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21 set 2006I CONSIGLIERI DEL CGIE IN SVIZZERA A RAZZI (IDV): FATTORE C TAGLIA XXLL

ROMA, 21 SET. - (Italia Estera) - I consiglieri del CGIE in Svizzera in risposta alle affermazioni di Antonio Razzi, deputato in Europa per l'IDV pubblicate su La Pagina di Zurigo, in merito all’importanza e al ruolo del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (vedi Italia Estera) gli hanno indirizzato questa lettera:

E così alle sparute voci che, ogni tanto, arrivano da qualche parte del mondo per mettere in discussione l'utilità del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE), dopo che ora gli italiani all'estero sono rappresentati nel parlamento dai loro 18 eletti, ecco che ad esse si è aggiunta anche quella del deputato Antonio Razzi di Lucerna. Un dirigente dell'associazionismo abruzzese in Svizzera, un operaio (come lui ama spesso ricordare ai suoi interlocutori) eletto fortunosamente per la lista IDV nell'Area Europa della Circoscrizione Estero con poco più di 1'800 voti, ossia un consenso elettorale da consiglio di fabbrica o da comitato di quartiere. Con i soldi risparmiati chiudendo il CGIE, il deputato Antonio Razzi vorrebbe risolvere nientepopodimenoche i problemi della scarsa funzionalità della rete consolare italiana nel mondo. Se può avere una giustificazione la messa in discussione del CGIE da parte di singoli emigrati, che magari non sanno neppure cosa sia questo organismo, o da parte di qualche rancoroso "trombato" nelle elezioni dei Comites, dello stesso CGIE o, addirittura, nelle recenti elezioni politiche, è tuttavia veramente difficile comprendere come proprio un eletto in parlamento nella Circoscrizione Estero possa chiedere la soppressione del CGIE. Infatti senza questo organismo, e le sue Commissioni Continentali, sia pure rivisto e corretto alla luce della rappresentanza parlamentare, come potrebbe un parlamentare nella Circoscrizione Estero conoscere tutte le problematiche e le necessità delle comunità italiane, spalmate su territori giganteschi, che lo hanno eletto? Nel caso specifico del deputato Antonio Razzi, come potrebbe lui senza il CGIE essere presente ai lavori della Camera a Montecitorio e contemporaneamente essere al corrente dei problemi del popolo italiano residente sul territorio metropolitano e, in particolare, dei cittadini italiani residenti nel suo collegio elettorale: dalla Scandinavia alle Isole Canarie, dall'Irlanda ai territori asiatici della Russia e della Turchia? Non pensiamo che il deputato Antonio Razzi (così come gli altri suoi 17 colleghi parlamentari) siano dotati di virtù eccezionali, quali l'ubiquità, oppure di proprietà medianiche. Allora che senso ha chiedere la soppressione del CGIE che, unitamente ai Comites, sono proprio quegli organismi istituzionali (sia pure a carattere consultivo), risultato di lunghe lotte dell'emigrazione italiana (come d'altra parte lo stesso voto all'estero) che permettono oggi agli eletti nella Circoscrizione Estero di avere costantemente il polso delle situazioni in cui si trovano le collettività italiane in ogni angolo del mondo? Ed a questo proposito è un vero peccato che sia il deputato Antonio Razzi, che il deputato Guglielmo Picchi (FI) e la senatrice Antonella Rebuzzi (FI) abbiano boicottato la prima riunione, che si è tenuta dopo la loro elezione, della Commissione Europa/Nord Africa del CGIE di Bruxelles della scorsa settimana, hanno perso l'occasione di iniziare bene la loro legislatura! Partecipandovi non solo avrebbero potuto rendersi conto del tipo di lavoro che svolge questo organismo, ma anche informarsi sulla dotazione del bilancio annuale messo a disposizione per la sua funzionalità. Invece, con affermazioni e sproloqui, conditi da numeri in liberta, il deputato Razzi ci ha costretti a rivedere le nostre conoscenze di algebra: partendo da 200 milioni ad aprile, é giunto a tre milioni e mezzo a settembre, tenendo ferme le coordinate xxll-c, chissà se con i numeri della finanziaria riuscirà a tenere sotto controllo la propria calcolatrice? In ogni modo non sarebbe affatto fuoriluogo chiedergli di farsi un corso accellerato per recuperare nozionigiuridico-legislative e conoscenza sull'evoluzione della rappresentanza delle comunità italiane all'estero. Il tutto per mettere insieme numeri e concetti, che dovrebbero essere espressi dopo aver contato fino a tre. i Consiglieri del CGIE in Svizzera (Italia Estera) -




 
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