ROMA, 26 OTT.(Italia Estera) - Dall'Unione Spagna riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta indirizzata all'on. Franco Narducci:
"Torno a Madrid, nella sala dei COMITES. A Madrid ho vissuto 16 anni; nella sala dei COMITES molto meno, per fortuna. Torna anche Narducci, da parlamentare primo eletto nella circoscrizione europea. Le prime volte, come Segretario del CGIE, ci avevano colpito la sua conoscenza e competenza degli argomenti. Stupiva anche la semplicità con cui raccontava quello che si faceva e si cercava di fare e l'onestà con cui ammetteva errori o accettava critiche. Queste doti non sono cambiate col diventare onorevole, ed è una dote ulteriore.
I vari coordinamenti dell'Unione in Spagna avevano rivolto a Narducci un pressante invito a tornare in Spagna, data la latitanza degli eletti e dei partiti dell'Unione negli ultimi mesi.
Abbiamo bisogno di sapere cosa si sta facendo nel Parlamento, quali progetti ci sono, come funziona la novità degli eletti all'estero, e Franco non ci ha deluso, con una relazione ricca e che ha stimolato un vivace dibattito successivo.
Nella relazione veniva ribadito come non basta la sola presenza di parlamentari eletti all'estero per cambiare la percezione che si ha in parlamento delle nostre comunità di emigrati. Le elezioni hanno sollevato un maggior interesse nei paesi ospitanti che non in Italia. Hanno contribuito alla ripresa della immagine del nostro paese, legato ai valori della pace e della solidarietà, alla diffusione del nostro stile di vita.
Risulta quindi fondamentale la costruzione di un rapporto molto stretto, con i Coordinamenti quali interlocutori, per far arrivare proposte e analisi, per costruire la cultura della partecipazione, per aiutare i parlamentari eletti a superare i problemi d'inserimento nel meccanismo complesso delle istituzioni parlamentari, per ottenere il necessario riconoscimento e costruire la rete di conoscenze e collaborazioni.
Narducci ribadisce l'importanza del CGIE, che va comunque riformato, ma che è il luogo dove concretare i progetti per l'estero, che nel parlamento tendono a diluirsi, dato che il 98% del tempo è stato sinora dedicato a problemi generali.
Nella Commissione esteri si sta discutendo il documento di programmazione, ovvero le risorse da destinare al MAE.
La Finanziaria ha tagliato i finanziamenti anche al MAE (che complessivamente gestisce circa 180 milioni di ?) e questo taglio ha colpito i finanziamenti ai cittadini residenti all'estero, spesso ai meno abbienti: es. Taglio da 11 a 13 milioni per i contributi medicine e assistenza ospedaliera; indebiti pensionistici, dove l'INPS sta chiedendo la restituzione delle integrazioni al minimo, spesso in un'unica derrata.
Nell'incontro del 26 settembre sono stati reintegrati 14 milioni di ?, però decapitolati e quindi sarà necessaria un seria vigilanza per controllare dove verranno destinati.
Sono tuttora aperti i tavoli di trattativa su:
- scuola e cultura: come intervenire sui tagli delle indennità per i dipendenti pubblici in servizio all'estero. C'è una proposta relativa ad incentivi legati alla professionalità.
Verranno riproposte le assunzioni con contratti locali, previo accordo con le OO.SS.
Verrà riproposta la riforma della legge 153 sui corsi di lingua e cultura;
Verrà proposto un finanziamento per favorire progetti di formazione professionale rivolti agli italiani residenti all'estero.
- Verrà estesa l'assistenza sanitaria diretta;
- Si propone il rifinanziamento dei COMITES, date le nuove funzioni che dovranno assumere in relazione al gruppo di parlamentari eletti all'estero;
- Verranno estese le convenzioni tra Consolati e Patronati;
- Si sta percorrendo la strada degli accordi bilaterali per cercare di agevolare l'iter burocratico delle pratiche (ad esempio, tra Italia e Spagna in relazione al rinnovo della Targeta de Residente)
- Raddoppio del finanziamento per l'informazione, con un previo controllo sulla qualità dei prodotti editati all'estero e una maggiore razionalità dell'uso delle risorse disponibili;
- sanatoria sugli indebiti pensionistici e sulle detrazioni per i figli dei residenti all'estero;
- studio della normativa sulla prima casa per i residenti all'estero;
- innalzamento della no-tax area per i pensionati e la compatibilità con i redditi da lavoro dipendente e autonomo.
- modifiche alla legge sulla cittadinanza per eliminare alcune incongruenze, tipo donne che hanno perso la cittadinanza a causa matrimonio, fratelli con differenti nazionalità, ecc.
Gli interventi di Mauro Nicolosi e Guido Ramellini sono stati brevi, per non rubare spazio al dibattito ed incentrati sulla necessità di una maggiore relazione tra parlamento e coordinamenti dell'Unione, sulla riaffermazione dell'unitarietà dell'azione, pur nella diversità di certe analisi, senza che si trasmetta la litigiosità delle relazioni tra i partiti in Italia. Nei due interventi c'era una certa delusione per la mancanza di un maggior sentimento di discontinuità rispetto all'operato del precedente governo.
Questo malcontento si è fatto ancor più palese negli interventi del pubblico presente, che, come altre volte, s'è distinto più per la qualità e l¡'attenzione a quanto avviene in Italia, che per la qualità. Ê indubbio che la partecipazione aumenterà solo se i partiti sapranno farsi più trasparenti e democratici, e trasmettere alla base la convinzione che il suo parere tiene un peso nelle scelte e nelle decisioni.
I temi della guerra(naturalmente in Irak e in Afganistan, ma anche nel Libano), del taglio alla scuola e alla ricerca, già tanto penalizzate, del richiamo ad una condotta più etica e a decisioni più coerenti e coraggiose sono stati molteplici e pressanti.
Si è colta chiaramente la stanchezza per una politica che sa solo parlare il linguaggio dell'economia, dei bilanci, della finanza.
La replica di Narducci ha sottolineato come, attraverso alcune scelte economiche fondamentali, si cerchi di dare il senso di una diversa moralità, basata sullo stimolo di una ripresa economica che rimetta al centro il lavoro, la lotta all'evasione, una diversa riscossione fiscale e la ridistribuzione delle risorse.
Evidenziava anche la difficoltà di rivolgersi a un paese fortemente indebolito dall'ideologia berlusconiana, antisolidaria, competitiva e truffaldina, di portare avanti le riforme strutturali necessarie con una maggioranza risicata e con una minoranza ostruzionista e litigiosa.
Caro Franco, siamo tutti coscienti di quanto sta in gioco, di quale rischio rappresenti il fallimento del progetto Prodi, ma la prudenza da sola non avrà successo: deve trovare due importanti compagni di viaggio, il coraggio e la creatività.
Buon lavoro. " (Italia Estera) -