PESARO, 15 SET. (Italia Estera) - Sono Jarmlla Ockayova e Laila Wadia le vincitrici dell’edizione 2006 del Premio Popoli in Cammino, istituito dalla Festa Nazionale de l’Unità.
La giuria, che si è riunita lo scorso lunedì 11 settembre, dopo aver esaminato le opere dei ventisette autori in concorso, ha assegnato alla slovacca Ockayova il premio “opera edita” per il romanzo Occhio a Pinocchio, della Cosmo Jannone Editore (2006, pp. 190).
Il primo premio “opera inedita”, invece, è andato alla scrittrice indiana Laila Wadia per il romanzo Via Ungaretti.
La giuria ha voluto inoltre sottolineare il valore complessivo, per qualità e quantità, delle opere in concorso, sia edite che inedite, e ringraziare i ventisette autori che hanno partecipato a questa terza edizione del Premio.
In modo particolare la Giuria ha evidenziato le opere edite di Mihai Mircea Butcovan, specialmente la sua raccolta di poesia Borgo farfalla – luogo importante per le trasformazioni della lingua italiana – e di Rosana Crispin, Costa Desejo, raccolta di poesie inno alla libertà di tutti per tutti.
Tra gli inediti la Giuria ha espresso il proprio apprezzamento per le opere dell’albanese Ron Kubati, già vincitore di questo stesso premio nella sua prima edizione, e dell’altro albanese Artur Spanjolli, autori entrambi con una particolare sensibilità per la lingua italiana.
Sul sito www.dsonline.it sono pubblicate notizie sulle opere e sugli autori che hanno partecipato al premio, che verrà consegnato alla Festa nazionale de l’Unità di Pesaro, il prossimo 16 settembre, presso lo spazio libreria Garcia Lorca, alle ore 20:00. Durante la cerimonia di premiazione verranno letti brani delle opere segnalate.
Jarmilla Ockayova nata in Slovacchia, vive in Italia dal 1974. Ockayova ha pubblicato in lingua italiana tre romanzi per l'editore milanese Baldini & Castoldi, Verrà la vita e avrà i tuoi occhi (1995), L'essenziale è invisibile agli occhi (1997) e Requiem per tre padri (1998), oltre ad un racconto lungo Appuntamenti nel bosco (1998, Trieste, Edizioni EL). Molto importante per la sua stessa immaginazione letteraria è la traduzione della raccolta delle antiche fiabe slovacche compilata da Pavol Dobsinsky (Il re del tempo e altre fiabe slovacche, Palermo, Sellerio, 1988).
Con questo quarto romanzo Occhio a Pinocchio (2006) la scrittrice si cimenta con una riscrittura della favola di Collodi dal punto di vista del suo protagonista, Pinocchio, che vivendo un vero e proprio viaggio iniziatico traduce in prima persona la propria storia, rivelandone retroscena sconosciuti ai lettori, abituali frequentatori del capolavoro collodiano. Nella storia di Pinocchio si cela quella della condizione umana, ed è per questo che svelate le illusioni della maschera del personaggio, privati dallo sguardo indiretto della letteratura e dai sogni della favola, una volta terminata la lettura di questo nuovo Pinocchio resta tra le mani ad ognuno di noi la nuda responsabiltà della propria libertà.
Come gran parte degli scrittori migranti che eleggono quale lingua letteraria quella del paese di arrivo, Ockayova appare intendere ancora una volta l’uso dell’italiano come un modo per evitare l’autoisolamento interiore e soprattutto come un'occasione giocata anche sul piano letterario e finalizzata alla elaborazione di un modello culturale dell’identità basato sulla positività della diversità.
Laila Wadia è di origine indiana e vive a Trieste. Il romanzo della Wadia è un vivace ritratto e ironico di una piccola comunità di migranti da vari paesi alle prese con il problema della integrazione intesa come costruzione di una rete interpersonale, di amicizia, di assunzione della difficoltà del vivere degli altri. Tra questi anche un italiano che si fa ambasciatore della poesia italiana, insegnando alla piccola indiana – la primavera della sua vita – le poesie di Ungaretti e di Saba. (Italia Estera) -