Il Colle respinge con una nota ufficiale l’attacco, nel Pd pressioni per una fine dell’alleanza con Di Pietro, solidarietà al Capo dello Stato
di Alfonso Maffettone
ROMA, 29 GEN, (Italia Estera) – Quali sono le mire e gli obiettivi dell’on. “che c’azzecca” alias Antonio Di Pietro, il giustizialista ed il moralista della Seconda Repubblica?. E’ forse arrabbiato perché indagano il figlio Cristiano nell’inchiesta Global Service a Napoli?.
Il Leader di Italia dei Valori, in una manifestazione a Roma, si è rivolto contro il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con un attacco che “non c’azzecca” per usare il linguaggio colorito dell’ex pubblico ministero di Mani Pulite.
"A Lei presidente Napolitano che dovrebbe essere arbitro, possiamo dire che il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzo”, ha detto Di Pietro in un raduno organizzato a piazza Farnese dall'Associazione nazionale vittime di mafia contro la sospensione decisa dal Csm (Consiglio Superiore della Magistratura) del procuratore di Salerno Apicella per la nota vicenda dell’ operazione Why not. Poi l’ex pm ha aggiunto: “Vogliono farci ancora una volta lo scherzetto di Piazza Navona. Ma in una civile piazza c’è il diritto a manifestare. Presidente Napolitano, possiamo permetterci di accogliere in questa piazza chi non è d’accordo con alcuni suoi silenzi?. Quindi l’affondo: «Il silenzio uccide, il silenzio è un comportamento mafioso». Parole accompagnate dal leader di Italia dei valori con una precisazione ammorbidente: la critica viene fatta “rispettosamente”.
Di Pietro ha caricato a testa bassa il Quirinale perché si è imbufalito contro la polizia che gli aveva rimosso nella piazza uno striscione contro il presidente della Repubblica sul quale era scritto: “Napolitano dorme, il popolo insorge”. Una frase contradditoria sia del programma di Italia dei valori sia della lotta politica del suo leader. Di Pietro ha fatto dell’ordine e della legalità il suo cavallo di battaglia e meraviglia il fatto che inneggi al popolo che insorge. Parla irriverentemente di “silenzio” e “comportamento mafioso”, frasi generiche che non dicono nulla. E le manette, da sempre invocate ed usate con grande disinvoltura dall’ex magistrato, a chi le mettiamo?. Alle forze dell’ordine che fanno il proprio dovere togliendo dalla vista uno striscione che “non c’azzecca” ?.
Il Quirinale ha reagito alle affermazioni del leader con una nota ufficiale, unanime la condanna dei gruppi parlamentari, dei presidenti delle Camere e di esponenti del governo e dell’opposizione. “Sono del tutto pretestuose le offensive espressioni usate dall’on.Di Pietro per contestare presunti silenzi del Capo dello Stato le cui prese di posizioni avvengono nella scrupolosa osservanza delle prerogative che la Costituzione gli attribuisce”, afferma la nota.
I giornali riportano lo “sconcerto”, la rabbia” di Giorgio Napolitano per un attacco che ritiene assolutamente ingiustificato nel merito e nella forma.
Il premier Silvio Berlusconi, riferiscono i suoi collaboratori, non ha avuto mezzi termini per definire l’attacco di Di Pietro. “Quello dell’ex pm è stato un gesto rozzo ma da uno come lui non c’era altro da aspettarsi”, ha commentato il Presidente del Consiglio.
Nelle file dell’opposizione monta la rivolta contro il segretario del Pd Walter Veltroni che ha deplorato le parole di Di Pietro a piazza Farnese ma appare troppo accondiscendente alle esuberanze dell’alleato di Italia dei Valori. Marco Follini ha detto "a questo punto è arrivato il momento che Veltroni dichiari chiusa la dissennata alleanza con Di Pietro. Dopo l’aggressione al Capo dello stato predichette, richiamini e piccoli distinguo diventano un esercizio di tartufismo politico". Il vaso è colmo a giudizio di Franco Marini secondo il quale occorre verificare la convivenza con Di Pietro.
Giustizialismo, moralismo, prediche ed esecrazioni. L’ex pubblico ministero di Mani pulite, come dice Daniele Capezzone portavoce di Forza Italia, parla, straparla, pontifica da anni contro tutto e tutti. Ma qual’ è il suo obiettivo?. Scrive Piero Ostelluino sul Corriere della Sera:” Di Pietro – con la pretesa che il capo dello Stato si arroghi un diritto che non ha- manifesta una inclinazione autoritaria. Una brutta deriva, la sua, peraltro non estranea alla sua cultura che qualcuno dovrebbe spiegargli. In punto di Costituzione”.
Alfonso Maffettone / Italia Estera