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24 mar 2009ISRAELE: I laburisti nella coalizione di destra di Netanyahu dopo tensioni e invettive

Tzipi Livni starà all’opposizione, Barak manterrà il dicastero della Difesa, manifestazioni di destra nel nord del Paese

di Alfonso Maffettone
GERUSALEMME 24 MAR, (Italia Estera) – Israele avrà un inedito governo di coalizione  di destra e di sinistra. E’ il risultato degli sforzi negoziali computi dal leader conservatore Benjamin Netanyahu per  guadagnare il gradimento internazionale e ridurre le frizioni con l’Amministrazione del Presidente americano Barack Obama  che, nella sua politica del  “cambiamento”,  tende la mano all’Iran della continua minaccia nucleare e punta alla creazione di due stati in Palestina.
 I 1071 delegati del partito laburista hanno approvato stasera a Tel Aviv con il 58% dei voti  ( 680 si ) contro il 42% la prosposta del leader Ehud Barak  per un esecutivo di unità nazionale con i conservatori del Likud di Netanyahu, con i nazionalisti del partito Yisrael Beitenu di Avigdor Lieberman e con gli ultraortodossi Shas.
 Il voto è giunto al termine di un’assemblea tesa e concitata che ha diviso il Labor per  una forte opposizione ( 507  i no) contro l’alleanza con la destra.  Barak ha assicurato che il partito avrà un posto significativo all’interno della coalizione. “Io non ho paura di Netanyahu, né noi saremo la foglia di fico né la ruota di scorta di nessuno. Noi agiremo come una forza di opposizione per prevenire la creazione di uno ristretto governo di destra e per farne uno di larga intesa nell’interesse dello stato di Israele”, ha detto Barak in un discorso spesso interrotto da cori di disapprovazione.
Uno degli oppositori , il parlamentare Ophir Paz-Pines ha detto che “Yitzhak Rabin, Golda Meir e Moshe Sharett  si rivolteranno nella tomba” ed ha esclamato rivolto a Barak. “Non hai avuto il mandato di lanciare il Labor nella discarica della storia”.
 Il partito centrista Kadima di Tzipi Livni, vincitrice ma di stretta misura delle elezioni di febbraio,  starà sui banchi dell’opposizione. Inabile ad intavolare negoziati per la formazione di un governo,  la Livni si è rifiutata di accettare l’offerta di Netanyahu  per una coalizione con la destra senza ricevere in cambio nessuna garanzia sulla  condizione da lei  posta per la creazione di due stati in Palestina come vuole anche Barack Obama.
L’accordo raggiunto fra Barak e il leader del Likud, dopo lunghe ed estenuanti trattative,  parla, infatti,  di sforzi per una pace comprensiva e per un’ampia cooperazione economica in Medio Oriente dopo la guerra di Gaza contro Hamas. Il negoziatore capo del Labor, Shalom Simoh, in una intervista alla radio israeliana, ha, comunque, precisato che l’intesa,  sebbene non la citi , non è detto che escluda la soluzione dei due stati per il conflitto con i palestinesi.
L’adesione del partito di Barak   ha consentito a Netanyahu di raggiungere 66 seggi superando i 61  necessari all’installazione del nuovo esecutivo ai primi di aprile: 27 sono i parlamentari del Likud, 15 di Yisrael Beiteneu,, 11 dell’ultraotodosso Shas e  13 del labor.
Barak, in base all’accordo, manterrà la carica di ministro della difesa che aveva nel governo uscente  ed avrà voce autorevole nel processo di pace in M.O. Il labor  avrà  anche altri quattro ministeri: Difesa, Industria, Commercio, Lavoro ed Agricoltura, Welfare e Servizio sociale. 
 
Ministro degli esteri sarà Avigdor Lieberman di Yisrael Beitenu,noto per la sua retorica anti araba e sul quale Ue ed Egitto hanno espresso riserve. Un segno del nuovo clima radicale che la destra potrebbe instaurare in Israele sono gli incidenti accaduti oggi   nella città araba-israeliana di Um el-Fahem (nel nord di Israele). Cento estremisti di destra sono sfilati sventolando bandiere  con la stella di Davide  per dimostrare che nessuna parte del territorio  israeliano può essere vietato a loro. La polizia, che aveva proibito i cortei per motivi di sicurezza e di ordine pubblico, ha caricato e lanciato gas lacrimogeni. Sedici poliziotti sono rimasti leggermente feriti negli scontri. Va detto che da un mese si ripetono queste manifestazioni ad Um el-Fahem.
Alfonso Maffettone/Italia Estera 



 
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