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Il voto degli Italiani all'Estero

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Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
05 ott 2006CGIE Plenaria prima giornata.

ROMA, 4 OTT.(Italia Estera) -   "Non ho dubbi sulla necessità dell’esistenza del Consiglio Generale. E’ inimmaginabile per i parlamentari eletti all’estero affrontare il lavoro senza una struttura di collegamento con le realtà territoriali delle comunità dove operano i Comites. E’ altrettanto certo che non può essere il Consiglio generale con l’attuale struttura ad assicurare questo lavoro importante per tutti. Quindi la riflessione deve essere urgente, immediata e profonda e deve riguardare anche i Comites, ovvero l’insieme della nostra rappresentanza". Così un Claudio Micheloni, ora senatore della Repubblica nella ripartizione Europa per l’Ulivo, visibilmente commosso, anche per sua esplicita ammissione, ha difeso e rilanciato il ruolo del Consiglio Generale in cui ha condotto tante battaglie. "Io ho dato le dimissioni dal Cgie - ha precisato Micheloni - perché penso che questo gesto mi consentirà di portare avanti in Parlamento un’azione più incisiva a sostegno delle proposte che usciranno dal Consiglio generale".  Il senatore ha inoltre ricordato di aver chiesto la creazione, nell’ambito della Commissione di Vigilanza Rai, di una sottocommissione di indagine ed indirizzo su Rai International e Rai Europa.
 
Edoardo Pollastri (Ulivo), senatore nella ripartizione Sud America, ha evidenziato la difficoltà degli eletti all’estero ad avere la giusta considerazione e visibilità in Italia, in sostanza quello che ha affermato anche il senatore Micheloni e cioè che i senatori eletti in Italia non sanno nemmeno che cos’è il CGIE e lo scambiano per la CGIL ( la prima organizzazione sindacale italiana!)
Pollastri  che per sua ammissione ha tenuto a dire che le sue esperienze sono quelle  camerali  (Camera di Commercio Italo-Brasiliana)  si è detto ammirato della straordinaria mole di lavoro sviluppata in questi anni dal Cgie. Un’intensa attività che però non ha trovato adeguato riscontro presso gli esecutivi. Pollastri ha auspicato la realizzazione, nell’ambito del dibattito parlamentare sui capitoli di spesa della finanziaria per gli italiani all’estero, di una triangolazione fra l’azione dei parlamentari e del Cgie e il tacito assenso dei Ministeri interessati. Un’iniziativa comune che potrà però avere successo solo in presenza di un’azione bipartisan portata avanti da tutti i parlamentari della circoscrizione Estero. Il senatore ha infine sottolineato la necessità di porre in essere una rete consolare efficiente e produttiva che tenga alta l’immagine dell’Italia nel mondo. Ha concluso sostenendo che  “non si possono più consentire quelle file dinanzi ai nostri consolati proprio per il buon nome dell’Italia”.
 
Marco Fedi, eletto deputato per l’Ulivo nella ripartizione Asia Africa Oceania, nel suo intervento ha evidenziato come a tutt’oggi il Cgie, che in questi anni ha portato un contributo di alto livello alla politica italiana, vada ripensato e rafforzato nell’ambito del rapporto con le istituzioni e gli eletti all’estero. “Credo che i componenti di questo consiglio abbiano ampiamente dimostrato negli anni, fin dal primo insediamento di questo insostituibile organismo di rappresentanza delle comunità italiane all’estero, di avere una visione alta della politica, di saper costruire proposte e risposte da presentare alle Istituzioni, di porsi l’obiettivo di migliorare la presenza del sistema Italia all’estero, con le nuove realtà dettate dalle mobilità sociali e gli obblighi di tutela dei diritti di cittadinanza che riguardano tutti i nostri connazionali all’estero. Non abbiamo timore, quindi,- ha proseguito Fedi -  nel dire che questo costo della politica di rappresentanza è un buon “investimento politico”. Lo diciamo anche a chi si pone domande, giuste, nelle istituzioni, a cominciare dalle aule parlamentari, fino ai mezzi d’informazione e la società civile, sul costo della politica.”
Per Fedi oggi "l’investimento nel CGIE va in direzione di un rafforzamento del sistema Italia. E' convinto che vada riformato, per rafforzarne il collegamento con le istituzioni, con le Regioni e con tutte le autonomie locali: lo strumento fondamentale della Conferenza permanente Stato-Regioni-PA-CGIE deve trasformarsi, anche perché è in questa sede che si decidono le linee programmatiche di tutta l’attività a favore delle comunità all’estero".  "Un CGIE più forte  - aggiunge Fedi - è un organismo di rappresentanza che continua anche a svolgere un’azione conoscitiva per capire le grandi trasformazioni in atto, i bisogni di comunità integrate ma desiderose di costruire legami culturali ed economico-commerciali, le necessità di vaste comunità, non solo nelle aree più povere del mondo ma anche in Europa, che chiedono tutele, servizi e politiche tese a favorire l’integrazione".
Fedi ha poi annunciato le sue dimissioni dal CGIE, che saranno esecutive in tempo utile per la prossima assemblea elettiva,  poiché  è “convinto della necessità che ciascuno svolga bene il proprio lavoro: la rappresentanza parlamentare è oggi chiamata a farlo in Parlamento”. “Posso garantire l’assoluta determinazione – ha affermato Fedi  - a lavorare sempre e comunque con il Consiglio, a partire dalle riflessioni che dobbiamo fare insieme sulle priorità verso cui destinare le risorse aggiuntive, dopo la sostanziale conferma dei capitoli di bilancio a favore delle nostre comunità nel mondo”.
“Credo che comunque si renda necessaria – ha proseguito Fedi - una attenta riflessione sulla manovra di bilancio nel suo complesso”. “L’impianto è convincente: riforme nella spesa pubblica e nella gestione della pubblica amministrazione, riduzione del debito, attenzione alle fasce più deboli ed investimenti per la crescita economica". "Se si considerano l’attuale fase economica e la difficile situazione di bilancio credo - ha affermato ancora Fedi -  che si possa esprimere una valutazione positiva". "L’investimento per le comunità all’estero assume maggior rilievo e risponde alle giuste valutazioni espresse dal Ministro D’Alema e dal Vice Ministro Danieli. Fedi é passato ad esaminare anche la politica estera. "Una politica estera che è sempre più attenta a tutto il mondo - ha detto - , anche alle realtà dell’Asia, dell’America Latina, dell’Africa e con le politiche di cooperazione, l’azione per la pace e lo sviluppo e la convinta partecipazione, da italiani ed europei, alle missioni di pace – con questa politica estera – il sistema Italia si rafforza, le opportunità economiche si rafforzano, il rapporto con le comunità all’estero è più forte."
"La forza di questo rapporto si misura, però, anche su altri provvedimenti, - ha affermato Fedi - sui quali comunque intraprenderemo iniziative parlamentari, a partire dal ripristino della “no tax area” per i residenti all’estero e dalla sanatoria sugli indebiti pensionistici INPS."
 
"Abbiamo iniziato, insieme, un percorso per arrivare ad un progetto di legge sulla riforma della legge sulla cittadinanza.  Crediamo si possano fissare gli obiettivi per una convenzione MAE-Patronati, affinché questi ultimi diventino davvero “complementari” alla rete consolare per una serie di servizi ai connazionali all’estero.
 
Ritengo che anche sulla rete consolare siamo tutti chiamati ad una profonda e seria riflessione, ognuno con le proprie responsabilità.
Il dibattito su Rai International, infine – ha concluso Fedi -  deve trasformarsi in una occasione di ulteriore confronto con il consiglio di amministrazione della Rai, al quale competono le decisioni, ed al quale non dobbiamo far mancare le nostre ulteriori valutazioni, critiche e proposte.
E’ stata poi la volta di Gian Luigi Ferretti (AN). Il consigliere del CGIE che fa parte del Comitato di Presidenza,  si è definito “il capo dell’opposizione”.
Per lui il trionfalismo di Danieli è fuori luogo. "Mi sento di dire, che c'è poco di vero nelle parole di Danieli e mi dispiace che lui non è presente perchè non amo dire le cose quando il diretto interessato è assente. Non so davvero perchè abbiano deciso di parlare di 14 milioni di euro quando a ben guardare questa non è altro che una furbata. Non sono soldi aggiuntivi, non c'è nessun aumento vero e proprio. Non cambia proprio nulla. E chi conosce la realtà dei contributi degli italiani nel mondo lo sa. Perciò invito Danieli ad abbassare i toni. Vogliamo i fatti non le parole. Chiediamo che alla politica dei proclami segua poi quella dei progetti. E poi non c'è dubbio che questo Governo ha in mano la più grande delle possibilità: dispone di 18 parlamentari eletti all'estero, di uomini voluti dai nostri connazionali nel mondo. Sarebbe impossibile solo pensare che chi vive lontano dalla madrepatria non possa e non debba trarre giovamento da tutto questo". La sinistra ha vinto con il voto degli italiani all'estero ed è a loro e alle loro volontà che ora bisognerà più che mai dare conto".
 
Ferretti ha inoltre smentito l’esistenza di un’inchiesta della Corte dei Conti su Tremaglia, già Ministro per gli Italiani nel mondo, affermando che a suo giudizio hanno scarso peso le deleghe, in pratica quelle di un sottosegretario, a disposizione del vice Ministro Danieli. Il rappresentante di An nel Consiglio generale, dopo aver lamentato il mancato coinvolgimento del CGIE nel recente convegno su Rai International, ha invitato i senatori dell’Unione eletti all’estero a far valere il proprio voto, così importante per le sorti del Governo, nell’ambito del dibattito sulla finanziaria. "Quando si è indispensabili nella maggioranza di governo - ha detto Ferretti - una situazione che non succederà mai più, è il momento non di annunciare, ma di pretendere".
L’esigenza di mantenere dei fattivi rapporti fra il CGIE e il Parlamento è stata evidenziata dall’on. Iacopo Venier, responsabile Esteri del Partito dei Comunisti italiani, che ha anche ricordato come le nostre comunità abbiano saputo essere protagoniste delle dinamiche sociali e politiche dei paesi di residenza e fornire un valido contributo alla sprovincializzazione della politica italiana, ancora lontana dalle dinamiche della globalizzazione. "La nuova idea di cittadinanza che emerge dagli emigrati - ha poi aggiunto Venier - deve valere anche per gli immigrati che giungono in Italia".
 
l’on. Alessandro Forlani (Udc), della Commissione Esteri della Camera, ha portato la sua testimonianza sull’importante svolta del voto che oggi consente di affrontare con maggiore tranquillità i problemi degli italiani all’estero che vanno dalla disoccupazione alla politica scolastica.
“Per me che mi occupo di politica estera è importante essere qui ad ascoltare i programmi e le sollecitazioni del Cgie”.
“Come capogruppo dell’Udc in commissione ho sempre seguito con interesse le problematiche degli italiani all’estero la cui politica nella scorsa legislatura ha fatto un salto di qualità decisivo”.
“Anche tra i parlamentari non eletti all’estero possono esserci interlocutori credibili per le politiche verso i nostri connazionali ed io – ha concluso – mi annovero tra essi”.
 
L’on Massimo Romagnoli (Forza Italia), deputato della ripartizione Europa ed ancora membro  del CGIE  é stato l'unico parlamentare insieme a Narducci a presenziare ai lavori pomeridiani. Ha per prima cosa ringraziato “il lavoro del Ministro Tremaglia e del Governo Berlusconi a favore degli italiani all’estero”. Romagnoli ha poi chiesto al Segretario Generale come mai non siano stati inoltrati a tutti i 18 eletti all’estero gli inviti a partecipare alla plenaria. “Non è il Cgie che invita i parlamentari”, gli ha risposto Narducci chiarendo che “ogni volta che c’è assemblea plenaria il Consiglio scrive ai Presidenti di Camera e Senato: sono loro – ha spiegato il Segretario Generale – a comporre la delegazione parlamentare che interverrà in assemblea, 7 per il Senato e 7 per la Camera. Noi abbiamo chiesto di non inserire nelle delegazioni i consiglieri eletti, ma poi sono loro a decidere”. Rassicurato su questo punto, Romagnoli ha poi commentato il discorso di Danieli sulla Finanziaria rivolgendo al Vice Ministro il suo “plauso” pur riservandosi “di esprimere un giudizio sui 14 milioni di euro perché voglio vedere e controllare dove e quanti tagli ai capitoli di spesa per gli italiani all’estero saranno fatti. Se il Governo Prodi glielo permetterà – ha aggiunto Romagnoli – il programma di Danieli contribuirà a creare un futuro migliore per gli italiani all’estero”. Quanto, invece, all’intervento di D’Alema, per il consigliere e deputato di Forza Italia il Ministro ha fatto “un discorso grazioso sulla lingua e la cultura, ma non ha parlato dei 50 milioni di euro di tagli alla rete consolare”. Infine, Romagnoli ha richiamato il dibattito sul Cgie ribadendo come secondo lui “non vada eliminato ma riformato, rivedendo il suo ruolo di organo di controllo per i Comites, le associazioni e la stampa italiana all’estero che oggi fanno quello che vogliono”. 
 
Al deputato di Forza Italia ha replicato il Segretario Generale del Cgie l’on. Franco Narducci. Ha precisato che i 14 milioni di euro stanziati dal Governo, si vanno ad aggiungere ai 76 milioni di euro a disposizione della Direzione generale per gli italiani all’estero del Ministero degli Esteri e saranno utilizzati per i capitoli di spesa più urgenti per i nostri connazionali nel mondo.
Nel corso del dibattito il consigliere Carlo Consiglio, nominato in rappresentanza del CTIM, ha sollevato una mozione d’ordine chiedendo, alla luce delle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che hanno portato ad una nuova nomina dei consiglieri di nomina governativa, il rinnovo elettivo dell’intero Comitato di Presidenza o quanto meno del Vice Segretario per i consiglieri di nomina governativa.
 
La proposta è stata respinta da Narducci che ha ricordato come la questione sia già stata valutata dall’Ufficio legale del Ministero degli Affari Esteri e dall’Avvocatura dello Stato. Narducci ha comunque assicurato che nell’Assemblea plenaria di dicembre si provvederà all’elezione delle cariche scoperte, prima fra tutte quella dello stesso Segretario Generale del Cgie. Così anche Narducci annuncia le sue dimissioni, che si aggiungono  a quelle di Fedi ed a quelle già ratificate dal CGIE di Micheloni e di Gianni Farina,  che sono stati sostituiti dai primi due  consiglieri del CGIE non eletti per la Svizzera, Gianfranco Gargazzola e Massimo Bocci.
 
In ogni caso, per quanto riguarda la questione sollevata da Carlo Consiglio, l’on. Narducci si è detto pronto a chiedere un parere "pro- veritate" sulla materia al Consiglio di Stato. Assicurazioni sulla piena legittimità dell’Assemblea sono giunte e dal Direttore Generale per gli Italiani all’estero del Ministero degli esteri  Adriano Benedetti, che ha ricordato come dopo le sentenze sia stato in definitiva sostituito solo un consigliere di nomina governativa, e  dal vice Segretario per i consiglieri di nomina governativa Andrea Amaro che si è detto disponibile a mettere in ballo il proprio incarico all’Assemblea plenaria di dicembre.
Il dibattito sull’argomento è proseguito nella sessione pomeridiana. Il consigliere Adriano Toniut (Argentina) ha chiesto una maggiore collaborazione fra tutti gli eletti all’estero per la presentazione di disegni legge di diretto interesse per i connazionali nel mondo, nonché la formazione di una Commissione parlamentare speciale per i temi dell’emigrazione. Altre critiche sono giunte dal consigliere Augusto Sorriso (Usa) che ha contestato la valutazione sulla nostra comunità a New York fatta dal Ministro D’Alema - il capo della Farnesina aveva parlato di una collettività composta da tre realtà diverse -, affermando invece che quel contesto migratorio è compatto e pienamente integrato nella società americana.
Il consigliere Norberto Lombardi (Ds) si è detto soddisfatto delle relazioni dei rappresentanti del Governo ed ha chiesto di moltiplicare gli sforzi per coinvolgimento del mondo politico italiano nella realtà del Cgie, inoltre di portare avanti una riflessione profonda sul futuro del Consiglio Generale e dei Comites.   Lombardi ha evidenziato come le positive indicazioni emerse dalla finanziaria sugli italiani nel mondo rappresentino un primo concreto risultato della presenza degli eletti all’estero ed ha auspicato l’avvio nel CGIE di un dialogo bipartisan. Sul voto all’estero il rappresentante dei Ds ha invitato il vice Ministro Danieli a prendere in considerazione l’ipotesi di un rovesciamento dell’opzione di voto, in pratica la possibilità di far registrare preventivamente in una specifica lista chi vuole esprimere il proprio suffragio all’estero, e a non perdere di vista l’obiettivo di trasformare in un vero organismo permanente la Conferenza Stato-Regioni-Province autonome-CGIE.
Il consigliere Carlo Consiglio (rappresentante del Ctim) ha sostenuto la necessità di ottenere quanto più possibile dalla strategica importanza dei senatori eletti all’estero che ha ricordato anche la dura battaglia portata avanti da Tremaglia per il voto. Consiglio, che ritiene giuste le dimissioni dal CGIE dei parlamentari eletti all’estero, ha chiesto al vice Ministro Danieli di consultare il Consiglio Generale per definire l’utilizzo dei 14 milioni di euro stanziati in tabella A dalla finanziaria. Ha anche auspicato  uno sforzo aggiuntivo dei patronati, magari con la nomina dei loro direttori a corrispondenti consolari, in attesa che vengano definite le convenzioni con il Mae.
Fra gli altri interventi  quelli del consigliere Fernando Marzo (Belgio) , che ha parlato della necessità di superare il criptaggio di numerosi programmi Rai in Europa, e del consigliere Alberto Bertali (Gran Bretagna), che ha chiesto di facilitare le procedure, magari attraverso l’invio delle foto per via telematica, delle pratiche per il passaporto elettronico e una più equa spartizione delle cariche fra le forze del CGIE.

Nel corso della seduta pomeridiana si è affrontato, come da ordine del giorno, anche il tema della Conferenza Stato-Regioni-Province autonome-CGIE che é stato introdotto dal  Segretario generale Franco Narducci che ha sottolineato la necessità di definire un impegno alto e reciproco per dare sostanza al progetto ed arrivare all’assemblea di dicembre con un quadro ben definito. Il dibattito, si è aperto con l’intervento del vice Presidente della VI Commissione tematica Antonio Inchingoli che ha evidenziato l’intento che la III Conferenza permanente e i quattro seminari preparatori, in altrettante regioni, si tengano entro il 2008.
Silvana Mangione (Usa), nell’illustrare il documento programmatico, ha annunciato il probabile svolgimento del primo seminario, quello sulla riforma dello Stato, fra giugno e luglio del 2007. Per la fine dello stesso anno, a novembre o dicembre, dovrebbe aver luogo l’incontro sulla internazionalizzazione. Gli altri due momenti preparatori si terrebbero invece a cavallo della Conferenza dei giovani, prevista per il giugno 2008. I seminari, sulle tematiche della lingua, cultura e formazione professionale e sull’ambito sociale, avrebbero rispettivamente luogo intorno ai mesi di marzo e aprile e fra ottobre e novembre. Agli eventi saranno invitate fra le 200 e 250 persone, vi prenderanno parte anche i rappresentanti delle consulte regionali, dei giovani italiani all’estero e i presidenti degli Intercomites.
 
Chiesta inoltre dal documento elaborato dalla IV Commissione la massima diffusione della documentazione della Conferenza permanente sui siti del Mae, delle Consulte e dei servizi di informazione per gli italiani all’estero.

Sono seguiti gli indirizzi di saluto dei componenti della Cabina di Regia della Conferenza permanente. Segnaliamo, oltre a quello del rappresentante della Calabria Antonio Parisi che ha annunciato la disponibilità della Regione ad ospitare uno dei quattro seminari preparatori, l’intervento di Mario Trampetti, capo dell’ufficio I della Direzione generale del Mae per gli italiani all’estero, che ha annunciato l’invio, da parte del vice Ministro Danieli, di un invito ai Presidenti delle Regioni affinché comunichino, al fine di metterli a circuito tramite gli Istituti di cultura, i progetti culturali di maggiore rilevanza realizzati all’estero.

Gianni Michele Piccato, consigliere diplomatico del Presidente della Regione Piemonte, ha evidenziato la disponibilità della regione a collaborare all’organizzazione degli eventi. Disponibilità anche da parte di Massimo Angrisano (Campania), regione pronta ad ospitare la Conferenza dei giovani ed uno dei quattro seminari.
 
Vera Marincioni del Ministero del Lavoro  ha sottolineato la necessità di migliorare e sviluppare l’efficienza degli interventi formativi per i nostri connazionali che vivono nei Paesi extraeuropei. La Marincioni ha inoltre segnalato l’impegno del suo Ministero ad accelerare l’emanazione dei nuovi provvedimenti per la formazione degli italiani all’estero nei paesi extraeuropei che offrano le stesse modalità di accesso previste per l’Europa.
Il Consigliere Franco Fatiga nel suo intervento ha auspicato la presenza dei presidenti delle commissioni tematiche ai tavoli preparatori dei seminari.
 Roberto Volpini del Comitato di presidenza ha sottolineato l’esigenza di coinvolgere le Consulte regionali dell’emigrazione nell’attività della Conferenza permanente. Da parte sua, il Presidente della V Commissione Franco Santellocco ha auspicato la non emarginazione dai lavori preparatori delle vaste aree prive di Intercomites, mentre il Consigliere Riccardo Pinna (Sud Africa) ha chiesto di valutare la possibilità di invitare i consultori regionali alle riunioni continentali. (Italia Estera) -



 
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