TRASPORTI: Le nozze con Air France danno una svolta alla privatizzazione di Alitalia
Critiche dell’opposizione e delusione del partito del nord per il ruolo di Malpensa, rischio sciopero sui primi decolli
di Alfonso Maffettone ROMA, 12 GEN, (Italia Estera) – La saga della privatizzazione di Alitalia è giunta ad una svolta dopo anni di scioperi a ripetizione, di negoziati difficili, di sceneggiate e dibattiti televisivi che hanno ossessionato ed esasperato il pubblico italiano. La controversa questione del partner straniero si è risolta oggi con l’ingresso dell’ Air France –Klm nella nuova Alitalia nata dalla fusione il 12 dicembre della parte buona di Alitalia con Air One dell’imprenditore abruzzese Carlo Toto. Il consiglio di amministrazione, sotto la presidenza di Roberto Colaninno, ha annunciato che il gruppo franco olandese ha acquistato il 25% del capitale per un investimento di 325 milioni di euro alla vigilia del “varo” dei nuovi collegamenti. Domani 13 gennaio dovrebbero partire i voli inaugurali ma ancora una volta si deve usare il condizionale. I primi decolli sarebbero a rischio a causa della protesta del sindacato autonomo dei duri di Sdl che ha indetto per domani una protesta a Fiumicino ed è deciso ad andar avanti con assemblee e scioperi . “Dimostreremo che i lavoratori Alitalia, i cassaintegrati e i precari non hanno veramente nulla da festeggiare”, afferma Sdl. Anche le quattro organizzazioni di categoria aderenti alle grandi confederazioni di Cgil, Cisl,Uil e Ugl, non nascondo le loro ostilità. Pur continuando a trattare, manifestano forti critiche nei confronti dell’ nuova Alitalia in relazione alle assunzioni del personale della vecchia compagnia ed all’esternalizzazione di alcuni servizi come le pulizie.
Colaninno ha definito “straordinaria” la scelta di Air France – Klm che porterà sinergie per 720 milioni di euro ed ha sottolineato la priorità strategica del ruolo di Malpensa. “Malpensa è destinato ad essere l'hub di riferimento per il business nella Pianura padana, mercato che rappresenta il quarto a livello europeo e l'ottavo nel mondo. Alitalia e Air France svilupperanno insieme una strategia multi-hub, in cui Fiumicino e Malpensa saranno protagonisti con “pari dignità” rispetto a Parigi e Amsterdam” ha affermato il Presidente della nuova Alitalia. Quanto all’italianità della nuova compagnia di bandiera- il cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi - non ci dovrebbero essere dubbi: Colaninno ha sostenuto che una clusola lock up contenuta nell’accordo impedisce il sopravvento del partner straniero.
Ma le nozze con Air France- Klm e la nascita della nuova compagnia di bandiera non sono state accolte nè con brindisi nè con fuochi d’artificio. Il club Trasporti e il Comitato Cassintegrati e Precari Alitalia/AirOne hanno organizzato un corteo funebre
all'aeroporto di Fiumicino per dare l'addio alla "vecchia Alitalia" e per protestare contro le “discriminazioni della “nuova”, fra la curiosità e l’incredulitù dei passeggeri in attesa di imbarcarsi sugli aerei. All’interno della maggioranza il cosiddetto partito del nord è rimasto di umore nero perché avrebbe voluto negoziare anche con Lufthansa che, secondo il sindaco di Milano Letizia Moratti, avrebbe dato più garanzie per una valorizzazione dell’aeroporto di Malpensa. Il presidente lombardo Roberto Formigoni non ha nascosto la sua delusione: “ La scelta di Air France concentrerà il servizio soprattutto su una parte del territorio nazionale e cioè su Roma. Malpensa esce dalle scelte di Alitalia fortemente ridimensionata e questo vuol dire che dovremo lavorare noi, come spesso accade”. La Lega Nord, per bocca di Roberto Cota, non si è dichiarata “ soddisfatta”. “Gli imprenditori del Nord - ha spiegato alla trasmissione Otto e mezzo - non passano a Fiumicino per andare in Cina, ma sono costretti ad andare a Francoforte o Parigi. Difendere Malpensa è difendere il sistema. L'unica soluzione è quella della liberalizzazione delle rotte”.
Il centro sinistra ha sparato a zero contro il governo Berlusconi. “Si chiude una vicenda scandalosa che rasenta l’ imbroglio. I cittadini pagano più di tre miliardi di euro, le tariffe aumentano e c’è meno occupazione. Un risultato disastroso il cui responsabile è Silvio Berlusconi”, ha tuonato il ministro ombra delle infrastrutture Andrea Martella. L’ex ministro Massimo D’Alema ha sostenuto che la vicenda si sarebbe potuta concludere sotto il governo di Romano Prodi . “L'unica differenza è che questa fusione Air France non la pagherà, la pagheranno gli italiani, ha detto l'esponente democratico secondo il quale “c'è una vendetta dell'economia sulla propaganda e così si svela che è un grande imbroglio”.
Air France cominciò le trattative con il gabinetto Prodi. Offrì un miliardo di euro per l’acquisto del 49,9% di Alitalia ed il saldo dei debiti ma Berlusconi, che a quell’epoca era all’opposizione, fece una campagna contro la deitalianizzazione della compagnia di bandiera. Il cavaliere rivolse un appello per una cordata di imprenditori nazionali e proseguì la sua campagna una volta vinte le elezioni. Il 26 agosto si formò la newco con i primi 16 soci, per dare vita alla Compagnia Aerea Italiana (Cai). Dopo tormentati e infiniti negoziati con piloti ed hostess, la nuova società firmò il 20 novembre il contratto di compravendita di Alitalia per 1,052 miliardi di euro.
A parte gli attacchi scontati del centro sinistra e la delusione di settori della maggioranza, l’accordo con Air France ha posto fine alla tragica storia della vecchia Alitalia che, a causa di pressioni politiche e sindacali, è stata una delle peggiori società italiane del dopoguerra, oberata da clientelismo, sprechi, debiti e consulenze inutili. Si apre oggi una nuova era. C’è da augurarsi che la nuova Alitalia possa volare alto senza i condizionamenti del passato.