Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
07 mar 2009ITALIANI ALL'ESTERO: Storia di Antonio Parziale, un imprenditore di successo

Antonio Parzialedi Marco Fojanini
Incontro Antonio Parziale in una fredda mattina invernale a Genova, di fronte a un mare agitato e grigio. E‘ affabile, di media statura, sulla cinquantina andante, lo sguardo franco , diretto, essenziale. E‘ di passaggio, di ritorno dalle vacanze natalizie passate a a Torella dei Lombardi dove è nato e cresciuto. Lo conosco da quasi vent'anni, da quando la sua avventura in Slovacchia era iniziata da poco. Non è cambiato. Anche l'ironia del sorriso è rimasta quella che era, sottile richiamo a chi ha sperimentato tutto sulla propria pelle. Accetta l'intervista, del resto siamo buoni amici, e con gli amici si parla volentieri.  
Comincia a parlare dei ricordi più lontani, ma ancora così vivi: suo padre in Irpinia che coltivava la terra con le proprie mani per mantenere decorosamente la propria famiglia. - Da piccolo volevo fare l'astronauta- mi dice ridacchiando. Invece, all‘ inizio ho avuto una vita professionale più che normale. Un titolo di studio che mi ha permesso di accedere ad una professione statale, molto ambita all'epoca in meridione. Ho lavorato così come funzionario presso la Procura della Repubblica di Sant'Angelo dei Lombardi. Sembrava la partenza di una vita come tante, legata a un territorio, a una professione, a un‘esistenza di provincia…
 
Che cosa  ti ha spinto a cambiare allora?
Con il terremoto dell´Irpinia del 1980, con la perdita di molti amici, ho vissuto un periodo tormentato e difficile. Il caotico dopo terremoto, la corruzione, la scarsa lungimiranza politica. Ho visto sperperi inauditi, spese senza programmazione e obbiettivi. Ho chiesto il trasferimento a Verbania, ma neanche quello mi è bastato. Volevo un cambiamento più profondo. Così, sulle ali dei primi mutamenti che avvenivano nei paesi dell‘ est, decisi di dare le dimissioni e cominciò la mia avventura in Slovacchia, paese che avevo già conosciuto come turista.
 
Qual'è stata la tua prima impressione da " emigrante"?
La preparazione culturale delle persone, e il plurilinguismo (ogni persona parlava almeno tre lingue), ma soprattutto il grigiore dell´ambiente e la tristezza della gente. Malgrado lo stato di abbandono e di scarsa manutenzione generalizzato però, si capiva chiaramente che in un periodo precedente (prima della guerra e del comunismo) la societá era molto ben organizzata e l´industrializzazione era sicuramente molto  piu avanti di buona parte della nostra Italia. Quando sono arrivato ho avuto la fortuna di capire che qualcosa si stava muovendo.

 Così hai vissuto in prima persona il periodo di passaggio dal comunismo alla democrazia?

Ho vissuto praticamente direttamente tutti gli accadimenti, dalla caduta del regime alla formazione dei comitati nazionali da cui sono poi nati i nuovi partiti politici. Io, come molti altri, non immaginavo minimamente che gli eventi potessero correre in maniera cosi velocee praticamente senza spargimento di sangue. Ricordo che a un certo punto l´Austria, aprì per la prima volta le frontiere. La popolazione slovacca, con ogni mezzo approfittò di fare una gita in „occidente". Si crearono degli ingorghi inimmaginabili e le colonne di Skoda, Trabant e Lada che partivano erano di 30-40 km.. A Vienna in quei giorni vi era un contrasto palese   tra la popolazione locale e quella slovacca. Coppie slovacche vestite in maniera economica e trasandata incrociavano coppie austriache elegantemente avvolte in stoffe pregiate dai colori vivaci: un primo confronto tra due mondi diversi. Mi ricordo che un giorno invitai per una passeggiata in Austria  una amica, che veniva dal centro della Slovacchia. Rammento il suo stupore quando, percorsi solo pochi chilometri in territorio austriaco, con un candore unico esclamò - Antonio, ma perché qui le case hanno un colore diverso dalle nostre e i giardini sono piu curati?
Anni dopo ci fu la separazione tra Republica Ceca e Slovacchia. Un cambiamento traumatico?

I due popoli erano accomunati dalla sola lingua, ma la storia é stata sempre diversa e separata. In particolare il popolo slovacco per secoli ha subito numerose dominazioni,ad iniziare dai romani con Traiano e Adriano. In epoca più recente c'è stata la dominazione asburgica  e soprattutto la dominazione ungherese, che ancora oggi ha delle influenze e strascici di carattere linguistico ed è alla base di movimenti secessionistici nella parte sud del paese.  Questa profonda differenza tra cechi e slovacchi ha reso la separazione indolore. Il paradosso è stato tuttavia quello di arrivare da un giorno all'altro all'imposizione di una frontiera tra i due paesi con tanto di controllo doganale. Fortunatamente con l´ingresso in Europa, le frontiere sono state tolte di nuovo. 
 

 Tra Repubblica Ceca e Slovacchia tu hai scommesso sulla seconda. Un atto di coraggio?

La mia scommessa nasce soprattutto da un interesse logistico, essendo la Slovacchia sede delle prime attività intraprese sul territorio della antica Cecoslovacchia. Fin dall´inizio della separazione tutti scommettevano a favore della Repubblica Ceca e pochi davano  speranze di sviluppo alla Slovacchia, prevedendo un futuro pieno di problematiche e di scarso sviluppo. La storia ha dimostrato il contrario e la Slovacchia oggi é divenuta una nazione economicamente in piena crescita. Stupisce il fatto per esempio che il paese è diventato il primo produttore di auto al mondo in riferimento al numero di abitanti (circa 1.200.000 annue per 5.500.000 di abitanti). Questo sviluppo travolgente ha fatto in modo che il paese sia entrato a pieno titolo nella NATO, nella EU, nell´OCSE. La Slovacchia siede inoltre nel Consiglio di sicurezza dell´ONU, ma soprattutto, a differenza della Repubbilca Ceca dell'Ungheria e della stessa Polonia, dal 1 gennaio 2009 è entrata anche nella zona EURO, con una economia stabile ed una inflazione al minimo.
 

La crescita del paese ha coinciso con la tua crescita professionale?

Le esperienze di lavoro da libero imprenditore, in questi anni, sono state molteplici e mi hanno portato tante esperienze e tanti cambiamenti. La prima esperienza , é partita con la Europe Invest, una società di consulenza voluta e sostenuta da coraggiosi  imprenditori genovesi, che avevavo intuito la possibilitá  di business che si presentava in questi nuovi paesi. La Europe Invest si interessò di progetti prestigiosi, dalla formazione professionale, agli inceneritori, alla pubblicitá, con alterni risultati a causa della vacanza legislativa del periodo di passaggio dal comunismo alla democrazia. Insomma, i primi che arrivarono pagarono in un certo qual modo lo scotto del mutamento. Al fianco della Europe Invest della quale ero il direttore fondai la Euroin, che iniziò una esportazione di granulati plastici verso l´Italia e una importazione di prodotti dolciari italiani. Fu un'attività dalla quale trassi molte soddisfazioni. Con pazienza riuscii a creare una rete di distribuzione su tutto il territorio. In seguito, insieme ad altri imprenditori ho acquisito una societá distributrice di arredamenti italiani che si trovava in cattive acque. E‘ stata un'esperienza interessante segnata dal successo: in tre anni il fatturato è quadruplicato e abbiamo consolidato la rete distributiva con l'apertura di cinque prestigiosi punti vendita il cui marchio è molto apprezzato. Da circa quattro anni invece ho intrapreso quella che considero essere l'esperienza più gratificante dal mio arrivo in Slovacchia, sempre a fianco di soci italiani. E‘ un investimento nel settore agricolo nato quasi per caso partendo dall‘ acquisizione di una piccola parcella di terra. Oggi la società che abbiamo creato si ritrova proprietaria di circa 1000 ettari, coltivati a grano, mais, colza ecc. Abbiamo dato avvio anche ad un'attività alberghiera nella villa padronale completamente ristrutturata, con la possibilità di disporre di una riserva di caccia di grande prestigio di ben 1300 ettari, piena di cervi, cinghiali, caprioli, fagiani, volpi, lepri. Questa é stata l‘occasione che mi ha permesso di tornare per certi aspetti alle mie origini. Riavvicinarmi alla natura, al mondo rurale, alla vita del villaggio.  
Chissà quante relazioni avrai sviluppato in tutti questi anni con gli slovacchi. Puoi ricordarne qualcuna?

In Slovacchia ed anche nella Repubblica Ceca mi sono sempre relazionato con tutti. La cosa bella è che tutti mi conoscono e mi chiamano per nome "Antonio", cosa abbastanza insolita. In questi anni ho avuto modo di conoscere anche persone di primo piano, di notorietà internazionale. Tra questi ricordo Alexander Dubcek, persona affabile, umile e semplice. Ho anche un rapporto personale ed amichevole con il vecchio premier Mecar, temuto e odiato da molti, con il premier riformatore Dzurinda, e con quello attuale Robert Fico.  L´esperienza piu emozionante l´ho vissuta qualche anno fa, quando ho convinto il Presidente della Repubblia Rudolf Shuster a portare un vitigno slovacco nel vigneto della pace di Cormons. Infatti, con alcuni amici, avevamo scoperto che a Cormons esisteva il vigneto della pace caratterizzato dalla presenza di vitigni di tutto il mondo e dal quale si produce ogni anno il vino della pace, che confezionato in bottiglie decorate da grandi artisti internazionali, viene donato ogni anno al Papa, a tutti i capi spirituali e religiosi , e ai capi di Stato del mondo intero. Il Presidente Shuster, proprio di ritorno da un viaggio di visita al Papa, su mio suggerimento diede disposizione all'aereo presidenziale di fare tappa a Ronchi dei Legionari, dove si celebrò, con una solenne cerimonia la piantagione del vitigno slovacco. Fu un grande onore essere il primo italiano a viaggiare sull‘ aereo presidenziale. Dopo questo evento ricevetti la cittadinanza slovacca.
 

Negli ultimi vent‘anni sei diventato un punto di riferimento dell'impreditoria italiana in Slovacchia. Come hai fatto a conquistarti la fiducia di così tanti imprenditori?

Con l´imprenditoria italiana mantengo dei buoni contatti ed ho rapporti scelti e consolidati da tempo. La fiducia la si conquista dimostrando serietà. Certamente mi ha aiutato il fatto di avere contribuito a creare una comunità italiana in Slovacchia che ha anche costituito una camera di commercio. Il mio ruolo di direttore responsabile dell´unica rivista italiana pubblicata in Slovacchia, che tratta soprattutto tematiche utili agli imprenditori ha dato un apporto al rafforzamento della mia credibilità. Addirittura lo scorso anno ho collaborato alla costituzione del „Fogolar Furlan" di Bratislava, praticamente la piu grossa organizzazione italiana, che raggruppa tutti i Friulani emigrati nel mondo. La cosa simpatica e curiosa é stata che a un certo punto mi sono ritrovato Presidente onorario del Fogolar , pur essendo un Irpino purosangue.

Come sono attualmente i rapporti tra Italia e Slovacchia?

I rapporti fra l´Italia e la Slovacchia sono stati sempre molto vivi. Già l'impero romano aveva insediamenti strategici in questo paese, molto importanti a fini bellici e logistici. In epoca contemporaneao uno degli eroi piú amati, il Gen. Stefanik, ha prestato servizio a fianco degli italiani durante la prima guerra mondiale ed era amico personale e compagno di volo di Francesco Baracca. In giro per la Slovacchia esistono nomi prettamente italiani: famiglie arrivate due tre secoli fa per prestare servizi come architetti, geometri, avvocati, agronomi e muratori, in seguito insediati. Nomi come Pellegrini, Urbani, Cicutto sono emblematici. Eredi di quelle famiglie oggi occupano posti importanti nella conduzione del paese. Non va dimenticato, nell'ottica dei buoni rapporti tra Italia e Slovacchia la figura dell'intelletuale Jrii Pelikan, che per evitare di subire persecuzioni in seguito alla ai fatti della primavera del 68 venne eletto nelle file del partito socialista italiano come deputato italiano nel primo parlamento europeo.. Oggi i rapporti sono legati soprattutto da interessi commerciali. Importanti sono gli investimenti italiani in Slovacchia e l´interscambio commerciale con l‘Italia é al terzo posto per volume ed importanza. L´Enel, grandi istituti bancari come Unicredito e Intesa, hanno investito grandi capitali in questo paese. Vanno ricordati anche le migliaia di piccoli e medi imprenditori italiani che hanno aperto in Slovacchia filiali e piccole attività industriali. Moltissimi slovacchi hanno studiato e studiano presso scuole e universitá italiane. Per questo la lingua italiana é molto apprezzata. Anche il turismo slovacco preferisce volentieri l´Italia, soprattutto per le sue zone balneari che rappresentano il mare più prossimo al paese..
 

Neanche un po‘ di nostalgia per l'Italia? Pensi che rimarrai lì per sempre?

Sono una persona libera anche perchè ad oggi non ho ancora formato una famiglia, per cui posso vivere in qualsiasi parte del mondo. Ringrazio Dio di avere trovato negli anni un equilibrio e una serenità interiore. Questo mi aiuta molto. Sul futuro non metto ipoteche. Lascio la porta aperta a tutte le ipotesi. Quanto alla nostalgia, sembrerá strano ma più il tempo passa e più non riesco a parlare di nostagie italiane! La cosa che mi dispiace maggiormente è la costante regressione che ho avuto modo di notare nel nostro paese. Un'involuzione progressiva che sta portando l'Italia al di fuori della cerchia dei paesi che contano. Un fatto è certo: paesi come la Slovacchia, ma anche la Repubblica Ceca, L'Ungheria la Polonia, e altri paesi del centro Europa, dopo gli anni bui del comunismo e della guerra fredda, sono tornati a giocare un ruolo importante sul palcoscenico mondiale e stanno raccogliendo più e meglio di noi le nuove sfide che si annunciano.
 
Antonio Parziale ha finito di raccontarsi. Mi sorride e guarda il mare.  Bello, dice. E‘ sempre un'emozione stargli davanti. Poi, con un occhio all'orologio, scuote la testa e aggiunge: -Devo proprio andare.
 
Marco Fojanini / Italia Estera



 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati