ZURIGO, 27 OTT. (Italia Estera) - Da un’idea di Faustina Lapadula (membro dell’Esecutivo del Comites di Zurigo), si è svolto domenica 22 ottobre, presso il Salone Pirandello della Casa d’Italia un convegno pubblico sul tema delle donne in politica.
Erano presenti quali relatrici: Tiziana Di Molfetta (Console Aggiunto del Consolato Generale d’Italia in Zurigo), Giovanna Meyer Sabino (giornalista scrittrice), Anna Pompei Rüdeberg (Vice Presidente EKA e Consigliere CGIE).
L’argomento trattato dalle relatrici rappresentanti di diversi settori lavorativi e impegnate nella vita pubblica come donne, ma soprattutto come persone, è risultato di estremo interesse per i numerosi presenti in sala, tra i quali il Presidente del Comites Luciano Alban e il Consigliere del CGIE Michele Schiavone, e non sono mancati gli interventi del pubblico ad arricchire i lavori.
Nell’introduzione, Faustina Lapadula, partendo dalla considerazione della scarsa rappresentanza femminile al Parlamento italiano e delle poche elette nella circoscrizione estero, ha evidenziato la necessità di una profonda riflessione per intraprendere iniziative atte a favorire una maggiore partecipazione delle donne in politica.
Il Console Aggiunto, dott.ssa Tiziana Di Molfetta, ha offerto una panoramica storica sui successi ottenuti dalle donne sotto un aspetto legislativo. Ha sottolineato l’enorme differenza culturale tra i paesi del nord Europa, che da sempre ritengono il ruolo della donna fondamentale, conferendo spazi e ruoli di grande ampiezza e rilievo e quelli dell’Europa mediterranea che accusano un ritardo e che presentano ancora scarsa rappresentanza femminile nelle assemblee elettive nazionali e locali come una patologia del sistema democratico. Tra questi, l’Italia collocata tra gli ultimi posti in classifica per quanto riguarda il numero dei parlamentari donna, nell’ambito dei Paesi europei e balcanici. Con la riforma costituzionale del 2003, accanto al principio della parità formale dei sessi in materia di rappresentanza politica, si è introdotto l’obiettivo per la Repubblica italiana del perseguimento, non solo dell’uguaglianza formale nell’accesso alle cariche elettive ed ai pubblici uffici, ma soprattutto delle pari opportunità sostanziali, che vanno promosse attraverso appositi provvedimenti. Tale riforma quindi punta a favorire il riequilibrio della presenza fra donne e uomini nelle assemblee elettive e nei pubblici uffici ed ha permesso che risultasse raddoppiato il numero delle candidate e delle elette a Strasburgo per il Parlamento Europeo nell'ultima tornata elettorale del 2004.
La semplice enunciazione del principio deve ora concretarsi nella previsione di una oggettiva sostanzialità di condizioni che permettano alla modifica costituzionale l’effettiva ulteriore applicazione.
In un’ottica internazionale, si osserva che la presenza delle donne negli organi nazionali dei partiti negli ultimi anni non ha superato in media il 15%, ben al di sotto quindi del 30% considerato come soglia minima di un corretto equilibrio tra i due sessi.
La scrittrice e giornalista Giovanna Meyer Sabino ha presentato l’evoluzione delle donne italiane emigrate in svizzera negli anni del dopo guerra fino ad oggi, facendo riferimento a diversi studi e ricerche e ha lanciato l’idea di realizzare un’indagine sulla situazione attuale delle donne italiane impegnate in ambito lavorativo, scuola, cultura e politico.
Nel suo intervento, Anna Rüdeberg ha ricordato come anche all’interno del CGIE le donne siano sotto rappresentate (9 donne su 94 uomini) Al contrario, nell’EKA, Eidgenössische Kommission für Ausländer – Commissione federale per stranieri, si é raggiunto un’equa rappresentanza con la presenza del 50% delle donne e del 50% di stranieri.
Negli interventi è emersa l’opinione comune che la scarsa presenza delle donne negli ambiti socio-politici ha origini culturali che anche le donne non riescono, o non vogliono, modificare. Lapadula si chiede infatti: “le donne si fidano delle donne?”
La proclamazione del 2007 «Anno europeo delle pari opportunità per tutti» richiede un rinnovato impegno per garantire e consolidare una cultura della parità reale, coerente e condivisa.
Naturalmente, per poter consentire alle donne di dedicarsi anche alla politica, occorre una manovra adeguata sulla famiglia.
Le conclusioni dell’incontro sono state affidate all’On. Rosalba Benzoni, Deputata dei DS al Parlamento italiano, arrivata per l’occasione dall’Italia. La scarsa rappresentanza femminile rappresenta un deficit democratico; non è tanto un problema rivendicativo, ma bensì un problema per la nostra società non avere la presenza delle donne. Bisogna passare da un aspetto rivendicativo a un aspetto decisionale, di rappresentanza. Questo è l’impegno. E’ necessaria un’inversione di tendenza, l’impegno che ci dobbiamo dare è quello di guardare al futuro tenendo conto dell’esperienza del passato. (Italia Estera) -