Lo scorso 21 aprile si è riunito l’Ufficio di Presidenza della Consulta Nazionale dell'Emigarzione. Era la seconda volta dopo il rinnovo degli organismi. Dialogo intenso, confronto, concretezza, entusiasmo hanno caratterizzato la riunione.
ROMA - Concretezza, proficuo dialogo con le istituzioni e consapevolezza di poter dare un contributo essenziale per la crescita del rapporto fra gli italiani all'estero e la madrepatria nella prospettiva inedita aperta dalla storica prima presenza in Parlamento di connazionali eletti dall’estero. E' stata all'insegna della fiducia e della voglia di cambiamento la seconda riunione del nuovo organigramma del Cne, la Consulta Nazionale dell'Emigrazione che, in azione solo da alcune settimane, con la presidenza di Rino Giuliani, intende guardare all'immediato futuro con rinnovato spirito propositivo ed una unità di intenti.
L’obiettivo comune di tutti i componenti: dare una svolta alla rappresentanza dell’associazionismo valorizzando al massimo le ragioni costitutive, gli interessi degli italiani all’estero che sono alla base dell’esistenza della CNE.
Su tale punto di forza la riaffermazione del patto comune è stato sottolineato da tutti gli intervenuti consapevoli delle responsabilità assunte e del grande lavoro unitario che le associazioni hanno di fronte.
Ad aprire l'assemblea, tenutasi lo scorso 21 aprile presso la sede dell’Istituto Fernando Santi di Roma, una relazione di Rino Giuliani, che con grande pragmatismo, atteggiamento accolto molto positivamente da tutti i membri della Consulta, ha riassunto i punti chiave, la linea operativa di una Cne che coglie nella positiva elezione dei parlamentari provenienti dalle Ripartizioni Estere, lo stimolo alla assunzione di maggiori responsabilità .
Di pari passo con i cambiamenti altrettanto positivi che nell'ambito della politica dell'emigrazione del nostro Paese saranno introdotti dall’azione parlamentare dei nuovi eletti, cambierà per intensità ed aderenza alle esigenze delle nostre comunità la presenza delle associazioni nazionale e regionali.
Sbaglia chi pensa di contrapporre le une alle altre confondendo la valorizzazione delle istanze regionali con una rivincita localistica su quanto si muove sul piano nazionale.
La CNE si aspetta dal parlamento un concreto gradualismo che tenga conto dello sforzo di tutto il paese di uscire dalle difficoltà odierne ma che , tuttavia,dia risposte certe agli italiani all’estero.
Una agenda dei primi cento giorni per gli italiani all’estero, un programma attraverso il quale molto presto le parole dovranno lasciare spazio ai fatti è quanto viene auspicato.. Questa la linea che Giuliani, di pari passo con tutti i membri del Cne, intende percorrere. Nello specifico alcune priorità sono già venute fuori dalla relazione di Giuliani e dal dibattito che sulla stessa si è poi sviluppato nella riunione ma la Consulta ritiene che la sua proposta debba passare al vaglio di una discussione interna specifica, più ampia prevista per metà giugno con la partecipazione anche di tecnici qualificati .
"Il Cne - dice Giuliani dovrà ancora una volta e più di prima svolgere il suo ruolo di mediazione e di sintesi di quanto emerge dalle nostre comunità all’estero, di confronto e dialogo con le istituzioni , ai diversi livelli, andando a costruire un metodo d’interlocuzione periodica con i parlamentari eletti all'estero la maggioranza dei quali proviene ed è espressione del mondo associativo che la CNE rappresenta.
. Perchè il Cne - ribadisce il presidente - pur non avendo la funzione decisionale propria di altre forme della rappresentanza - ha da sempre un grande specifico ruolo di orientamento e di rappresentanza e deve continuare ad averlo:
Sostenere ed appoggiare quanti operano nella politica d'emigrazione, e per appoggio e sostegno si intende la promozione di attività, incontri e la realizzazione di progetti che possano costituire linfa vitale per chi poi dovrà trasformare tutto questo in emendamenti e leggi. Parlo di contributo concreto attraverso il dialogo ed una partecipazione attiva a tutto il sistema". In particolare Giuliani, come poi faranno via via tutti gli altri membri della Consulta, si riferisce al rischio paventato da qualcuno che l'elezione dei parlamentari provenienti dall'estero possa in un certo qual modo sminuire il ruolo delle regioni e dell'associazionismo, che rappresenta, come avrà modo di dire anche De Martin nel suo intervento, il cuore pulsante della Cne. "In alcun modo - dice il presidente –il reuolo delle regioni e l'associazionismo sarà soffocato e sminuito dalla presenza dei neoparlamentari. Anzi, il loro ruolo e la loro voce valorizzerà l'operato del Cne, affinchè tutti si possa lavorare per il medesimo obiettivo".
Nella tabella fissata da Giuliani e dai membri della Consulta ci sarà prima di tutto la richiesta, nei prossimi giorni, di un incontro preliminare con i parlamentari, per dare loro il benvenuto ed un augurio di buon lavoro.
Poi Giuliani ha illustrato l’ipotesi della giornata di lavoro di giugno dalla quale il proposito è di uscire con una rafforzata capacità propositiva rivolta agli interlocutori istituzionali, a partire dal Parlamento. "
Ciò che conta più di tutto, al di là dei singoli punti di vista è l'interesse dei nostri connazionali nel mondo".
Per tale fine, ò stato detto. ci sentiamo tutti impegnati a far fare un passo indietro alle polemiche di mero schieramento ed a far prevalere il confronto costruttivo sui dati reali.
"Il risultato delle elezioni all'estero ci carica di legittima soddisfazione e non potrebbe essere altrimenti:
E’ vero che alla luce di quanto avvenuto nell'organizzazione e nelle modalità di voto si poteva e si doveva fare meglio, ma non possiamo ignorare che siamo di fronte ad un evento storico... Ma naturalmente politica di emigrazione non vuol dire solo voto: vuol dire analizzare a fondo tutte le problematiche che riguardano i nostri connazionali nel mondo, questioni scottanti ed attuali come l'assistenza sanitaria in particolare per i meno abbienti, e ancora pensioni, informazione, lingua, cultura e lavoro".
Via via hanno preso la parola tutti gli altri componenti del Cne, e nei vari discorsi sono emerse numerose questioni molto importanti, tra le quali in particolare quella di Ricci, ampiamente condivisa da tutti, che ha sollevato il delicato interrogativo del Ministero degli Italiani nel Mondo. "Ho sentito da più parti che il nuovo Governo Prodi potrebbe eliminarlo. Sinceramente mi auguro proprio di no. Dopo quanto verificatosi con il voto degli italiani all'estero sarebbe una contraddizione inspiegabile, un passo indietro pericoloso e dannoso". Ancora nell'ambito dell'assistenza sanitaria agli italiani all'estero indigenti è stata lanciata la proposta di attingere al Fondo Nazionale Sanitario, idea subito rilanciata anche da Giuliani e della quale sicuramente si discuterà di nuovo nelle prossime riunioni d’approfondimento.
Alfredo Iannaccone/Italia Estera