FRANCO DANIELI: Una "tappa importante in quel coraggioso percorso di giustizia e verità intrapreso ormai da anni dal governo argentino e dal governo italiano"
ROMA, OTT. (Italia Estera) - Si è aperta presso l`Aula Bunker del carcere romano di Rebibbia la prima udienza dibattimentale contro cinque militari argentini accusati di aver cagionato la morte, dopo averne disposto ed operato il sequestro e averli sottoposti a tortura, di Angela Maria Aieta e di Giovanni e Susanna Pegoraro, tre italo-argentini residenti a Buenos Aires negli anni della dittatura militare argentina .
Il processo venne aperto dalla denuncia presentata il 9 giugno 1999, dalla signora Inocencia Luca, vedova dell`imprenditore veneto Giovanni Pegoraro e madre di Susana Pegoraro, entrambi desaparecidos e visti ancora in vita l`ultima volta nella caserma militare dell` ESMA da numerosi testimoni.
La denuncia riguardava anche il caso della signora Angela Maria Aieta Gullo, madre del dirigente della Juventud Peronista Juan Carlos Dante Gullo, anche lei vista all`ESMA. L`indagine italiana è andata avanti e i militari argentini sono stati rinviati a giudizio il 5 aprile scorso . Dalla "Escuela Superior de Mecanica de la Armada" (ESMA), sita nel centro di Buenos Aires, sono passate 5.500 persone, delle quali 4.400 sono state uccise e buttate in mare con i "voli della morte".
"Alla luce delle recenti notizie che arrivano dall`Argentina di desaparecion e di minacce di morte ricevute da giudici, funzionari e rappresentanti di associazioni impegnati nei recenti processi contro militari argentini, ritengo che il processo che si aprirà a Roma costituisca una tappa importante in quel coraggioso percorso di giustizia e verità intrapreso ormai da anni dal governo argentino e dal governo italiano" dichiara il Vice Ministro degli Affari Esteri con delega per gli Italiani nel Mondo, Franco Danieli. E` di questi giorni, infatti, la notizia che anche Estela Carlotto, presidente delle Abuelas de Plaza de Mayo, ha ricevuto minacce di morte durante l`udienza di un processo nella provincia di Mendoza.
"Non dobbiamo aver paura quando si cerca la verità" ha dichiarato Estela Carlotto, definendo codardi e traditori coloro che minacciano e attaccano fisicamente le persone che stanno lottando corpo a corpo per mantenere la democrazia e per la difesa dei diritti umani. (Italia Estera) -