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06 mag 2006Si é ripetuto il miracolo di San Gennaro - Festa anche a Las Vegas

NAPOLI, 6 MAG - (Italia Estera) - Alle 19.38 dopo circa due ore mezza di preghiere si è ripetuto nella basilica di Santa Chiara il miracolo di San Gennaro. E' stato il principe Fabio Albertini di Cimitile, neo vicepresidente della deputazione di San Gennaro a sventolare il fazzoletto bianco per dare il tradizionale annuncio dell'avvenuto prodigio.
  Contemporaneamente hanno iniziato a suonare anche le campane delle chiese napoletane. Mentre dagli spalti del Maschio Angioino sono stati sparati 21 colpi di cannone per dare l'annuncio all'intera città.
 Tra i primi a baciare l'ampolla del santo il Presidente della Campania, Antonio Bassolino ed il sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino.
Il sangue di San Gennaro è custodito in due balsamari vitrei di piccole dimensioni e di foggia diversa databili ai primi decenni del IV secolo.Tre le date fisse del ricorrente prodigio: vigilia della prima domenica di maggio (prima traslazione), il 16 dicembre (festa del patrocinio e anniversario dell'eruzione vesuviana del 1631) e il 19 settembre (data del martirio). Il sangue per liquefarsi può metterci pochi secondi come mezz'ora o giorni, allora la gente prega perché ciò avvenga. Tra quelle che pregano le cosiddette parenti di San Gennaro.
A questo proposito conviene ricordare chi sono  le "parenti di San Gennaro", che fanno parte del patrimonio etnico e culturale scaturito, nel corso dei secoli, dalla pietà popolare; esse usano espressioni semplici e confidenziali "santo nuosto", "guappone", "faccia ngialluta" e via di seguito, preghiere dialettali da recuperare e assolutamente da non emarginare, sono voce della lingua viva napoletana.
Un altro aspetto delle tradizioni legate al miracolo di San Gennaro è dato dalla processione. E' una tradizione che si perde nei secoli, ricorda la prima traslazione delle reliquie del martire dall'agro Marciano alla catacomba extramuraria di Napoli ad opera  del vescovo Giovanni I. Anticamente il clero vi partecipava con ghirlande di fiori sulla testa, tradizione abolita nel Seicento.
Questa processione, dal popolo detta anche "processione delle statue" per la presenza delle 24 statue d'argento dei santi compatroni, è un autentico spettacolo di fede e di folclore.
Sui terrazzi garofani, rose e fiori d'ogni genere, ai balconi coltri di damasco o di broccato, drappi di seta conservati da anni e stesi all'aria per la festa. Ancora più intima, raccolta e densa di commozione la processione che percorre Spaccanapoli tra le case del centro antico. Una pioggia di fiori cade dai balconcini delle case della vecchia Napoli. La gente si stringe intorno al santo in quelle stradine che davano più voce alle preghiere e ai canti. Petali di rose al passaggio del Patrono e coi fiori il grido "Viva San Gennaro!"
  
 Nel corso della preghiera l'arcivescovo di Napoli, il cardinale Michele Giordano, che ha presieduto il rito ha voluto pregare "per il sangue che si versa nella nostra città, anche a causa della delinquenza minorile e non solo". "Troppo sangue viene ancora versato - ha detto il presule - Il sangue è espressione di vita ma purtroppo qui diventa espressione di violenza".
 
Le ampolle con il sangue del santo - così avviene durante il miracolo che si ripete il sabato che precede la prima domenica di maggio - sono state portate anche oggi in processione dalla cattedrale alla basilica di santa Chiara, una processione che viene svolta per ricordare la traslazione delle reliquie del patrono delle città. E quest'anno, insieme alle ampolle, sono state portate in processione lungo le strade del centro storico della città le 24 statue  d’argento dei compatroni della città, oltre naturalmente al busto di San Gennaro. Una processione che è avvenuta, dunque, secondo l'antico cerimoniale.
Alla processione ha partecipato quest'anno una delegazione dell'associazione "San Gennaro Feast" di Las Vegas. Nella città americana c'é una folta comunità di cittadini campani che festeggia, nelle ricorrenze previste, San Gennaro. 
 
Napoli fu definita L'Urbs sanguinum, ovvero la "città dei sangui", nel 1632 da Jean Jacques Bouchard ,un osservatore dell'epoca, rimasto attonito di fronte alle tremila reliquie di martiri cristiani gelosamente custodite in città nel chiuso dei conventi o delle dimore private.
Sebbene il miracolo dello scioglimento del sangue abbia finito con l'identificarsi con San Gennaro, tanti altri santi compivano e tutt'ora compiono il prodigio.
E' ben nota la centralità simbolica del sangue nel Mezzogiorno d’Italia, ma soprattutto a Napoli.

Sono tante, e circondate da un'aura particolarmente miracolosa, le numerose ampolle e fiale contenenti il sangue di santi e beati che hanno rigato di innumerevoli rivoli scarlatti l'anima religiosa della città. Tante liquefazioni prodigiose che hanno, proprio nel miracolo di San Gennaro, il loro paradigma. San Giovanni Battista, Santa Patrizia, Pantaleone, Andrea Avellino, San Luigi, moltissimi altri. Fonti ormai secche, però, con l'eccezione di Patrizia.
A.g.P./Italia Estera


 



 
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