MOGADISCIO, 17 SET. (Italia Estera) - Una suora italiana è stata uccisa oggi in un agguato a Mogadiscio, in Somalia. Suor Leonella Sgorbati, di 65 anni, è stata freddata da due uomini armati che le hanno sparato tre colpi di arma da fuoco alla schiena. Apparteneva all'Ordine delle Missionarie della Consolata e gestiva insieme ad altre tre suore italiane il progetto dell'Ospedale di SOS Villaggi dei Bambini, l'unica struttura medica con un reparto pediatrico-ginecologico in tutta Mogadiscio. Suor Leonella, che era ostetrica, è stata vittima di un'imboscata, afferma in una nota la onlus, precisando che la religiosa si trovava davanti al cancello dell'Ospedale SOS insieme a una guardia che la scortava. Due persone armate hanno sparato colpendo sia la suora, sia la guardia che è morta sul colpo. Suor Leonella invece è stata operata all'interno dell'ospedale stesso, ma non ce l'ha fatta. La religiosa parlava bene la lingua somala ed era rientrata a Mogadiscio da Nairobi il 29 agosto scorso.
Ieri un capo religioso di Mogadiscio legato al movimento delle corti islamiche, che ora praticamente detiene il potere in gran parte del paese, aveva lanciato un appello a tutti i musulmani perché si vendicassero del papa: "Chiunque offende il nostro profeta Maometto dovrebbe essere ucciso dai mussulmani che si trovano nella possibilità di farlo", aveva affermato. . Secondo fonti locali legate alle corte islamiche è probabile un rapporto tra questo assassinio e le parole del papa a Ratisbona, giudicate offensive da molti musulmani.
Per l'assassinio sono stati fermati sei sospetti e uno solo di loro era armato. Lo ha affermato l'esponente delle Corti islamiche di Mogadiscio, Sheik Yusuf Indho-Adde. L'ufficiale delle milizie islamiche ha assicurato che le indagini proseguono, confermando che ad uccidere suor Leonella sono state due persone armate di pistola.
La Farnesina aveva da tempo sconsigliato alle suore italiane che vivono e operano a Mogadiscio di restare nella capitale, essendo la Somalia un Paese ad estremo rischio, ma le religiose avevano voluto fermarsi, mantenendo sempre un contatto con l'Unità di crisi del ministero degli Esteri. (Italia Estera) -