OTTAWA, 3 OTT. (Italia Estera) - Mi sia concesso intervenire in questa polemica che da alcuni mesi e’ in atto sulla necessita’ di mantenere o meno il C.G.I.E.
Che vi sia un consiglio che si occupa degli italiani all’estero puo’ essere utile per far sentire agli organi istituzionali italiani la voce di chi vive all’estero, solo che questa voce bisogna veramente che sia ascoltata, mentre l’impressione che abbiamo e’ quella che ultimamente il C.G.I.E. stia perdendo la loro autorita’ e lo scopo per il quale sono stati nominati e NON ELETTI. E qui sta il punto principale di tutta la questione.
Se quelli del C.G.I.E. pretendono di essere i rappresentanti degli italiani che vivono all’estro dovrebbero essere eletti da costoro e non dai Comites, cosa che e’ avvenuta con le elezioni dei Deputati e Senatori eletti nella circoscrizione estera., scelti da tutti i votanti.
Se dovessimo chiedere ai nostri connazionali che vivono fuori dall’Italia se conoscono sia il C.G.I.E che le funzioni di questo orgamismo, ci renderemo conto che solamente un misero cinque per cento ne sa qualcosa ed in maniera confusa. Allora come si puo’ pretendere di essere rappresentati da qualcuno che ci e’ sconosciuto ? E che cosa ha fatto il C.G.I.E per rompere questa situazione di indifferenza? Ben poco se non nulla. Non so nelle altre nazioni, ma qui nel Nord-America io non ho mai sentito o avuto sentore che i componenti di questo Consiglio abbiano mai tenuto qualche riunione pubblica importante nella quale lo scopo principale era quello di farsi conoscere dalla comunita’. Sono stati eletti dai membri dei Comites, in una riunione a porte chiuse, e basta.
La gente si e’ accorta di loro solo durante la campagna elettorale dove, in moltissimi casi , le diatribe interne e di partito di appartenenza hanno avuto il sopravento su quella che invece era la loro missione e cioe’ il rappresentarci in Italia.
Sui diciotto eletti, moltissimi di questi onorevoli o senatori erano membri del C.G.I.E e continuano ad esserlo ancora oggi. Questa situazione non puo’ perdurare perche’ il voler sedere sia al Parlamento, che al Senato e nello stesso tempo nel Consiglio dei C.G.I.E. dimostra da parte loro un voler occupare ad ogni costo piu’ poltrone. Il loro posto dovrebbe essere occupato da altre persone della comunita’ le quali meritano la qualifica per il costante e continuo rapporto con la comunita’ della nazione dove risiedono.
Come possono i Deputati e Senatori eletti essere nello stesso tempo a Roma ed all’estero? Gia’ si lamentano che non hanno tempo sufficiente per tornare a casa e passare un po’ di tempo con le loro famiglie, immaginiamoci se possono anche partecipare attiviamente, giorno dopo giorno, alla vita sociale degli italiani che vivono all’estero.
‘Vox populi:vox Dei” dice l’antico adagio, e questo non puo’ essre applicato per i C.G.I.E i quali pretendono rappresentare gli italiani all’estero e da questi non sono affatto conosciuti. Allora, che finalmente essi siano eletti da tutti e non dai Comites e dopo, chi e’ stato eletto al Parlamento ed al Senato abbia l’onesta’ di dimettersi e lasciare il posto ad altri.
Luciano Gonella/Italia Estera