ROMA, 6 LUG. (Italia Estera) - "Il Vice Ministro Danieli, nel presentare le sue linee programmatiche alle Commissioni di Camera e Senato, ha affrontato anche il tema della necessità di rivedere la materia della cittadinanza, avanzando l'ipotesi che, per snellire le procedure in sospeso presso i Consolati, di subordinare il riconoscimento della cittadinanza alla conoscenza, anche basilare, della lingua italiana, come previsto per i connazionali delle minoranze in Slovenia e Croazia". Il Consigliere del Cgie, Gian Luigi Ferretti, oggi dice la sua su quanto dichiarato ieri dal Vice Ministro agli Esteri con delega per gli italiani nel mondo, Franco Danieli, dinanzi alle Commissioni Affari Costituzionali alla Camera ed Esteri al Senato che, tra gli otto punti prioritari di intervento a favore degli italiani all’estero, ha appunto parlato del riconoscimento della cittadinanza (vedi Italia Estera)
"Quando solo 11 mesi fa, il 6 giugno 2005, – ricorda Ferretti -l’allora Ministro per gli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia affermò, durante una sua visita in Brasile: "Basta concedere la cittadinanza italiana a chi non conosce la nostra lingua”, gli rispose un indignato Sen. Danieli della Margherita: "Quando leggo che "l'accettazione delle domande va subordinata a un test e in questo modo si incentiva la diffusione dell'italiano nel mondo e si fa una netta scrematura di coloro che chiedono la cittadinanza italiana per motivi strumentali" mi viene da sorridere. Invece che potenziare i servizi e procedere più celermente all'esame delle domande si inventano ostacoli fittizi, l'acquisizione della cittadinanza è disciplinata dalla legge e non ci possono essere altri pseudocriteri per stabilire o meno la eventuale strumentalità" della richiesta". E, insieme a Danieli – prosegue Ferretti - si avventarono su Tremaglia molti del centrosinistra. Andatevi a rileggere le dichiarazioni di allora. Dunque – conclude il Consigliere del Cgie - Tremaglia aveva ragione e Danieli torto. E una. Alla prossima". (Italia Estera) -