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27 mar 2006Quando la pace passa per un libro restaurato

Nella sala Galileo della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
illustrati i risultati di due corsi formativi per cinque bibliotecari di Baghdad

FIRENZE "Siamo felici di aver conosciuto la Toscana della solidarietà, della cultura e della pace, una Toscana che per noi è sorella". Si è commosso Mazen Asmin, direttore degli Archivi e della Biblioteca Nazionale di Baghdad, illustrando i risultati del corso di formazione che lui e altri quattro colleghi iracheni hanno frequentato dal dicembre scorso alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze con il contributo finanziario della Regione Toscana su progetto della ong "Un Ponte per ?".
L'incontro, ospitato nella sala Galileo della BNCF, ha fatto il punto sui due corsi di formazione svolti in poco più di tre mesi: il corso di restauro e quello di informatica, guidati da Gisella Guasti e Giovanni Bergamin, dirigenti della biblioteca diretta da Antonia Ida Fontana. Non poteva essere che il "laboratorio restauro" della BNCF a ospitare, a quarant'anni dall'alluvione, il corso che ha insegnato ai bibliotecari iracheni l'arte di rendere vita a volumi e manoscritti distrutti dall'acqua e dal fuoco.
Dopo l'ingresso delle forze multinazionali a Baghdad nell'aprile di tre anni fa, si è parlato di "memoricidio": risultano infatti persi, solo in questa biblioteca, più di 10 milioni di documenti e oltre un milione di libri. Da preziosi manoscritti con le prime traduzioni in arabo di Aristotele a importantissimi documenti sulla più recente storia irachena. E non si è certo trattato di un caso - ha aggiunto Fabio Alberti, presidente di "Un ponte per", ong che per prima entrò nella biblioteca distrutta - perché tutto è stato "la conseguenza del mancato rispetto di una convenzione internazionale sulla difesa del patrimonio culturale in caso di guerre, peraltro mai ratificata dagli USA".
Anche l'assessore al perdono e alla cooperazione internazionale della Regione Toscana ha puntato il dito sulla "follia di una guerra per la quale gli USA spendono ben 100 mila dollari al minuto e che non ha certo risolto nessuno dei problemi per i quali era stata dichiarata. Siamo anzi sull'orlo di una guerra civile - ha proseguito - il momento è drammatico ma noi manteniamo dritta la barra che non è solo quella del rifiuto teorico della guerra ma anche quella di lavorare, con la cura dei bambini e la salvaguardia dei libri, per il futuro di un grande Paese nel quale ci sono anche le nostre origini e che presto ci auguriamo di poter visitare dopo il patto stretto con queste due importanti biblioteche".
"Il nostro Paese spende 40 milioni di euro ogni mese per questa guerra - ha aggiunto Alberti - e basterebbero i soldi spesi in una settimana per ricostruire in modo definitivo le biblioteche di Baghdad". Nel corso dell'incontro - che si è concluso con una tavola rotonda moderata da Simona Torretta sulla conservazione del patrimonio culturale iracheno - sono stati mostrati quattro manoscritti ottomani e del periodo reale restaurati a Firenze ("Un piccolo esempio di quanto i colleghi potranno fare al loro rientro", ha detto Gisella Guasti illustrando le raffinate tecniche in uso a Firenze).
Ed è stato illustrato il lavoro svolto con l'altro corso, quello informatico, per mettere on line i documenti e creare il primo sito intenet della Biblioteca Nazionale irachena.(Italia Estera) -




 
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