ROMA, 6 FEB (Italia Estera) - Il ministro dell`Interno Giuliano Amato ha ribadito oggi con fermezza alla Camera che, dopo gli scontri tra teppisti e tifosi a Catania venerdì scorso, gli stadi italiani non a norma riapriranno al pubblico solo quando si saranno adeguati ai criteri di sicurezza.
Riferendo a Montecitorio sugli episodi di violenza del 2 febbraio, in cui è rimasto ucciso un poliziotto, Amato ha ammesso di "aver sbagliato" ad autorizzare l`apertura in deroga degli impianti non in regola e ha promesso che questo non accadrà più.
"Basta con l`apertura degli stadi in deroga. La legge consentiva questa possibilità. Io stesso ho sbagliato quando ho autorizzato i prefetti a derogare. Non deve essere più possibile", ha dichiarato il ministro.
"Se gli impianti non sono a regola, possono svolgere le partite a porte chiuse fino a quando non avviene un adeguamento".
Una decisione, già annunciata ieri al termine di un vertice a Palazzo Chigi allargato a Federcalcio e Coni, che deve resistere alle pressioni degli interessi economici dei club, ha spiegato Amato, rivolgendosi indirettamente alle società calcistiche, che spingono per riaprire gli stadi al pubblico e i cui vertici si incontrano oggi in Lega Calcio a Fiumicino.
RESISTERE A PRESSIONI ECONOMICHE
"Abbiamo il dovere verso le forze dell`ordine di resistere a queste pressioni, di mantenere il senso delle proporzioni, di sapere che... il diritto alla serenità delle famiglie la domenica vale di più degli interessi economici che pretendono che lo spettacolo continui come se niente fosse avvenuto", ha proseguito Amato.
La speranza dei club è di far ripartire i campionati - bloccati dalla Federcalcio venerdì stesso dopo gli scontri a Catania - già domenica prossima. Una ipotesi che il commissario della Figc Luca Pancalli ha ritenuto possibile ieri, fermo restando che gran parte delle partite potrebbero giocarsi senza spettatori sugli spalti.
Amato ha evidenziato stamani che il numero di partite in cui si sono registrati incidenti nelle ultime settimane è tornato a salire, dopo un calo nella passata stagione. Idem per il numero di feriti tra le forze dell`ordine, che nelle prime 20 giornate dell`attuale campionato sono stati 228, rispetto ai 158 del 2005-2006 nello stesso periodo.
ATTACCO PREMEDITATO CONTRO POLIZIA
Ricostruendo gli scontri del 2 febbraio, Amato ha ammesso che la partita Catania-Palermo "destava forti preoccupazioni" per la sicurezza.
Citando il procuratore di Catania, il ministro ha detto che "allo stato non può escludersi che i gravi disordini siano stati espressione di un preordinato attacco che ha avuto come unico reale obiettivo le forze di polizia", già bersaglio recentemente di "reiterate manifestazioni di violenza verbale e fisica".
Amato ha aggiunto che finora sono state arrestate 34 persone -- incluso il custode dello stadio fermato -- su 33, 11 delle quali sono minorenni. Le accuse a vario titolo sono di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamenti aggravati ed altri reati.
Sulle dinamiche dell`uccisione dell`ispettore Filippo Raciti, di cui ieri si sono celebrati i funerali a Catania, il ministro ha detto che le indagini sono ancora in corso.
Secondo le ricostruzioni finora ottenute, Raciti è morto dopo un`ora di agonia in ospedale, dove era stato ricoverato con un trauma addominale al fegato e fratture multiple, causate da un corpo contundente, forse una spranga o un sasso. La bomba carta lo avrebbe colpito subito dopo, aggravandone le condizioni.
I disordini durante la partita, sorvegliata da 1.350 operatori delle forze dell`ordine di cui 410 erano militari di rinforzo, sono iniziati quando squadre di teppisti fuori dallo stadio hanno cercato di aggredire i tifosi del Palermo arrivati con i bus, intorno al secondo tempo. La polizia ha quindi cercato di disperderli con lacrimogeni, mentre questi lanciavano bulloni, pietre, bombe carta e altri oggetti. Tensioni ci sono state anche sugli spalti, con lanci di lacrimogeni dai tifosi verso il campo.
ELUSIONE NORME VOLUTA
Il titolare del Viminale non ha risparmiato critiche alla gestione degli stadi che non hanno applicato le misure di sicurezza già previste dalla legge firmata dal suo predecessore nella scorsa legislatura, Giuseppe Pisanu.
"Molti impianti sportivi non solo sono rimasti lontani dall`applicazione, ma molte società hanno dimostrato di non avere alcuna intenzione di farlo", ha dichiarato Amato, giudicando "disarmante" il dato sulla certificazione della capienza di numerosi impianti, appena i 10.000 spettatori, soglia dalla quale si rendono obbligatori gli adeguamenti ai criteri di sicurezza previsti dalla legge Pisanu.
Gli stadi di Cesena, Vicenza, Cremona e Foggia sono certificati per 9.999 spettatori, diversi per 9.900, uno per 9.500 e così via, ha enunciato Amato, aggiungendo: "Non siamo davanti a una prospettiva di completo adeguamento alle normative ma ad una chiara volontà di elusione di queste".
Per consentire la ripresa dei campionati, il governo si accinge ad approvare domani, in un consiglio dei ministri straordinario, le misure annunciate ieri sera, tra le quali vi sono il divieto di vendita in blocco di biglietti da parte della società ospitante a quella ospitata, l`estensione da 36 a 48 ore della flagranza di reato differita per i reati commessi durante le partite, lo sganciamento dell`interdizione a frequentare gli stadi dall`accertamento di commissione di reato (basterà un indice di pericolosità) e l`abbassamento della capienza degli stadi che dovranno rispettare le norme di sicurezza.
In un`ottica più di lungo periodo, invece, il governo ha intenzione di riformare anche la gestione degli stadi e quella del rapporto tra società calcistiche e associazioni di tifosi. (Italia Estera) -