ROMA, 21 LUG - L'Italia lavora "a tutti i livelli" per arrivare al cessate il fuoco tra Israele e Libano, "anche per consentire gli interventi umanitari". Lo ha dichiarato questa mattina alla Farnesina il portavoce del ministro degli Esteri Massimo D'Alema, Pasquale Ferrara, nel suo primo briefing con i giornalisti.
"C'é un'intensissima attività diplomatica a tutti i livelli, con un coordinamento stretto tra il ministro D'Alema e il premier Prodi che stanno compiendo tutti i passi necessari", ha riferito Ferrara. L'iniziativa riguarda due fronti: "Il primo è quello dell'emergenza, con la necessità di un cessate il fuoco per l'invio degli aiuti umanitari. Il secondo - ha aggiunto il portavoce - riguarda il tema degli assetti globali dell'area e le iniziative per il rilancio dei negoziati. Ma prima le armi devono cessare".
Ferrara ha ribadito più volte l'importanza della richiesta che ci sia un cessate il fuoco proprio per agevolare l'intervento umanitario.
Sul “corridoio umanitario” per ridurre le sofferenze dei libanesi, e al quale ieri sera il premier israeliano Ehud Olmert ha dato il via libera, l'Italia si muove su tre livelli: Onu, Ue ed una dimensione politica. Lo ha spiegato il nuovo capo del servizio stampa della Farnesina Pasquale Ferrara nel suo primo briefing con i giornalisti.
Un primo livello è rappresentato “da uno stretto coordinamento con il segretario generale dell'Onu Kofi Annan. Ci stiamo poi adoperando - ha precisato Ferrara - affinché ci sia concerto tra i Paesi dell'Ue perchè le operazioni siano gestite congiuntamente”. Il terzo livello tocca la dimensione nazionale: “E' in fase avanzata di approntamento una complessa pianificazione per operare - ha sottolineato il capo ufficio stampa - quando le condizioni lo consentiranno”. Ferrara ha poi segnalato “l'intensissima attività diplomatica” in corso a tutti i livelli e “lo strettissimo coordinamento” tra il ministro degli Esteri Massimo D'Alema ed il presidente del Consiglio Romano Prodi che stanno “compiendo tutti i passi necessari”, in questi difficili momenti della crisi mediorientale.
"La Farnesina – ha spiegato Ferrara - rivolge in maniera sistematica la propria attenzione agli italiani che risiedono o si trovano all'estero considerandoli non più in termini generici come "emigrati" cui destinare "assistenza" indifferenziata, bensì come cittadini italiani espatriati, per questo beneficiari di specifici e concreti interventi delle strutture di Governo a loro tutela commisurati alle loro effettive esigenze, sino al caso estremo di una grave situazione di crisi.
Sottolineo che l'Unità di Crisi non è un ufficio che opera ad intermittenza limitandosi ad approntare operazioni di emergenza una volta che una crisi è scoppiata, ha detto Ferrara. Al contrario, al verificarsi di un'emergenza vengono attuati piani predisposti in anticipo, frutto di una lunga preparazione e di continui aggiornamenti, che tengono conto della trasformazione, sul piano internazionale, del concetto di "minaccia" e "situazione di crisi": ci si riferisce, infatti, sia in fase di prevenzione che in fase di intervento, a tutti i possibili fattori di rischio presenti sul territorio. Cito un esempio eloquente di questa assiduità di impegno: proprio questa mattina, presso l'Unità di Crisi, la Telbios, società leader nel settore della telemedicina, ha svolto una dimostrazione per addestrare il nostro personale a compiere diagnosi a distanza in caso di necessità".
“Sul piano dell'emergenza con l'invio di aiuti umanitari e sul secondo piano che riguarda gli assetti globali dell'area, attraverso un'iniziativa in grado di rilanciare i negoziati, ma prima bisogna che tacciano le armi. Queste - ha spiegato Ferrara - le due direttrici su cui ci muoviamo”. Il capo del servizio stampa ha poi ribadito la convinzione che "negoziato e road map siano ancora un punto di riferimento. Il quartetto non ha esaurito il suo ruolo. Tutt'altro, è l'unico faro che ci pare di potere operare efficacemente”.(Italia Estera) -