Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
08 ott 2006CGIE: Alla Plenaria Question Time ed Ordini del Giorno

ROMA, 8 OTT. (Italia Estera) - Prima del termine dei lavori della terza giornata dell'Assemblea Plenaria del CGIE come di consueto di svolto il Question Time e successivamente sono stati messi all'approvazione dei Consiglieri gli Ordini del Giorno:
CGIE: Alla Plenaria Question Time: I consiglieri Nanna e Pinna sul perché "i Comites del Sud Africa sono penalizzati sui contributi
 
 ROMA, 8 OTT. (Italia Estera) - Question Time dei Consiglieri Riccardo Pinna e Giuseppe Nanna sul perché "i Comites del Sud Africa sono penalizzati sui contributi. Facciamo presente che il Comites di Durban ha ricevuto il 48% del contributo chiesto nel preventivo, Città del Capo non ha ricevuto un solo euro, Johannesburg ha ricevuto 1340 euro. Al momento sono i consiglieri dei Comites stessi ad autofinanziarsi o costretti a chiedere prestiti, per far fronte agli impegni presi".
 
La riposta è  stata del Consigliere Mario Trampetti, Capo dell’Ufficio 1 della Dgiepm, che ha spiegato come nella distribuzione dei fondi la Direzione Generale per gli Italiani all’estero si attiene a quanto disposto dalla legge 283 del 2003 e cioè usando tre criteri: quanti consiglieri siedono al Comites, numero degli italiani residenti nella circoscrizione, ampiezza della stessa.
"Il primo criterio – ha spiegato Trampetti - incide per il 45%, il secondo per il 30%, il terzo per il 5%; un altro 15% viene stanziato in merito alle condizioni socio-economiche del Paese in questione, mentre il 5% viene accantonato per imprevisti e comunque speso nell’anno di esercizio".
In base a tali criteri e tenendo presente che i fondi per i Comites ammontano complessivamente a 2.294.000 euro, a fine 2005 per il Comites di Città del Capo, dove abitano 6500 italiani sono stati stanziati 11.079 euro; per quello di Durban, con 3.562 connazionali residenti, 9.160 euro; per quello di Johannesburg, dove risiedono 15.527 connazionali, 12.921 euro. "Mentre il Comites di Durban ha presentato tutta la documentazione in modo corretto – ha precisato Trampetti – quello di Città del Capo ha presentato un bilancio consuntivo irregolare che nel mese di agosto gli è stato rimandato indietro per correzioni, mentre per quello di Johannesburg risulta alla Farnesina un saldo attivo di 11.789 euro. In quest’ultimo caso – ha spiegato il consigliere – la Ragioneria dello Stato, vista la disponibilità di fondi, impone per regolamento di decurtare quanto previsto. E così è stato fatto, ma – ha aggiunto ancora – il 29 settembre scorso è stata accolta per Johannesburg una richiesta integrazione quindi sono stati finanziati altri 10 mila euro per il 2006".
In attesa di leggere nero su bianco su quanto spiegatogli, il Consigliere Pinna si è detto soddisfatto.(Italia Estera) -
 
 
CGIE: Alla Plenaria Question Time: Il Brasile ignorato da Rai International
 
ROMA, 8 OTT. (Italia Estera) -   I Consiglieri brasiliani del Cgie, Petruzziello,  Pieroni, Araldi e  Laspro  hanno chiesto il perché Rai International  trascura il Brasile ed hanno chiesto chiarimenti in merito a tre precise questioni: quali sono i motivi che hanno indotto Rai International ad escludere il Brasile dall'itinerario delle tribune elettorali; perché Rai International fornisce ampia copertura alle riunioni delle commissioni Continentali del CGIE come quella dei Paesi Anglofoni Extraeuropei tenutasi a Montreal nel luglio scorso mentre ha ignorato la corrispondente riunione della Commissione Continentale dei Paesi dell'America Latina, tenutasi a metà luglio a Città del Messico; perché nel programma "Qui Roma" Rai International ignora sistematicamente le testate riguardanti l'America Latina, limitandosi a dare sporadicamente qualche informazione sul Venezuela.
A rispondere loro è stato Alfredo Orlando, Capo redattore centrale di Rai International e curatore delle tribune parlamentari all’estero, che ha brevemente ricordato i passaggi che hanno portato, lo scorso marzo, alla cancellazione di 5 tribune parlamentari sulle 13 previste dalla rete per questioni di budget.
Rai International chiese alla Presidenza del Consiglio 750 mila euro per sostenere le spese delle 13 tribune previste: di queste, in Sud America erano state previste a Caracas, Buenos Aires e San Paolo. La  Presidenza del Consiglio negò tale contributo e quindi per la ripartizione Sud America se ne dovette cancellare una. "A saltar fu proprio quella di San Paolo, ma senza nessun intento discriminatorio, quanto piuttosto per questioni logistiche e di bilancio". Sempre le "ragioni di bilancio" hanno comportato la mancata copertura della continentale. "In Canada – ha precisato Orlando – Rai International ha un giornalista free lance che ha un contratto che gli consente di coprire le spese di spostamento e, dunque, di rientrare nelle spese. Così, purtroppo, non è per il nostro corrispondente in Brasile, che ha un altro tipo di contratto".
Quanto alle testate italo-brasiliane che verrebbero ignorate da "Qui Italia", Orlando ha decisamente negato in quanto "in trasmissione diamo spazio ai giornali editi in Sud America che ci vengono inviati via internet. Se volete che ne parliamo – ha concluso - ce li dovete mandare".(Italia Estera) -
 
 
CGIE: Alla Plenaria Question Time: sulle procedure di riconoscimento della cittadinanza ai discendenti dell’impero austro-ungarico
 
ROMA, 8 OTT.  (Italia Estera) - I Consiglieri del Brasile Petruzziello e Pieroni hanno chiesto chiarimenti sulle procedure di riconoscimento della cittadinanza ai discendenti dell’impero austro-ungarico  perché dal Brasile i veneti che hanno fatto domanda di riconoscimento sono stati 18.500.
Dopo aver ricordato che la legge 379 del 2000 prevede che "per il riconoscimento della cittadinanza italiana alle persone nate e già residenti nei territori appartenenti all'Impero austro-ungarico ed ai loro discendenti, il Comune o il Consolato, ricevuta la dichiarazione, invierà copia della medesima unitamente ai documenti presentati ed al proprio parere al Ministero dell'Interno" e che sempre dalla legge si evince che "il Ministero, sentita la Commissione Interministeriale, comunicherà il parere rispettivamente al Comune o al Consolato. Nel caso di parere favorevole sarà il Comune o il Consolato che definirà la procedura comunicandone l'esito anche all'interessato richiedente" posto che "la decorrenza del riconoscimento della cittadinanza italiana sarà il giorno successivo a quello in cui è stata resa la dichiarazione", i due consiglieri hanno annotato come tale legge "dopo 5 anni è già stata prorogata, e che passati quasi 6 anni dall'invio delle prime pratiche alla Commissione Interministeriale a Roma ancora non se ne sa l'esito". Certi che "la Commissione lavora ad un ritmo lentissimo" Petruzziello e Pieroni hanno chiesto di sapere a che punto sono le richieste già pervenute alla Commissione Interministeriale, perché la Commissione Interministeriale valuti in modo così lento le pratiche inviate dai Consolati, e quali tempi si prevedono per lo smaltimento delle richieste giacenti.
A rispondere ai due consiglieri brasiliani è stato Augusto Vaccaro, Capo dell’Ufficio 3 della Dgiepm che, sentito il Ministero dell’Interno, ha spiegato che "La Commissione è composta da sei persone che, oltre a questo compito, sono impegnate in vario modo nelle Amministrazioni da cui provengono". Quanto alle indagini, sono "complesse, esigono  tempo e molto spesso sono ritardate da domande incomplete". Insomma, per il Viminale "più veloci di così non si può andare" e cioè esaminando dai 60 ai 100 casi in ogni riunione, che fanno circa 1000 in un anno.
Una risposta  deprimente, ma che nella sostanza ha soddisfatto i due richiedenti (Italia Estera) -
 
+++
 
CGIE: Alla Plenaria Question Time: Perché in Perù per il rinnovo del passaporto  ci vogliono 60 giorni solo per l’appuntamento
 
ROMA, 8 OTT. (Italia Estera) -  Il consigliere Giacomo Canepa (Perù) ha chiesto chiarimenti su tre questioni: perchè Perù Ecuador e Colombia sono i soli Paesi dell’ America Meridionale i cui cittadini hanno bisogno di "visti" per entrare in Italia; se è possibile in base alla normativa vigente che per un semplice rinnovo di passaporto si debba attendere 60 giorni per ottenere l'appuntamento, e poi altri 15 per la conclusione della pratica, come succede a Lima; a che punto si trova la richiesta fatta dalla Collettività Italiana del Perù per la restituzione dell’immobile della ex scuola Antonio Raimondi di Lima, consegnata al Governo Italiano dalla stessa Collettività per salvarlo da un possibile esproprio da parte del Governo Rivoluzionario nel Perù negli anni 70.
A rispondere a Giacomo Canepa è stato il consigliere Mario Trampetti, capo dell’Ufficio 1 della Dgiepm. Quanto al problema dei visti, "dopo Schengen la lista dei Paesi soggetti ad obbligo di visti è scelta dall’Unione Europea non dall’Italia. Anzi, anticipo che, contro il parere del nostro Paese, nei prossimi mesi verrà inserita in tale lista anche la Bolivia".

Sui ritardi per il rilascio dei passaporti, Trampetti ha ricordato che "gli appuntamenti in consolato hanno un ordine in base all’urgenza e alle scadenze. Posto che ex lege il passaporto deve essere rilasciato entro 15 giorni dal ricevimento della domanda, la Dgiepm avrà cura di verificare i motivi che causano il disservizio a Lima".

Poi la questione dell’immobile della ex scuola. "Tale edificio – ha ricordato Trampetti – fu donato all’Italia nel 1971, ma l’accordo è stato perfezionato solo nel 2002 per un vizio di procedura. L’Associazione Raimondi che ha occupato parte della Casa adesso lo ha richiesto indietro garantendo al tempo stesso ospitalità per il nostro II Consolato". Riconoscendo che "sono passati 4 anni dall’ultimo contatto avuto con i responsabili in Perù" Trampetti ha assicurato che "la Direzione Generale affari amministrativi ha assicurato che fornirà il suo apporto e la sua competenza per raggiungere un accordo tra l’ente e l’Ambasciata d’Italia".

Il Consigliere Canepa si è detto soddisfatto della risposta sul terzo quesito, ma non altrettanto sulle risposte fornite da Trampetti sui primi due. (Italia Estera) -
-
CGIE: GLI ORDINI DEL GIORNO APPROVATI 
COPERTURA SANTARIA DEI CITTADINI RESIDENTI ALL’ESTERO  - Il CGIE, riunito in assemblea plenaria dal 4 ottobre scorso, ha approvato, oggi, 6 ottobre, un ordine del giorno presentato dal Gruppo di Lavoro Sanità sul finanziamento di un’indagine conoscitiva volta a determinare la situazione della copertura sanitaria dei cittadini italiani residenti all'estero. In particolare, il Consiglio ha approvato l’indagine, con riserva di sapere quanto questa verrà a costare.
"Il Gruppo di Lavoro della Sanità – si legge nel documento - presenta l'ordine del giorno alla quale hanno aderito tutte le Commissioni Continentali e la II Commissione Tematica.
Ricordato che il diritto alla salute e alla sua tutela è un diritto fondamentale per ogni persona ( Carta dei Diritti dell'Uomo); ricordato che il diritto all'assistenza sanitaria per i cittadini italiani aventi lo status di emigrato residente all'estero, è regolato per legge per i paesi convenzionati e non convenzionati tramite accordi bilaterali; ricordato che la prestazione sanitaria viene erogata dall'Ente Sanitario locale territorialmente competente in base alla dimora dell'assistito; ricordato che negli Stati convenzionati e non convenzionati risiedono cittadini italiani non assicurati oppure con copertura assicurativa sanitaria non sufficiente; ricordato che per offrire un supporto in materia di sanità alle nostre ed ai nostri connazionali all'estero in stato di indigenza o di forte disagio, sarebbe opportuno prevedere una assicurazione sanitaria integrativa cui costi dovrebbero essere addebitati in modo primario allo Stato con la partecipazione delle Regioni; chiede che parte dell'avanzo del CGIE per l'esercizio finanziario 2005-2006, venga utilizzato al fine di realizzare un indagine conoscitiva per: determinare il numero di cittadine e cittadini italiani residenti all'estero non assicurati oppure con coperture sanitarie non sufficienti; completare una mappatura secondo il paese di residenza delle cittadine e cittadini italiani bisognosi sulla base di requisiti ben definiti usando come fonti le informazioni già acquisite sia attraverso i Consolati che i Piani Paese; studiare gli interventi necessari ed i relativi costi dell'eventuale assistenza da parte delle Regioni e dello Stato; esaminare soprattutto in Europa la questione della mobilità sanitaria e le sue ripercussioni negative per quanto riguarda l'assistenza di cui necessita la cittadina o il cittadino italiano quando si cura all'estero; considerare con particolare attenzione tutte quelle patologie che mettono a rischio la salute e la sua prevenzione del genere femminile (maternità, fecondità, neoplasie e patologie delle anziane); il completamento dell’indagine conoscitiva dovrebbe completarsi entro il 30 giugno 2007"
INDEBITI  (INPS) Istituto Nazionale Previdenza Sociale - Il CGIE, riunito in assemblea plenaria dal 4 ottobre scorso, ha approvato, oggi, 6 ottobre, durante l’ultima giornata di lavori, un ordine del giorno presentato dalla Seconda Commissione Tematica - Tutela e Sicurezza Sociale, sugli Indebiti Inps.
"La Seconda Commissione Tematica – si legge nel documento - ha preso atto che è in corso la campagna dell'INPS per l'accertamento dei redditi relativi agli anni 2004 -2005 dei pensionati italiani residenti all'estero. Le dichiarazioni rese saranno suscettibili di modificare l'importo delle eventuali maggiorazioni sociali spettanti.
Tenuto conto che in occasione della prima analoga campagna svoltasi nel 2003, sono venute a determinarsi situazioni debitorie nei confronti dell'Istituto e che le conseguenti azioni di recupero sono state attivate solo negli ultimi mesi e la relativa comunicazione ricevuta dagli interessati da parte dell'Agenzia delle Entrate di Pescara, indica l'importo da restituire senza alcuna informazione sul motivo che ha determinato l'indebito e le modalità relative al calcolo.
La Seconda Commissione Tematica ritiene inammissibile che persone anziane, in condizioni disagiate, se già titolari di maggiorazione, siano oggetto di ingiunzioni non corredate da adeguata informazione, motivazione e, quindi, chiede che il CGIE intervenga presso l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale affinché le decisioni contengano in futuro adeguate informazioni e menzionino esplicitamente il motivo dell'indebito e l'illustrazione di come si è costituito, allegando il foglio di calcolo dell'importo di cui si chiede la restituzione. Sia chiaramente indicata l'autorità deputata a ricevere i ricorsi in caso di contestazione".
 
CONTRIBUTI ALLA STAMPA PERIODICA ITALIANA ALL'ESTERO  - Il CGIE, riunito in assemblea plenaria dal 4 ottobre scorso, ha approvato con due astenuti, oggi, 6 ottobre, durante l’ultima giornata di lavori, un ordine del giorno presentato dal Consigliere Giovanni Rapanà, sui contributi alla stampa periodica italiana all'estero.
"Considerata la funzione essenziale dell'informazione italiana all'estero – si legge nel documento - come ampiamente evidenziato nelle prime quattro consultazioni elettorali col voto per corrispondenza, e come verificato in particolare per le elezioni politiche del 2006, il CGIE chiede che la Presidenza del Consiglio prenda in considerazione almeno il raddoppio dello stanziamento per la stampa periodica italiana all'estero, rimasto immutato a circa 2 milioni di euro dall'anno 2000, nonostante i costi di produzione enormemente accresciuti nel frattempo e che mettono a repentaglio la sopravvivenza stessa di numerosi organi d'informazione nelle realtà italiane di varie parti del mondo.
A tale proposito, raccomanda il seguente emendamento alla Legge 7 marzo 200l, n. 62 (Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla Legge 5 agosto 1981, n. 416), Art. 3 (modalità di erogazione delle provvidenze in favore dell'editoria) Il comma 1. dell'art. 3 va cambiato come segue: "A decorrere dal 10 gennaio 2005 l'importo di 4 miliardi in lire previsto per i contributi di cui all'art.26, primo comma, della Legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, è aumentato a 4 milioni di euro".
 
FINANZIAMENTI A FAVORE DI PROGETTI PER L’OSSERVATORIO DELLE DONNE  - Il CGIE, riunito in assemblea plenaria dal 4 ottobre scorso, ha approvato all’unanimità, oggi, 6 ottobre, durante l’ultima giornata di lavori, un ordine del giorno presentato dal Gruppo Donne, composto da Maria Rosa Arona, Silvana Mangione, Filomena Narducci, Marina Piazzi, Anna Pompei Ruedeberg, Marina Salvarezza, Alessandra Fais, Daniela Tofanelli Costa, su su eventuali finanziamenti a favore di progetti per l’Osservatorio delle Donne.
"Il Gruppo Donne – si legge nel documento - si congratula con i parlamentari eletti nella Circoscrizione Estera e lamenta la debole presenza di donne nel gruppo dei parlamentari neoeletti.
In attesa dell'approvazione del disegno di legge sull'Osservatorio delle Donne che è stato presentato nella scorsa legislatura dall'On. M. Sereni - M. Baldi, il Gruppo Donne CGIE sente l'urgenza di realizzare progetti a sostegno del ruolo socio-politico delle donne italiane emigrate.
A questo scopo il Gruppo Donne desidera pertanto far richiesta al Consiglio Generale degli Italiani all'Estero di farsi parte attiva presso le sedi competenti al fine di poter fruire di un finanziamento a favore di progetti di tipo propedeutico all'Osservatorio che il Gruppo Donne presenterà nella prossima Assemblea Plenaria del Dicembre prossimo".
 
LAVORO TRANSFRONTALIERO E I DIRITTI DEI LAVORATORI ALL’ESTERO   - Il CGIE, riunito in assemblea plenaria dal 4 ottobre scorso, ha approvato all’unanimità, oggi, 6 ottobre, durante l’ultima giornata di lavori, un ordine del giorno presentato dal Consigliere Claudio Pozzetti, sul lavoro transfrontaliero e sulla tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri italiani.
"Il fenomeno del lavoro transfrontaliero – si legge nel documento - ha assunto caratteristiche sempre meno transitorie e più strutturali in Italia e in Europa: l’integrazione è una strada senza alternative per evitare conflitti sociali difficilmente governabili.
In un mondo sempre più globalizzato e interdipendente si rende necessario arginare una competizione realizzata sull’abbattimento salariale e dei diritti, occorre un sistema armonizzato di imposte europeo e, per quanto riguarda le prestazioni sociali e il mercato del lavoro, è necessario richiedere maggiore trasparenza e uguaglianza fra lavoratori, indipendentemente da nazionalità e residenza, con lo scopo di superare la precarietà.
In considerazione di tutto ciò, il fenomeno del lavoro transfrontaliero è una risorsa fondamentale per il consolidamento dello sviluppo economico e per il miglioramento delle condizioni sociali dei territori interessati.
Per quanto riguarda i rapporti tra Italia, Repubblica di San Marino e Principato di Monaco bisogna mantenere al centro la tutela dei diritti contrattuali, previdenziali, assistenziali e fiscali; innescare il principio di reciproca trasparenza amministrativa; applicare le normative europee in tema di superamento di qualsiasi tipo di discriminazione nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri, ivi compresi i cosiddetti lavoratori atipici.
Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero rivolge particolare attenzione ai problemi che riguardano la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri italiani negli Stati con i quali non sono ancora in vigore Convenzioni internazionali, quali Repubblica di San Marino e Principato di Monaco. Vanno affrontate in particolare le problematiche di carattere fiscale e quelle relative ai trattamenti discriminatori applicati ai lavoratori italiani. Per risolvere in maniera compiuta i problemi sopra esposti, possono essere seguiti percorsi non in alternativa fra loro: Convenzioni fra nazioni e/o provvedimenti legislativi nazionali.
Considerata la ristrettezza dei tempi ed in vista dell’imminente varo della Legge finanziaria 2007, il CGIE ribadisce la necessità di una soluzione ponte, da inserire nella finanziaria stessa, rappresentata da un adeguamento della franchigia fiscale finora in vigore".
 
CAPITOLI DELLA FINANZIARIA DEDICATI AGLI ITALIANI ALL’ESTERO   - Il CGIE, riunito in assemblea plenaria dal 4 ottobre scorso, ha approvato all’unanimità, oggi, 6 ottobre, durante l’ultima giornata di lavori, un ordine del giorno sui capitoli della Finanziaria dedicati agli italiani all’estero, presentato dai Consiglieri Michele Schiavone e Silvana Mangione.
"Il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero – si legge nel documento - in attesa di poter esaminare in dettaglio le previsioni di spesa, contenute nella Finanziaria 2007, che hanno specifica incidenza sulle comunità italiane residenti fuori dai confini, esorta il Governo e il Parlamento a dare un segnale forte di concreto apprezzamento per le reali potenzialità di internazionalizzazione del sistema Paese che esse rappresentano, negli ambiti di politica estera, cultura, formazione e sviluppo.
Il lungo percorso della partecipazione democratica di tutti i cittadini alla vita dell'Italia, iniziato con la Costituzione repubblicana nel '48 e concluso con l'ingresso alla Camera e al Senato di parlamentari eletti dagli italiani all'estero, deve essere accompagnato sia da una volontà di innovazione nei rapporti internazionali che da forme di tutela dei diritti e di mantenimento di scambi sempre più stretti fra la patria d'origine e le collettività, nel riconoscimento di una vera unità nazionale.
A garanzia del perseverare del contributo offerto dalla rete allargata della presenza italiana nel mondo, pur nella situazione di austerità in cui versa il nostro Paese, rimangono imprescindibili gli investimenti tesi ad assicurare e moltiplicare le iniziative di insegnamento e diffusione di lingua e cultura, i corsi di formazione professionale, i servizi forniti dalla rete diplomatico-consolare, un'informazione pluralistica, senza penalizzare gli interventi di solidarietà a difesa delle fasce più deboli in situazioni di indigenza.
Nuovi strumenti di legislazione dovranno rispondere all'esigenza del rientro di esponenti della mobilità nel campo della ricerca medica, scientifica e artistica, spinti a trovare sbocchi di inserimento, che spesso diventano definitivi, con notevole impoverimento per l'Italia e vantaggi per le strutture estere di accoglienza.
In qualunque società civile, la piena integrazione di gruppi nazionali diversi si afferma attraverso l'abitudine all'esercizio della democrazia, perciò è necessario continuare a rafforzare gli organismi elettivi, come i Com.It.Es. e il CGIE, rivisti nei loro poteri e funzioni alla luce del completato quadro di rappresentanza degli italiani all'estero. L'esperienza diretta di generazioni di italiani fuori d'Italia potrà rivelarsi utile nella definizione dell'attuale proposta di riforma degli assetti di trasmissione e acquisto di cittadinanza e del concetto di nazionalità.
Siamo certi che in fase di dibattito sulle linee di rigore, equità e sviluppo della Finanziaria verranno tenute in seria considerazione le nostre minime indicazioni di investimenti per le comunità, che saranno ampiamente ripagati dal loro continuo, crescente impegno a supporto della promozione del sistema Italia all'estero".
 
RIAPERTURA DEL CONSOLATO DI TANGERI  - Il CGIE, riunito in assemblea plenaria dal 4 ottobre scorso, ha approvato all’unanimità, oggi, 6 ottobre, durante l’ultima giornata di lavori, un ordine del giorno su "Riapertura del Consolato di Tangeri" presentato dal Consigliere Franco Santellocco.
"Il CGIE – si legge nel documento - , visto anche l'Odg N. l del tema approvato dalla Commissione Continentale Europea ad Africa del Nord durante i suoi ultimi lavori (Bruxelles 14-16 settembre 2006), auspica, ed impegna il Governo ad una nuova riflessione sulla effettiva riapertura del Consolato di Tangeri, anche alla luce degli ultimi attuali specifici e rilevanti interessi politici e socio-economici del nostro Paese nell'area Mediterranea e, sul punto, del rafforzamento dei rapporti economici fra Italia e Marocco". (Italia Estera) -
 
 
 



 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati