Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
24 mar 2009Kosovo, D'Alema: ''Non era necessario bombardare Belgrado ma abbiamo messo fine alle guerre balcaniche''

In un'intervista a 'Il Riformista': ''Il grande merito di quell'intervento è stato quello di aver innescato un processo per cui la Serbia oggi è un paese democratico''.

ROMA, 24 MAR.  (Italia Estera) - Massimo D'Alema, a dieci anni dalla guerra nel Kosovo, all'epoca presidente del Consiglio, in un'intervista a 'Il Riformista' rievoca quei giorni. Rivendica le scelte fatte, l'assunzione di responsabilita', e ricorda che ancora prima di andare a Palazzo Chigi si era in stato di 'pre-guerra', uno dei motivi per cui il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro non sciolse le Camere. L'Italia, sottolinea D'Alema non ha ''mai smesso di negoziare'' e anche durante i bombardamenti la nostra ambasciata a Belgrado rimase aperta. D'Alema rivela anche che gli Usa volevano tenere fuori l'Italia dal conflitto con i serbi, usando solo le basi. E D'Alema rispose a Clinton: ''Presidente, l'Italia non e' una portaerei. Se faremo insieme questa azione militare, ci prenderemo le nostre responsabilita' al pari degli altri paesi dell'alleanza''. ''Era moralmente giusto e anche il modo di esercitare pienamente -sottolinea D'Alema- il nostro ruolo. Dopo il Kosovo infatti -rivendica- l'Italia ebbe un ruolo primario. Una parte della regione e' stata poi presidiata da una forza multinazionale sotto il comando italiano. E' stata la prima volta che un contingente multinazionale serviva sotto la bandiera del nostro paese. Qualche anno dopo -sottolinea D'Alema con riferimento alla sua esperienza di ministro degli Esteri- abbiamo avuto il comando della forza Onu in Libano. Due dei momenti piu' significativi dell'impegno di peacekeepink di tutto il dopoguerra''. Dopo le prime vittime civili, mai un momento di pentimento? ''Pentito no, mai. Continuo pero' ancora oggi a pensare che non fosse necessario bombardare Belgrado''. E le critiche interne? ''Ero turbato dalla guerra, sentivo la responsabilita' di quello che accadeva, i civili che morivano... La mia preoccupazione era questa. Quando ci si trova coinvolti in avvenimenti cosi' drammatici non ci si puo' preoccupare delle polemiche politiche interne''. Il grande merito di quell'intervento e' stato quello di mettere fine alle guerre balcaniche e aver ''innescato un processo per cui la Serbia oggi e' un paese democratico''. (Italia Estera) -




 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati