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I lavori del congresso Assoenologi – Il messaggio del Capo dello Stato
NAPOLI, 3 LUG - (Italia Estera) - Si è aperto, oggi, ad Ischia il 61° congresso dell'Associazione enologi enotecnici italiani (Assoenologi), la più antica organizzazione di categoria, fondata nel 1891,115 anni fa.

Il vino italiano è tra i più apprezzati in Messico e in India, ma anche in altri paesi. Nel continente indiano, le vendite sono aumentate dell'80% negli ultimi quattro anni: segno, dicono gli esperti, di una vera e propria tendenza. I dati complessivi relativi alle esportazioni del 2005 che segnano un +10% complessivo. Una ripresa che però, secondo gli addetti del settore, deve essere ancor più incrementata, visto che, ad oggi, si esporta in soli 11 paesi.

Ai partecipanti al congresso è giunto il messaggio di saluto del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in cui ha sottolineato la tenacia dei viticoltori ma anche la lungimiranza degli imprenditori e la professionalità degli enologi. "In occasione dei suoi 115 anni di fondazione e del suo 61° Congresso esprimo vivo apprezzamento all'Associazione enologi enotecnici italiani per l'impegno profuso per la crescita del nostro settore - ha scritto il capo dello Stato - la tradizione coniugata all'innovazione ha portato la nostra enologia ad altissimi livelli, così grazie alla tenacia dei viticoltori, alla lungimiranza degli imprenditori ed alla professionalità degli enologi il vino italiano ha saputo conquistare molti mercati in Italia, in Europa, nel Mondo".

Il presidente dell'Assoenologi, Mario Consorte, si è detto contrario ai contributi a pioggia . E’ convinto invece che "eliminando alcuni contributi si taglierebbe una grande fetta di inutile burocrazia ed una fonte non trascurabile di illeciti". Ha accusato anche la troppa burocrazia, che starebbe esasperando cantine e produttori.

Il direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli, che è anche il presidente dell'Union Internationale des Oenologues, ossia della Federazione che in Europa riunisce le associazioni nazionali di categoria dei tecnici vitivinicoli dei diversi Paesi produttori, in merito è stato chiaro. "La forza del comparto sta nel vigneto ed il vino deve provenire, a differenza di quanto qualche paese europeo non sostiene, solo ed unicamente dall'uva - ha sottolineato - pertanto debbono essere eliminate quelle pratiche che non mirano a questo risultato". "Siamo fermamente impegnati per salvaguardare la la storia, la cultura e la tradizione dei nostri prodotti intimamente legati al territorio di competenza. Con questo però - ha aggiunto - non vogliamo mantenere il settore ancorato al passato, convinti che il progresso non si può e non si deve fermare".

Sull’utilità di indirizzarsi sui mercati emergenti è quanto ha sostenuto Stefano Raimondi, direttore Ufficio Vini e bevande Ice. "Esportiamo il 90% in soli 11 Paesi, occorre conquistare anche gli altri che sono oltre 200. "Del resto i dati 2005- afferma Raimondi - segnano una ripresa delle nostre esportazioni di tutta considerazione con un +10% nei volumi, toccando la soglia dei 15,7 milioni di ettolitri pari al 31% dell'intera produzione 2005 per un controvalore di 3000 milioni di euro (con un +3% rispetto al 2004)".

A detta di Andrea Ferrari, direttore dell’Ufficio Ice di Città del Messico quel paese è un mercato emergente e sta dando continue soddisfazioni ai nostri vini e l’Italia è ai primi posti per la vendita del vino spumante. "In Messico abbiamo avuto il 20% di crescita all'anno delle vendite di vino italiano - ha sottolineato Ferrari - Attualmente il nostro Paese occupa il quarto posto tra i paesi esportatori, dopo Cile, Francia, Spagna e Stati Uniti, con una quantità di 8,3 milioni nel 2005 e 6,7 milioni nel 2004, con una crescita di oltre il 25%. In questo ambito non va trascurato il fatto che il nostro Paese è tra i primi nelle vendite di vino spumante e quello più venduto è il Prosecco".

Giancarlo Lamio, direttore dell’ufficio Ice di New Delhi ha evidenziato il successo di vendite anche sul mercato indiano con un aumento addirittura dell'80%."Siamo di fronte ad un mercato che sta esplodendo secondo schemi e principi alquanto diversi da quelli europei che siamo abituati a considerare e valutare, ha detto. Il dato +80% non è da riferire alla variazione del 2005 sul 2004, bensì ad un incremento medio costante calcolato sugli ultimi quattro anni. Un dato che, quindi, acquista ancor più valore e interesse in quanto sinonimo di una tendenza". (Italia Estera) -



 
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