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19 nov 2008Berlusconi telefona a Ballarò,

E' vero che nel 1994 ho chiesto di incontrare Di Pietro per fargli fare il ministro. Ma non sapevo che da magistrato aveva messo in prigione tante persone innocenti. Quando l'ho saputo ho cambiato idea". Lite con Epifani: “Non mi serve la sua autorizzazione”. A Bersani che gli chiede un lavoro bipartisan per aiutare le fasce più deboli, dice  che sarebbe "auspicabile" . Veltroni alla Camera:"Si apra subito a palazzo Chigi un tavolo di confronto e gestione della crisi. Il piano del governo.
 
Di Beppe Nisa
ROMA, 19 NOV.   Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, stanco di essere continuamente preso di mira, ieri sera ha deciso di  passare, come si dice,  al contrattacco. Ha telefonato a Ballarò, la trasmissione televisiva sulla terza rete della Rai, tra la sorpresa dello stesso conduttore . Abbiamo visto un Berlusconi a tutto campo che si toglie qualche sassolino dalla scarpa contro il Pd, la Cgil e soprattutto contro Antonio Di Pietro. E' un intervento duro quello del premier, che prima contesta all'opposizione di avere nei suoi confronti un atteggiamento inaccettabile quando lo accusa di non conoscere l'abc della democrazia o, peggio, come ha affermato ieri Di Pietro, di esserne addirittura "l'assassino".
Guglielmo Epifani, ospite in studio, vuole affrontare il mistero dell’ incontro a Palazzo Grazioli di qualche giorno fa tra lo stesso premier, alcuni ministri, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e i segretari di Cisl e Uil, che scatenò polemiche proprio per l’assenza della Cgil. “Si è fatto un incontro – ricorda Berlusconi - ma non a casa mia, e non per cena. Ero stato io stesso invitato, e fino a venti minuti prima non ne sapevo niente neanche io”.
Epifani replica, chiedendo al premier se ritiene che "il più grande sindacato italiano sia irrilevante proprio quando si affrontano i temi della crisi”, e invitandolo a "non aver paura del confronto con la Cgil”.
Gelida la reazione del premier:“Trovo fuori luogo queste affermazioni. La vita politica è fatta di molteplici incontri, quello di cui parliamo era uno dei tanti incontri non ufficiali. Mentre in incontri ufficiali molte volte la Cgil è stata invitata (per ben sette volte)  e non si è presentata.  Avevate una precisa indicazione – aggiunge Berlusconi noncurante delle proteste di Epifani - suggerita a lei dalla sinistra di far fallire la trattativa Alitalia. Non le permetto di fare dichiarazioni che non rappresentano la realtà”. Quindi, precisa, “non credo di avere bisogno della sua autorizzazione per incontrare alcuni protagonisti del mondo della politica e del lavoro”, e poi aggiunge una delle sue frecciatine: “Chiederò a lui il consenso su tutto”.  Il leader della Cgil protesta chiedendo al premier "trasparenza". E, infine, commenta: "Intanto Berlusconi ha confermato l'incontro. Ne prendo atto e quindi qualcuno ha detto qualche bugia".
Ma è contro il leader dell'Italia dei valori che si indirizza in modo particolare l'ira del premier, dopo le sue affermazioni di eri che lo definisce "l'assassino" della democrazia  e corruttore politico.  "Lo invito, dopo queste accuse, a fare il suo dovere, deve andare dai magistrati e denunciarmi. Se non lo farà lui, lo farò io querelandolo per calunnia". "Non ho mai incontrato Villari (il presidente della Commissione di Vigilanza Rai eletto con i voti della destra). Non ho mai chiesto un appuntamento con l'onorevole Orlando. Mi era stato proposto da un onorevole di Forza Italia ma ho rifiutato. Infine: E' vero che nel 1994 ho chiesto di incontrare Di Pietro perché volevo fargli fare il ministro. Ma allora - ha aggiunto - non sapevo che da magistrato aveva messo in prigione tante persone innocenti. Quando l'ho saputo ho cambiato idea". Chiuso argomento.
Ma stamattina l'ex pm  Di Pietro ribadisce la sua accusa a Berlusconi.  Il leader dell’Italia dei valori lo fa nel corso del "Caffè con", la trasmissione di Rainews24 condotta dal direttore Corradino Mineo: "Ribadisco in questa sede nella mia funzione di parlamentare dell’opposizione quello che gli ho detto e ripeto: corruttore politico. Se non gli va bene, lo vada a dire lui ai magistrati altrimenti, si tenga quello che gli ho detto - dice l’ex pm di Milano - Berlusconi ha ammesso per la prima volta di avermi proposto di fare il ministro e poi ha ammesso di averci provato con Orlando dicendo però non gliel’ho detto io, è un parlamentare di Forza Italia che sta facendo da trait d’union". 
 
Infine Berlusconi, rispondendo poi ad una domanda di Bersani sulla possibilità di un lavoro bipartisan per aiutare le fasce più deboli del Paese, ammorbidisce i toni sottolineando che sarebbe "auspicabile" se l'opposizione avesse un altro atteggiamento.
Quindi l'apertura al confronto con tutte le parti sociali in vista del varo delle misure anticrisi: "Mercoledì 26 novembre abbiamo in animo di presentare un pacchetto per vedere di rilanciare la situazione economica italiana. Il signor Epifani e tutti gli altri sindacati saranno invitati per tempo. prima di prendere le decisioni avremo un incontro, che durerà il tempo necessario, nella Sala Verde di Palazzo Chigi. Discuteremo con loro e accoglieremo le loro osservazioni riguardosi, come sempre, delle loro opinioni".
 
Walter Veltroni intervenendo  oggi in aula alla Camera avanza la prorposta:  "Si apra subito a palazzo Chigi un tavolo di confronto e gestione della crisi, a cui vengano chiamare tutte le forze sociali non solo Confindustria e sindacati ma anche le piccole e medie imprese".
 
Secondo il segretario del Pd l'unico modo per affrontare la crisi economica, che diventerà ancora più evidente nei suoi risvolti concreti nei prossimi mesi, è quello di affrontarla abbandonando "logiche che inaspriscono il conflitto sociale e politico". "E' bene che il nostro Paese non arrivi in questa crisi così drammatica - prosegue Veltroni - con una conflittualità sociale e politica così esasperata". Dunque, nel proporre l'apertura di una tavolo con tutte le forze sociali a palazzo Chigi, Veltroni sollecita un "patto tra i produttori", tra tutti "gli attori dell'economia reale" perché stringano un "patto di solidarietà per il sostegno alla crescita e allo sviluppo".

Veltroni però non lesina critiche alle scelte fatte fin qui dal governo dalla vicenda Alitalia al taglio dell'Ici che "non funziona" così come non funzionano "gli incentivi sugli straordinari", né tantomeno la Robin tax: "con una mano si è tolto alle banche e con l'altra gli si restituisce". Misure che non sono servite a "affrontare la vera questione", secondo il segretario del Pd ovvero interventi su salari, stipendi e pensioni e il sostegno alla crescita.
Beppe Nisa/Italia Estera
 
 
 
IL PIANO ANTICRISI DEL GOVERNO
(Italia Estera) - Non verrà varato prima di mercoledì della prossima settimana il decreto che conterrà alcune delle misure del piano anti crisi da 80 miliardi annunciato dal presidente del Consiglio e dal ministro dell’Economia sabato scorso da Washington. Lo conferma il premier: "Mercoledì prossimo presenteremo in consiglio dei ministri un pacchetto totale di misure". Lo ha detto conversando con i giornalisti durante una passeggiata per le strade di Roma e annunciando per mercoledì 26 il varo da parte del Consiglio dei ministri di un pacchetto a sostegno delle famiglie e delle imprese per fronteggiare la crisi.
Berlusconi ha detto, nel corso della conferenza stampa a Washington dopo il G20, che il pacchetto di interventi sarà approvata al massimo entro la fine di novembre. In ogni caso il governo, ha chiarito Tremonti nella stessa conferenza stampa, vuole tenere conto sia dell’urgenza delle misure da adottare sia del rispetto dei tempi del parlamento, che ha un calendario ingolfato anche a causa del massiccio ricorso ai decreti legge da convertire.
Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ritiene che il piano anticrisi anticipato dal governo sia insufficiente nella parte che riguarda imprese e famiglie. "Dal nostro punto di vista non è sufficiente, serve di più. Siamo in un momento di grande difficoltà, di crisi di fiducia e di recessione. Se ne può uscire, ma è fondamentale il supporto alle imprese e alle famiglie".
Il leader degli industriali ha ricordato le sue precedenti richieste, cioè "un taglio all’Irap". E spiega: "La riduzione fiscale serve e deve essere consistente. Abbiamo chiesto dei provvedimenti che supportino dal punto di vista fiscale le imprese che decidono, in un momento così difficile, di patrimonializzarsi e di fare investimenti. Per quanto riguarda le famiglie chiediamo che ci sia un supporto vero per quelle con redditi più bassi. Auspichiamo che il Governo, su imprese e famiglie, faccia di più".
Quanto alla parte del provvedimento del Governo che riguarda gli ammortizzatori sociali, secondo Marcegaglia "è fondamentale" che questi "vengano rifinanziati perchè ce ne sarà molto bisogno". Parlando del provvedimento più in generale, il leader degli industriali ha detto che "si parla di 80 miliardi di euro": "Alcuni di questi fondi avrebbero già dovuto essere avviati nel 2007 ma erano fermi. Ora è fondamentale che alle parole seguano i fatti e che quindi gli investimenti vengano spesi già nei prossimi mesi per aiutare la ripresa".
Anche per il comparto auto servirebbero delle misure necessarie a contrastare la crisi economica, ma la richiesta di supporti sarà avanzata in sede di Unione europea: lo sostiene il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, intervenuta oggi ad un convegno organizzato da Assinform. "L’auto è un settore particolarmente in crisi, dal nostro punto di vista - ha detto Marcegaglia - servirebbero assolutamente supporti su tutti i settori che fanno efficienza energetica e riduzioni di emissioni. Quindi certamente anche per l’auto. Comunque - ha concluso - credo che la logica dell’auto sia quella di decidere aiuti di Stato a livello europeo e non nei singoli Paesi". (Italia Estera).
 
 
 
 



 
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