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26 ott 2008"Salva l'Italia": Il Pd scende in piazza

di Beppe Nisa 
E' guerra di cifre sul numero dei partecipanti
ROMA, 26 OTT. (Italia Estera) - Si è svolta ieri a Roma la manifestazione nazionale "Salva l'Italia" promossa dal Partito Democratico. Due cortei, uno partito da Piazza della Repubblica e l'altro da Piazzale dei Partigiani, sono confluiti al Circo Massimo dove ha parlato il segretario del Pd Walter Veltroni. E’ guerra dei numeri. Secondo gli organizzatori sono state oltre due milioni e mezzo le persone che hanno risposto all'appello del Pd. Per la Questura invece 200 mila."L'Italia è migliore della destra che la governa, ma un'altra Italia è possibile e la faremo insieme".
Il segretario del Pd Walter Veltroni scende dal palco principale e per un'ora parla tra i manifestanti per denunciare "un governo totalmente inadeguato" ad affrontare la crisi economica ma anche le riforme "necessarie" per il paese, come quella della scuola, ed i suoi problemi, dalla sicurezza alla difesa dell'ambiente. Veltroni esordisce guardando i manifestanti che gremiscono il Circo Massimo parlando di "uno spettacolo meraviglioso per la democrazia italiana" e rivendicando la forza del Pd: "Questa é la prima grande manifestazione di massa del riformismo italiano, finalmente unito perché in Italia un italiano su tre crede nel nostro disegno". Ma poi parte subito all'attacco del governo e del presidente del consiglio.
"La democrazia, signor presidente del Consiglio, non è un consiglio di amministrazione", avverte il segretario dei democratici che, citando Vittorio Foa e Leopoldo Elia, mette in guardia da chi "pensa di ridurre solo minimamente la libertà di avanzare critiche".
Il Pd non grida "come hanno fatto in passato altre opposizioni, al regime" ma non risparmia "la durezza della denuncia", e cioé che "il governo è totalmente inadeguato ad affrontare la crisi economica" perché "ha sbagliato tutte le previsioni economiche" con la finanziaria e "si occupa di rassicurare i potenti di questo paese piuttosto che di combattere la drammatica situazione di imprese e lavoratori". Il leader del Pd evidenzia come "le tasse stanno aumentando" ed il governo non interviene "a sostegno dei redditi medi e bassi per aumentare i consumi". Ma non va, per Veltroni, anche "la riformetta" sulla scuola, sotto la quale "si camuffano solo tagli" e che il Pd propone di sospendere in Parlamento per "avviare subito un confronto con tutti i soggetti interessati". Ovvero con sindacati, docenti e studenti che attuano "una protesta giusta e non violenta, respingendo il tentativo di radicalizzare lo scontro portato avanti dal governo". Ma se lo scenario dipinto dal capo dei democratici non è ottimista, Veltroni non perde la speranza perché "l'Italia è un paese migliore della destra che la governa".
Una destra, è l'affondo finale del segretario democratico, "che alimenta l'odio in un paese diviso e cavalca la paura in un paese spaventato". Ma, rassicura, "le cose cambieranno perché un'altra Italia è possibile e la faremo insieme: l'Italia della legalità e non della furbizia, l'Italia della responsabilità e non dell'esclusivo interesse personale, l'Italia del merito e non dei favori, l'Italia dell'innovazione e non della conservazione". E in questo miglioramento, il Pd, forza di opposizione responsabile, sarà impegnato "perché vuole bene al proprio paese e non per fare un favore a Berlusconi".
 
Ieri la piazza, oggi la solita "guerra" dei numeri. A innescare la polemica la giornata del Pd al Circo Massimo. Oggetto del contendere: il dato sui partecipanti alla manifestazione. Per gli organizzatori, tra il Circo Massimo, l’area intorno e le strade attraversate dai due cortei, c’erano «oltre 2 milioni e mezzo» di persone. Ma la Questura, prima in via ufficiosa, poi ufficialmente, parla di non più di 200mila presenze in piazza.
In casa Pd si parla di «stupore». Il calcolo della Questura si basa sull’affluenza dei militanti nella capitale: 900 pullman per un totale di 44mila persone a cui si aggiungono altre 16 mila giunte in treno nella Capitale. Ma la spiegazione tecnica non placa certo la polemica. Ragiona Achille Passoni, responsabile dell’organizzazione: «Sono cifre che contrastano con quello che tutti hanno visto». Il senatore del Pd fa riferimento alla manifestazione del centrodestra del dicembre 2006, quando la Questura stimò 700mila persone. «Non capisco i criteri seguiti», dice Passoni che poi cita poi i festeggiamenti, al Circo Massimo, per la vittoria della Coppa del mondo di calcio: «Era una piazza non più piena di quella di oggi, e la stessa Questura parlò di un milione di persone».
Insomma, i conti non tornano. Il Pdl torna al contrattacco sui dati e sui contenuti della manifestazione. Francesco Casoli, vicepresidente dei senatori del Pdl dice: “Il Pd spaccia per folla oceanica poche centinaia di migliaia di persone e tenta così di celare il fallimento, anche quello più generale di un’opposizione che ora è ancora più a pezzi di ieri”. Calderoli è netto: “In termini numerici è stato un flop”.
Anche il presidente dei Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, attacca: “Il corteo è stato un flop. Preoccupa che il principale partito di opposizione sia ridotto in questo stato. Forse Veltroni dopo il fallimento dei duecentomila dovrebbe lasciare il campo ad altri”. Il giorno dopo la piazza Veltroni “si ritrova a mani vuote, con gli stessi problemi di prima”, è l’opinione di Daniele Capezzone, portavoce di Forza Italia: “Le divisioni interne, la mancanza di consenso, il vuoto programmatico, il rapporto con Di Pietro e la sfiducia nelle leadership”. Di 300mila persone parla il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Mentre il vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Italo Bocchino ammette che “la manifestazione è stata un’indubbia boccata d’ossigeno per Veltroni, anche se i numeri evidenziano una partecipazione limitata alla struttura mobilitata”.
E Brunetta accusa: “No, non è possibile fare un tavolo di riforme in comune con questa opposizione. Questa opposizione non esiste, non è capace, e ha una credibilità ridotta ai minimi termini”.  Secondo Domenico Gramazio (An), al Pd “continua a mancare il senso della realtà. Vivono di propaganda in una politica virtuale”. Sulle tasse, aggiunge, non è vero che sono aumentate e lo “dimostrano le buste paga degli italiani”; sulla partecipazione alla manifestazione è stato Veltroni, da sindaco di Roma, a dire che “il Circo Massimo conteneva non più di 300 mila persone”.
Il Pd non ci sta. “Credo servirebbe maggiore rispetto da parte di alcuni settori della maggioranza nei confronti della manifestazione di ieri del Pd. Noi al tempo rispettammo la loro manifestazione”, dichiara il presidente del senatori del Pd, Anna Finocchiaro. “Denigrare continuamente - prosegue - e in qualche modo offendere quella gran parte di Italia che ieri è scesa in piazza con serietà, sobrietà e serenità, vuol dire dimostrare un’arroganza davvero fuori luogo. Ieri c’è stato un fatto politico importante per il Paese. Il Pdl ne prenda atto e ne tenga conto: l’opposizione del Pd è forte in Parlamento e nel Paese”. Il responsabile Informazione del Pd Marco Follini conferma invece il suo scetticismo sull’opportunità di scendere in piazza contro il governo Berlusconi: “La manifestazione è stata forte, sobria, civile. Punto. Detto questo, continuo a chiedermi se per noi del Pd il primo problema era davvero quello di scendere in piazza”. Ma Follini è una voce isolata. Walter Veltroni ha ottenuto il bagno di folla su cui aveva deciso di puntare già da prima dell’estate per rilanciare il partito e cercare di imbrigliare le fronde interne.
Beppe Nisa/Italia Estera
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