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12 feb 2006RADIO VATICANA: COMPIE 75 ANNI

La voce del Papa e della Chiesa in dialogo con il mondo
CITTA' DEL VATICANO, 12  feb –(Italia Estera) - "Con lo strumento della radio, e poi della televisione, il messaggio del Vangelo e le parole dei Papi hanno potuto raggiungere più rapidamente e facilmente tutte le genti". Così papa Benedetto XVI, subito dopo la recita dell'Angelus, ha voluto ricordare il ruolo dei mezzi di comunicazione nel 75/mo anniversario dell'inaugurazione della Radio Vaticana, che ricorre oggi e che visiterà il prossimo 3  marzo.
Il Papa, parlando di tale ricorrenza, ha ricordato che il 12 febbraio di 75 anni or sono ci fu "il primo radiomessaggio al mondo del papa Pio XI, che aveva dato incarico allo scienziato Guglielmo Marconi di costruire la stazione radiofonica del Vaticano".
 Settantacinque anni, ma non li dimostra la Radio vaticana. Voluta da Pio XI e messa in piedi da Guglielmo Marconi, voce del Papa e della Chiesa in tutto il mondo, in grado di raggiungere le sue 'pecorelle' anche laddove sono perseguitate, festeggia oggi  il suo settantacinquesimo compleanno.
Il suo atto di nascita è alle 16,49 del 12 febbraio 1931, quando Pio XI trasmise il primo radiomessaggio, in latino, presenti Guglielmo Marconi e la curia romana (qui ritratti nella foto storica dell'inaugurazione, concessaci da radiomarconi.com) .
"Udite, o Cieli, quello che sto per dire; - diceva papa Ratti stupito - ascolti la Terra le parole della mia bocca. Udite e ascoltate popoli lontani".
Da quel primo radiomessaggio in cui Pio XI manifestava tutto il proprio stupore per quelle "onde che nessuno ode, nessuno sente o palpa", ne è stata fatta di strada.
Oggi la coraggiosa emittente - di proprietà della Santa Sede e affidata alle cure dei gesuiti - trasmette per oltre 60 ore al giorno, su 5 reti, in 48 lingue, compreso il latino, ma è in grado di utilizzare anche idiomi africani.
Le funzioni religiose sono diffuse in tutte le lingue, dall'italiano al cinese, e nei vari riti, dal latino al maronita. L'emittente trasmette, inoltre, via Internet e via satellite. Stare al passo con l'evoluzione tecnologica richiede prontezza ma porta vantaggi. Le nuove tecnologie consentono notevoli risparmi rispetto agli impianti tradizionali basati sui trasmettitori a terra.
 Negli ultimi anni la Radio ha ridotto l'emissione di onde elettromagnetiche per portarle entro limiti ancora più bassi di quelli ammessi dalla normativa internazionale ma non si è ancora conclusa la vicenda giudiziaria che la vede accusata di aver emissioni elettromagnetiche dannose per la salute. E mentre la magistratura romana ancora indaga, gli impianti a terra, comunque, non possono essere completamente dismessi, visto che in molte aree del mondo sono ancora indispensabili.
 la Radio inoltre fa ancora largo uso delle onde corte specialmente in paesi come Cuba, Cina o Vietnam, che cercano di ostacolare l'informazione non di regime. Le onde corte del resto sono sempre state un asso nella manica dell'emittente vaticana: non possono essere ostacolate dal potere e hanno veicolato tutti i messaggi della Radio verso l'Europa dell'Est negli anni della guerra fredda e prima della caduta del comunismo; nel '41 inoltre consentirono il fallimento dell'ordine del nazista Goebells di 'far tacere quella radio' che trasmetteva resoconti sulla repressione nei territori occupati dalle truppe tedesche.
 La macchina della Radio si muove grazie al lavoro di circa 400 tra redattori, tecnici e amministrativi, di 58 diverse nazionalità; collaborano inoltre alcune decine di religiosi, per metà gesuiti e c'é una rete mondiale di 150 corrispondenti, che consentono di realizzare il più bel giornale radio.
 Gli ascoltatori si calcolano in milioni e la radio può contare su una diffusione planetaria anche grazie alle centinaia di emittenti, cattoliche e non, che li rilanciano. Il bilancio è sostenuto dalla Santa Sede senza l'ausilio della pubblicità che ancora oggi è giudicata inpensabile.
 * * *
12 FEBBRAIO 1931: nasce HVJ la stazione RADIO VATICANA

Le prime parole del Papa Pio XI alla Radio:
"Udite o Cieli, quello che sto per dire; ascolti la terra le parole della mia bocca. Udite e ascoltate o popoli lontani"

Dalle cronache del tempo
12 febbraio 1931: a Roma é una giornata rigida ma limpida, spira una leggera tramontana. L'EIAR annuncia: "Temperatura massima 12 gradi, minima meno 1. La depressione nordica continua a spostarsi verso Levante, interessando tutta l'Europa Settentrionale..."
Ma la notizia del giorno é un'altra. Una nuova era delle comunicazioni sta per aprirsi. Proprio quel 12 febbraio, la stessa stazione dell'EIAR diffonde l'annuncio di un collegamento con la Città del Vaticano alle 16,30 per un evento speciale.
Nei giardini del piccolo Stato, cui é stato dato riconoscimento da appena due anni attraverso la stipula dei Patti Lateranensi, c'é un'insolita animazione.

Un nuovo fabbricato dalle linee sobrie, ma piacevoli, é stato eretto da poco tempo per ospitare le apparecchiature della Stazione Radio Vaticana "HVJ".
Progettata da Guglielmo Marconi, con la consulenza scientifica dell'illustre padre gesuita Giuseppe Gianfranceschi, nominato direttore dell'emittente vaticana da Pio XI, la stazione radio ha una potenza di 15 kW e trasmette sulle lunghezze d'onda
di m. 19,84 e 50,26.

Dal fabbricato della stazione, i cavi coassiali passano attraverso un tunnel sotterraneo e convogliano la radiofrequenza sugli aerei esterni sostenuti da due torri in ferro, progettate in forma e misura tali da non turbare l'estetica della dimora pontificia. Si tratta di antenne a greca Franklin, alte ed eleganti, un vero prodigio delle tecnica.

La stazione radio progettata da Marconi é inoltre tra le prime stazioni europee da cui sia possibile comunicare in duplex con altre stazioni di tutto il mondo.
Ma ritorniamo alla cronaca di quel giorno. Già dalle 15 tutte le adiacenze della Stazione sono state tenute sgombre dai Gendarmi Pontifici. Sulla palazzina che si affaccia su un ampio spiazzo con uno splendido giardino sottostante, sventolano due pennoni coi colori pontifici. All'interno dell'impianto radio, gli ingegneri
della Compagnia Marconi e gli operatori agli ordini di Padre Gianfranceschi stanno nel frattempo eseguendo le ultime prove di collegamento con stazioni radiofoniche e radiotelegrafiche di tutto il mondo.

Le 15,30: Guglielmo Marconi con la consorte fa ingresso nella palazzina. Si reca subito nella Sala degli amplificatori per una serie di collegamenti intercontinentali:
New York, Melbourne, Quebec.

Prima dell'arrivo del Santo Padre, una breve cerimonia di benedizione degli impianti.
E' il sacrista Monsignor Zampini a procedere al rito. Per l'occasione viene pronunciata una preghiera composta dallo stesso Pio XI: "...praedicate Evangelium omni creaturae, benedic hanc machinarum seriem ad etheris undas ciendas ut apostolica verba cum longinquis etiam gentibus communicantes, in unam tecum
familiam congregemur..."

Frattanto un plotone della Guardia Svizzera e della Guardia Palatina di Onore di schierano dinanzi all'edificio. Subito dopo giunge un drappello delle Guardie Nobili, i Sediari Pontifici e il Decano di Sala.

Nella sala degli amplificatori continuano i collegamenti intercontinentali. Il marchese Solari e l'ingegner Mathieu trasmettono al mondo la cronaca dell'evento. Alle 16,12 cessa il collegamento con New York: l'arrivo del Pontefice é imminente.

L'annuncio viene ripetuto in francese e spagnolo alle 16,15, poi le trasmissioni s'interrompono e viene tolta la corrente, in attesa che sia il Papa stesso ad attivarla di nuovo.

Alle 16,20 squilli di tromba annunciano l'arrivo di Pio XI. Nell'atrio il Papa si sofferma a benedire la lapide commemorativa dell'evento, poi raggiunge la sala delle macchine. Su indicazione dei tecnici, chiude i circuiti elettrici e attiva le apparecchiature. Nella Sala dei trasmettitori procede all'attivazione dei circuiti complementari. La prima trasmissione ufficiale in telegrafia, ha luogo nella Sala del traffico. Il Papa pone mano al tasto telegrafico per trasmettere al mondo la frase: "In Nomine Domini, Amen".

Poi é la volta di Guglielmo Marconi, che pronuncia un breve, significativo discorso:
"...Le onde elettriche trasporteranno in tutto il mondo attraverso gli spazi la Sua parola di pace e di benedizione. Per circa venti secoli il Pontefice Romano ha fatto sentire la parola del Suo Divino Magistero nel mondo; ma questa é la prima volta che la Sua viva voce può essere percepita simultaneamente su tutta la superficie della terra. Con l'aiuto di Dio che tante misteriose forze della natura mette a disposizione dell'umanità, ho potuto preparare questo strumento che procurerà ai fedeli di tutto il mondo la consolazione di udire la voce del Santo Padre..."

Segue un lungo attimo di silenzio, all'interno della palazzina si ode solo il ronzare delle apparecchiature elettriche, poi il Papa, con voce chiarissima, comincia a parlare. Sono le 16,49 Il testo del primo radiomessaggio, mai pronunciato da un Pontefice, é redatto in latino, scritto dal Papa di suo pugno e arricchito da innumerevoli passi della Sacra Scrittura: "Udite, o Cieli, quello che sto per dire; ascolti la terra le parole della mia bocca... Udite e ascoltate o popoli lontani".

Il Papa rende gloria a Dio e a Cristo Redentore, poi si rivolge all'episcopato e al clero, ai religiosi, ai missionari, ai fedeli, ai lontani, ai dissidenti, ai capi di stato e ai sudditi, ai ricchi e ai poveri...

La trasmissione é ascoltata in Italia e in tutto il mondo, giungono echi dall'Inghilterra, dalla Francia, dall'America, dall'Australia, dai paesi dell'Est europeo.
Ne parlano giornali prestigiosi: il Times, The Universe, il Daily Telegraph, la News Chronicle, il New York Herald, il Daily Mail.

Il 12 febbraio 1931 l'annuncio universale del Vangelo viene dato attraverso un nuovo, potentissimo mezzo di comunicazione.Per la Chiesa é l'inizio di una nuova era.

Mario Farneti I0TAD, Radiomarconi.com


All'indomani dei Patti Lateranensi, nel 1929, Pio XI incaricò Guglielmo Marconi di costruire una stazione radio all'interno del nuovo Stato Vaticano, chiamando a dirigerla il gesuita Giuseppe Gianfranceschi, fisico e matematico. Il 12 febbraio 1931 Pio XI inaugurò l'impianto con un discorso in latino che suscitò vivissima emozione in tutto il mondo. Fra le prime trasmissioni, sperimentali, vi fu lo "Scientiarum Nuncius Radiophonicus", una rassegna dell'attività della Pontificia Accademia delle Scienze. Due anni dopo l'inaugurazione della Stazione Radio a onde ultracorte. (Radiomarconi.com)





 
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