BUENOS AIRES, 25 OTT. (Italia Estera) - La delegazione Sicilia dell'Associazione Famiglie Emigrate (ANFE) torna a Buenos Aires per un nuovo incontro con la importante comunità locale di siciliani e discendenti. E, come nelle precedenti occasioni, si tratta d'un vero e proprio omaggio "portato direttamente dalla Sicilia" e consistente in due manifestazioni culturali di speciale rilievo.
La prima si svolgerá la sera del 3 novembre al teatro Coliseo con la presentazione di un'orchestra e un cantante di particolare prestigio in Italia e all'estero. Basti fare un esempio: poco tempo fa lo stesso spettacolo presentato per i corregionali residenti in Germania ottenne un successo di pubblico e di critica che andó ben oltre la cerchia della comunità siciliana, meritando ampio riconoscimento anche da parte delle autorità culturali tedesche. Ma di che si tratta?
Ecco, il cantante è Mario Venuti, cantautore siciliano la cui carriera ha inizio sin dal 1984. Egli ha collaborato con artisti di gran nome come Carmen Consoli, scrivendo inoltre brani che sono stati cantati da numerosi interpreti. Nel 2005 la sua "Echi d'infinito" fu cantata da Antonella Ruggero e vinse a San Remo nella Sezione Donne.
Le canzoni di Mario Venuti negli ultimi anni si sono affermate sempre più, ottenendo, tra l'altro, significativi premi e riconoscimenti: basti citare il Premio Mia Martini e il Premio Radio e TV Private assegnati nel 2004 a "Crudele", dopo che il 2003 aveva segnato un periodo particolarmente intenso con il successo di "Veramente" e il disco "Grandimprese". Si chiama "Un altro posto" il motivo con cui Venuti é tornato nel 2006 a San Remo e "Magneti" è il suo ultimo album, che registra, tra l'altro, il pezzo "Sulu", molto diffuso.
In conclusione, si tratta di un cantante dallo stile inconfondibile che mette insieme, con toni d'ineccepibile eleganza, culture mediterranee e suoni anglofili sommando melodie che colpiscono l'ascoltatore sin dalle prime battute. Le caratteristiche salienti delle sue preferenze tematiche evocano una gran voglia di vivere e l'idea che i rimorsi son da preferire ai rimpianti…, come ha scritto qualcuno.
IL TRIO SUN
E' stato formato nel 1995 da Dario Sulis (Voce e percussioni), Alessandro Palacino (fiati e tastiere) e Diego Spitaleri (piano e tastiere). La musica di SUN è di stampo etnico-mediterraneo con influenze new age aperte a forti suggestioni ambient, etniche e jazz: una riuscita sintesi di svariate influenze che determina una originale dimensione sonora con l'integrazione di forme vocali tradizionali e correnti attuali più aggiornate e moderne . Dando vita a una intensa attività, SUN vanta negli ultimi tempi numerosi concerti con tournèe in diversi Paesi, partecipando a festival e rassegne, componendo musiche per opere teatrali e documentari e riscuotendo sempre un rilevante successo di pubblico, nonché l'attenzione della critica e della stampa in genere. La formazione: Dario Sulis; Alessandro Palacino; Diego Spitaleri;Aurelio Fragapane (fisarmonica) e Robertone ( dj. set and live electronics).
IL FILM " DARSENA NORTE"
La seconda serata, che si svolgerá nel pomeriggio del 4 novembre, nella sede dell'Associazione Siciliana di Calle Zelada, sembra -s'è possibile- di maggior interesse ancora, inquanto sará presentato il film girato l'anno scorso qui e intitolato "Molo Nord-Dársena Norte" a cura del regista Sandro Dieli con testi dello scrittore Roberto Alajmo e consistente sostanzialmente in una serie di interviste televisive fatte a connazionali di origine siciliana residenti in Argentina.
Vi figurano emigrati di diverso periodo e con svariate personalità: intellettuali, artigiani, artisti, imprenditori, siciliani provenienti dalla vecchia Trinacria e discendenti nati qui. Cioè un'ampia gamma di esperienze esposte quasi confidenzialmente, in famiglia, non senza certo tono intriso d'antica nostalgia, esperienze ricche della particolarissima umanità propria della gente emigrata. Alcuni degli intervistati sono nati in Sicilia, altri sono siciliani per scelta propria, discendenti, nati in Argentina. Tutti raccontano e "si raccontano" con la lingua e con il linguaggio che posono, offrendo uno spartito davvero significativo e certamente rappresentativo della vicenda migratoria dei siciliani in Argentina.
Un'opera che merita d'essere vista anche per quel tanto che può somigliare, a suo modo, a un documento storico, vista l'autenticità dei protagonisti e dei loro racconti che, in gran parte, trascendono semplici vicende personali per divenire rappresentativi della più ampia gamma di esperienze comuni a tutti.(Italia Estera) -