ISTAMBUL, 30 NOV. (Italia Estera) - Il tempio di Istanbul che il Papa ha visitato è un equilibrio di forme, fu realizzato tra il 1603 e il 1616 da Sadefkar Mehmed Agha. La visita ha un solo antecedente, quello 'storico' di Giovanni Paolo II nel 1979.
L'imponente moschea (nella foto), costruita vicino alla chiesa di Santa Sofia, fu realizzata tra il 1603 e il 1616 da Sadefkar Mehmed Agha, allievo del famoso architetto ottomano Sinan, su ordine del sultano Ahmed I, il quale desiderava un monumento che potesse competere con l'adiacente chiesa. La moschea fu inaugurata nel 1616.
Perchè 'Moschea Blu'
Il nome deriva dai mosaici azzurri e verdi che ne rivestono la parte superiore delle pareti e le cupole. Sono state, infatti, impiegate oltre 20.000 piastrelle in ceramica di Iznik, città che proprio nel XVII secolo divenne famosa nell'arte della produzione di maioliche smaltate. Le ceramiche dell'interno della moschea (nella foto) dipinte con motivi floreali (soprattutto nella parte inferiore del tempio) sono anche di colore rosso, bianco e nero. Ma la predominanza del verde, turchese e blu salta all'occhio e dà al monumento la particolare caratteristica.
La Moschea Blu architettonicamente è un equilibrio di forme: la grande cupola centrale, alta 43 metri con un diametro di 23, è arricchita dalle quattro semicupole vicine da cui poi partono altre semicupole più piccole. Tutte sono impreziosite da vetrate colorate che filtrando la luce nell'interno del tempio fanno sì che si producano suggestivi effetti di luce. Inoltre, il monumento di Agha è dotato di sei minareti uno in meno rispetto alla moschea della Mecca.
All'interno della Moschea Blu si trova anche un frammento della Pietra nera della Kaaba, custodita e venerata alla Mecca. Fino al XIX secolo, infatti, il tempio di Istanbul fu luogo di raduno per le carovane di pellegrini che viaggiavano proprio verso la Mecca. (Italia Estera) -