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18 ago 2006Libano: D´alema, é verità che la guerra rafforza l'estremismo, non vuol dire criticare Israele,

ROMA, 20 AGO.(Italia Estera) - "Se si dice che la guerra ha rafforzato le posizioni estremiste non vuol dire criticare Israele, ma ci si limita a dire la verita`". E` quanto ha sottolineato il ministro degli Esteri Massimo D`Alema intervenendo di fronte alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato riunite nella sala del mappamondo di Montecitorio per dare il primo via libera alla partecipazione italiana alla missione Onu in Libano.

 D`Alema ha ricordato come anche nei Paesi arabi moderati, e l`esempio e` stato dell`Egitto, della Giordania, dell`Arabia saudita, che inizialmente avevano criticato il comportamento delle milizie di Hezbollah, poi sotto il peso della pressione dell`opinione pubblica hanno dovuto cedere fino "all`esaltazione" di quella lotta. Da questi Paesi poi - ha sottolineato D`Alema - e` stato lanciato un "appello che va raccolto" perche`, secondo D`Alema, non si puo` lasciare il fardello della ricostruzione in mani "islamiste".
"Privare di ogni speranza di moderazione quelle popolazioni - ha scandito D`Alema - vuol dire affidarsi sempre piu` a posizioni estremiste e radicali".

La partecipazione italiana alla missione Onu è stata approvata  all'unanimità. Solo la Lega e il Movimento per le Autonomie si sono astenuti sull'adesione italiana  alla forza di intermediazione dei Caschi Blu.

Nel testo della risoluzione approvata si legge: "Le commissioni riunite III e IV, valutata positivamente la risoluzione del Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite n. 1701, dell'11 agosto 2006; impegnano il Governo: ad adottare ogni iniziativa per assicurare il sostegno umanitario alle popolazioni civili della regione; ad adottare ogni iniziativa per assicurare che l'Italia abbia un ruolo attivo per la piena attuazione della risoluzione 1701 compresa la partecipazione di un contingente italiano alla forza Unifil; a tenere costantemente informato il Parlamento".

"Sarà una missione lunga, rischiosa e costosa ma doverosa", ha spiegato il ministro della Difesa, Arturo Parisi. "Il numero di soldati è inevitabilmente condizionato dagli apporti degli altri Paesi, che al momento non sono disponibili". Sempre secondo Parisi, è possibile essere pronti per lo schieramento di una "forza d'ingresso" italiana in Libano già entro la fine d'agosto, come auspicato dall'Onu.

Dopo le critiche e la minaccia di votare contro se non fossero state recepite le modifiche chieste dalla Cdl, Forza Italia dà il via libera condizionato alla fase preliminare della partecipazione italiana alla missione di pace dell'Onu in Libano. Lo ha comunicato nel corso del dibattito Giuseppe Pisanu, oggi nelle vesti di 'portavoce' di Fi. ''Dal governo -ha detto- abbiamo ascoltato discorsi che confermano tutti i dubbi e le preoccupazioni che avevamo sulla missione. Tuttavia, in linea di principio, noi l'abbiamo autorizzata, riservandoci naturalmente di fare valutazioni definitive dopo che avremo conosciuto gli obiettivi esatti della missione, le sue modalità di svolgimento, la consistenza e il ruolo del contingente italiano''. Dopo il confronto parlamentare ''ora la risoluzione è stata asciugata al minimo indispensabile, in modo che venga sottolineato il carattere assolutamente interlocutorio della nostra decisione. Oggi, in sostanza, votiamo sì -ha concluso Pisanu- lasciandoci completamente libere le mani e riservandoci di votare no al provvedimento successivo se non si verificheranno le condizioni che abbiamo posto''.
Prima del voto Pisanu aveva criticato il testo della risoluzione proposta dal governo al Parlamento minacciando il voto contrario della Cdl. ''Nella sua formulazione attuale -aveva dichiarato- la risoluzione appare troppo squilibrata a favore di una sola parte. Se il testo dovesse mantenere l'attuale struttura noi riterremo indispensabili due richiami espliciti: uno al disarmo di Hezbollah e delle altre milizie, l'altro al diritto di Israele a vivere entro confini sicuri.''

Sul testo era intervenuto anche il leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini chiedendo un ''approfondimento'' di natura politica sulla missione della nuova Unifil. ''Mi chiedo che cosa dovremmo votare al termine del nostro dibattito'', ha affermato Fini nel suo intervento prima del voto, denunciando la possibilità di esprimersi solo su ''auspici e nobili intenzioni'' perché la missione appare come ''doverosa ma politicamente inutile''.

Intanto, non si placano le polemiche per l'incontro avuto da Massimo D'Alema nel corso del suo viaggio a Beirut con un ministro di Hezbollah (vedi Italia Estera del 16 agosto). ''Mi dispiace prendere atto -sottolinea Fini- che accanto a Siria e Iran, Hezbollah gode agli occhi dell'opinione pubblica internazionale della solidarietà del ministro degli Esteri italiano''.

Dello stesso avviso il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, che rivolgendosi al titolare della Farnesina, ha dichiarato: ''Non ci si può meravigliare per la meraviglia che suscita la sua visita con un esponente di Hezbollah a fianco in un quartiere, pur martoriato, di Beirut, perché è ovvio che suscita un'indignazione nella comunità ebraica''. (Italia Estera) -




 
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