco Frattini si  è detto ‘’sorpreso di un attacco cosi violento ‘’contro Napolitano da parte del presidente di una paese che  deve dimostrare di avere le carte in regola per un posto europeo. D’altra parte il portavoce della Farnesina Pasquale Ferrara ha oggi ribadito che ‘quelle del presidente croato sono dichiarazioni inaccettabili e tali restano anche se - ha aggiunto-  speriamo che questa incomprensione venga superata’’, 
 In Italia  maggioranza e opposizione hanno fatto quadrato attorno al Capo dello Stato.  L’eurodeputato Nello Musumeci, eletto con An e poi passato  ad Alleanza siciliana di cui e’ leader e fondatore, ha messo in guardia contro il  rischio  di una Croazia nell’UE  sostenendo che quel paese ‘’deve fare i conti con il proprio passato’’.
 
Ma il primo a fare i conti ma con se stesso deve essere proprio Mesic. Le sue sono state  esternazioni –boomerang e sarebbe bene che si fermasse. La polemica con Napolitano ha diviso in Croazia  i partiti e l’opinione pubblica e non ha ricevuto quel coro di  consensi che Mesic si aspettava alla vigilia di una consultazione elettorale da tempo indetta nel suo paese.
 In Slovenia,  territorio fra Croazia e Italia, il premier Janez Jansas  gli ha voltato le spalle e  si e’ schierato a favore di Napolitano  per  aver fatto dichiarazioni  che incoraggiano  “al dialogo nell’ambito dell’Unione Europea’’.
 Silvio Forza, direttore editoriale del quotidiano  ‘La Voce  del popolo’ di Fiume (Croazia)   ha fatto oggi un appello per il superamento di questo momento di incomprensione fra due nazioni amiche. ‘’Lo scontro italo-croato di questi giorni fa male specialmente agli italiani di Croazia e di Slovenia, i quali, per l’ennesima  volta, potrebbero diventare vittime collaterali   di quegli spontanei  accadimenti di popolo che si traducono in violenza’’ ha scritto Forza nel suo editoriale. Ne sono esempio  gli  atti vandalici e le pesanti minacce scagliate nei giorni scorsi nei confronti  degli italiani a Capodistria e Pirano in Slovenia. 
Alfonso Maffettone/Italia Estera



 
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