ROMA, 12 FEB (Italia Estera) - Il Consiglio di Presidenza dell’UNAIE riunito a Roma, al termine dei lavori all’ordine del giorno, ha commemorato, con brevi parole del Presidente Azzia, “Il Giorno del Ricordo” ripercorrendo la tragedia delle Foibe e del grande esodo degli italiani di Istria e Dalmazia negli anni 1943-1945.
Il Consiglio ha manifestato sentimenti di solidarietà a quanti hanno sofferto per quelle tragiche vicende, decidendo di coinvolgere le Federazioni e le Associazioni aderenti per sensibilizzare sul “Giorno del Ricordo” le proprie strutture all’estero, le comunità ed i singoli connazionali.
Dal 2005, anniversario del trattato di Parigi, il 10 Febbraio è divenuto il “Giorno del Ricordo” dedicato alla commemorazione delle vittime delle Foibe.
Migliaia di italiani sono stati perseguitati, fucilati e fatti sparire dai partigiani fedeli a Tito perché considerati nemici del popolo e di ostacolo alla espansione iugoslava. 10, 11 mila le vittime. 350 mila gli esuli italiani costretti ad abbandonare le loro case, le loro terre ed i loro affetti radicati nei secoli. Migliaia le persone scomparse nel nulla.
L’Italia, l’Europa ed il mondo hanno taciuto, ignorando un giustizialismo sommario, rivalse sociali e personali, il disegno per lo scardinamento di un popolo. Ci sono voluti 60 anni perché l’Italia ricordasse una tragedia ignorata dalla logica dei blocchi e dalla contrapposizione, di destra e di sinistra, degli schieramenti politici. Una congiura del silenzio come un macigno.
Dopo 60 anni, è venuta la verità, il riconoscimento, la commemorazione, il “Giorno del Ricordo” per ricordare ed onorare le vittime innocenti di una pagina terribile della nostra storia.
L’UNAIE ritiene doveroso sensibilizzare i connazionali che vivono all’estero su questo tragico evento che ha già creato una grande emozione nella società italiana coinvolgendo politici, storici, studiosi e tanta gente che ricorda benissimo quei giorni per essere vissuta in quel tempo.
Ricordare questa pagina significa rivivere quei momenti della storia per riflettere su quanto è avvenuto, ma soprattutto per indicare alle nuove generazioni una memoria che rischiava di andare perduta.
Consideriamo “l’altra Italia” che vive fuori dalla Penisola, la continuazione mediatica del territorio nazionale legata dal comune vincolo di italianità. Siamo convinti che questo legame va rinsaldato giorno dopo giorno con la rilettura delle storia, della cultura e degli accadimenti che si succedono nella vita del Paese Italia, come stimolo alla partecipazione. La storia, la cultura e la conoscenza aggregano ma la partecipazione è il vero biglietto di ingresso alla quotidianità italiana.
Le iniziative dell’associazionismo in questa direzione, hanno sempre avuto un ritorno immediato perché le nostre comunità nel legame di italianità si riconoscono e riscoprono l’orgoglio di appartenenza. (Italia Estera) -