15 dic 2006 | Cooperazione, parola chiave dello sviluppo nel Mediterraneo |
|
|
Il vicepresidente della Toscana Gelli: "Occorre un doppio salto di qualità per affrontare insieme le sfide comuni nell'ambito della nuova politica Ue di "vicinato" e l'obiettivo 3"
FIRENZE, 15 DIC (Italia Estera) - Politiche comuni e azioni di partnership fra Regioni e autorità locali nell'ambito del bacino Mediterraneo come strumenti per prevenire i conflitti, promuovere la democrazia e lo sviluppo sostenibile dell'area. E' questo il messaggio che Federico Gelli, vicepresidente della Regione Toscana, ha rivolto in apertura dei lavori ai rappresentanti delle regioni del Mediterraneo, della Crpm e dell'Unione Europea al workshop tenuto oggi al Convitto della Calza a Firenze in conclusione del progetto Compart. Finanziato dall'Unione Europea il progetto è servito per mettere a confronto metodologie e buone pratiche adottate da varie regioni (Toscana, Calabria, Friuli, Andalusia in Spagna, Tangeri Tetouan in Marocco, Macedonia occidentale in Grecia) e agenzie di sviluppo locale (Bosnia e Croazia) e la Crpm, la conferenza delle regioni periferiche e marittime, al fine di evidenziare l'efficacia dell'attività svolta e le eventuali criticità. Se il bilancio dei progetti sin qui attuati, sia nell'ambito del processo di Barcellona che dell'iniziativa comunitaria Interreg, è stato certamente positivo, il vicepresidente Gelli ha sollecitato un doppio salto di qualità per quelle che ha definito le "sfide comuni sempre più impegnative che attendono le Regioni e tutti gli attori locali e che impongono politiche comuni" nell'ambito della nuova politica europea di "vicinato" e del nuovo obiettivo 3 "cooperazione territoriale". Il primo salto di qualità - ha detto Gelli - si impone nella programmazione, in modo da concentrare sforzi e risorse, economiche e politiche, ma anche intellettuali, di tutti gli attori chiave (siano essi pubblici o privati) sui progetti strategici per accrescerne l'efficacia. Il secondo salto di qualità - ha continuato - riguarda l'assunzione del valore centrale del "partenariato" come strumento chiave per garantire l'efficacia delle strategie di sviluppo locale, in un'ottica di decentramento e sussidiarietà che veda il coinvolgimento in un approccio "bottom up" di tutti i soggetti che possono cooperare allo sviluppo e alla prevenzione dei conflitti. Al termine dei lavori è stata approvata una dichiarazione comune che impegna tutti i soggetti aderenti "ad una partecipazione attiva per la creazione di partnership fra regioni e autorità locali con l'obiettivo dello sviluppo, della democrazia e della pace nei paesi del Mediterraneo".
|
|
|
| |
|