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18 giu 2006Organizzata da Pezzoni, Una delegazione dell'Ulivo in visita alla Casa museo di Cattaneo

LUGANO, 18 GIU (Italia Estera) - Omaggio a Carlo Cattaneo, il grande federalista nato a Milano il 15 giugno 1801, e appello ai nostri connazionali residenti in Svizzera a votare No al Referendum costituzionale, per costruire un vero federalismo in Italia e in Europa. Queste le ragioni che hanno portato una delegazione lombarda dell'Ulivo a far visita, assieme ai rappresentanti de l’Unione in Ticino, alla Casa museo di  Cattaneo, in località Castagnola, a Lugano nel Canton Ticino dove il grande milanese si ritirò esule e lavorò fino alla morte.
La delegazione organizzata dall'onorevole Marco Pezzoni era composta dal professore Alberto Martinelli, dell’università Statale di Milano;
dall'onorevole Giovanni Bianchi, già presidente nazionale delle Acli; dal senatore Antonio Duva, collaboratore di Giovanni Spadolini; da Mauro Fanti, consigliere comunale a Cremona.
A guidare la visita l'onorevole Damiano Bozzini, vicepresidente cantonale del partito socialista svizzero, che si è detto favorevole ad accogliere il "Cattaneo day" ,  proposta avanzata  dalla delegazione  ospite di organizzare ogni 
15 giugno una  giornata europea di incontro e dialogo tra Università, Regioni, Cantoni e autonomie locali sul  federalismo, sul suo  valore e sulle prospettive  dei modelli  veramente federalisti,  basati sulla solidarietà, cooperazione, sussidiarietà, tutela delle minoranze, multiculturalismo.
Alla conferenza-stampa che si è tenuta presso il Centro “Labor”  delle Acli a Lugano hanno partecipato anche il Senatore Claudio Micheloni e l'onorevole Gianni Farina,  parlamentari eletti nella ripartizione Europa della Circoscrizione estero, assai conosciuti e attivi in Svizzera: "… è la nostra risposta a Umberto Bossi che ha tentato di appropriarsi della figura di Carlo Cattaneo, per sostenere poi  un federalismo fittizio che maschera uno stravolgimento della Costituzione italiana con l' abnorme  concentrazione di poteri in mano ad un Primo ministro che umilia il ruolo del Parlamento, del Presidente della Repubblica, della Corte Costituzionale e che soprattutto dimentica  minoranze e autonomie locali."  La delegazione dell'Ulivo ha presentato una serie di documenti. In uno di questi si sostiene che " il pensiero di Cattaneo non appartiene ad una sola parte politica, né ad una sola Patria o nazione.  Piuttosto è uno dei  Padri  fondatori  del federalismo europeo, del repubblicanesimo italiano, del  pensiero democratico moderno. Insomma  un nostro contemporaneo."
 
La campagna referendaria a sostegno del “no” alla riforma costituzionale proposta nel referendum del 25-26 giugno in Italia ha avuto un momento di riflessione anche a Lugano dove, l’Unione in Ticino ha inteso spiegare le ragioni di una opposizione alla riforma costituzionale votata dal Centro-destra della passata legislatura, che ha fatto scattare il referendum.
 
Anche gli Italiani residenti all’estero sono chiamati al voto per corrispondenza (sono già state inviate dai vari consolati le buste con il materiale elettorale, che deve rientrare  entro il giorno 22 giugno) e, come nelle elezioni politiche  dello scorso aprile, il loro contributo sarà decisivo per dire “no” ad una riforma che li vede penalizzati nella loro rappresentanza, come ha dimostrato Marco Pezzoni, già parlamentare dei Democratici di Sinistra, che ha introdotto, con il vicepresidente delle ACLI Luigi Zanolli, il dibattito.
Se nell’attuale Costituzione i cittadini italiani residenti all’estero possono eleggere 12 deputati e 6 senatori, nella riforma costituzionale la rappresentanza sarà di 18 deputati e nessun senatore. Non si capisce come si possa esercitare il diritto di voto per i senatori, se rientrando nel luogo di residenza elettorale (cosa impossibile per la coincidenza con l’elezione dei deputati) o se votando per corrispondenza candidati non rappresentanti la comunità all’estero, come voluto dalla nuova Costituzione.
 
A partire da questa considerazione, sono stati evidenziati i motivi di contrarietà, riguardanti sia il metodo con cui è stata approvata lo scorso dicembre la riforma, sia il merito specifico, che desta preoccupazione e sconcerto.
Alberto Martinelli, docente di economia politica alla Statale di Milano, ha sostenuto che gli articoli riguardanti le forme dello Stato aggiungono ben poco all’attuale Costituzione, perché non affrontano il problema del federalismo fiscale, già presente nel Titolo V approvato dal Governo di Centrosinistra.
Negli articoli riguardanti le forme di governo, le innovazioni sono profonde e veramente preoccupanti, perché si rafforza il potere del Primo Ministro in modo tale da mortificare il Parlamento, i Parlamentari e anche la maggioranza parlamentare, si annulla la distinzione tra potere legislativo ed esecutivo, si pongono le sorti della prosecuzione della legislatura nelle mani di un solo uomo, si instaura, in sostanza, il dispotismo del Primo Ministro.
 
Al saluto del Vicepresedente del Partito Socialista Ticinese  Damiano Bozzini, che ha anche parlato dell’importanza di Carlo Cattaneo nel Ticino dell’ ‘800 e del valore del federalismo da lui sostenuto, hanno risposto in particolare il senatore Claudio Micheloni e l’onorevole Gianni Farina, facendo notare che il federalismo svizzero, pur non essendo perfetto, porta tuttavia a collaborare in funzione positiva e costruttiva, alla luce dei principi di solidarietà e del rispetto delle minoranze, nel senso profondo di apparteneza allo Stato che esso ispira.
 
Il federalismo voluto dalla riforma costituzionale, ha affermato l’onorevole Giovanni Bianchi, è strabico, perché risulta un accordo tra i diversi, un modo per accontentare tutti, una imposizione a firma Berlusconi. Riferendosi al federalismo voluto da Carlo Cattaneo, Bianchi ha evidenziato il fatto che la grande corrente del federalismo italiano è meridionale e che il Cattaneo propugnava, a partire da ciò, un federalismo europeo: nulla di simile è evidenziato nella riforma costituzionale.
 
Intervenendo su questo argomento, Mauro Fanti, presidente del Consiglio comunale del Comune di Cremona e coordinatore regionale dei Consigli comunali, ha sostenuto che il Governo precedente di Centro-destra è stato tra i meno federalisti, perché il federalismo si costruisce anche dal basso, rendendo viva la rete delle autonomie locali, fatto che è stato praticamente disatteso nel precedente Governo che si diceva sostenitore del federalismo.
 
Il Senatore Antonio Duva a sua volta ha sottolineato due punti interessanti.
Il primo è quello che rischia di colpire di più gli elettori spingendoli a votare “sì” alla riforma perché in essa è prevista la diminuzione del numero dei parlamentari. Egli  definisce tale argomento fallace ed erroneo, perché non si dice anche che la norma verrà applicata a partire dal 2016 !
Un secondo elemento portato dai sostenitori del “sì” è quello che la riforma rappresenterebbe l’innovazione. Ma i difetti contenuti nella revisione costituzionale sono tanti, che diventerebbero elemento di cristallizzazione.
Il “no” è invece carico di valori riformatori, non chiusura di un processo necessario e già messo in atto con il Titolo V approvato a suo tempo dal Centrosinistra.
 
Nel corso della visita seguìta alla conferenza-stampa alla casa-museo di Carlo Cattaneo a Castagnola è stata condivisa la proposta di un “Cattaneo day”, da tenersi ogni anno con lo scopo di costituire una rete europea avente come filo conduttore il pensiero del federalismo, come espresso, dopo Carlo Cattaneo, da Altiero Spinelli nel 1944 nel primo documento sul federalismo europeo. (Italia Estera) -



 
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