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29 set 2008ECONOMIA:Crolla Wall Street dopo la bocciatura del maxipiano anticrisi

Tentativi al Congresso per una ripetizione del voto, il contagio si propaga alle Borse in Europa

di Alfonso Maffettone

NEW YORK, 29 sett, (Italia Estera) – Preceduta dal crollo delle Borse europee colpite dal contagio della crisi finanziaria Usa, Wall Street ha accelerato le perdite di minuto in minuto con il Dow Jones sceso a meno 4,74% ed il Nasdaq a meno 8,13%. Il panico si e’ impossessato della Borsa Americana appena la maggioranza della Camera dei Rappresentanti ha respinto il gigantesco piano di salvataggio da 700 miliardi di dollari presentato dal Segretario al Tesoro Henry Paulson per stabilizzare la situazione finanziaria scossa da uno dei piu’ gravi dissesti del credito americano dopo la Grande Depressione. 228 deputati si sono pronunciati per il no e 205 per il si.Il quorum necessario per l’approvazione del piano era di 218 voti.

Due rappresentanti repubblicani su tre hanno votato contro seguiti da un sostanziale numero di democratici (95) della sinistra del partito preoccupati delle ripercussioni sulle elezioni del 4 novembre. I rappresentanti del Great Old party hanno sostenuto che l’intervento dello Stato in materia finanziaria era contrario ai principi del libero mercato e che loro non potevano venire meno alle aspettative dell’ elettorato nell’ultimo mese della campagna delle presidenziali. Per Jeb Hensarling, Repubblicano del Texas l’approvazione del pacchetto avrebbe fatto scivolare la nazione verso il socialismo”. “Ho paura- ha affermato- che il piano alla fine non funzionera’ e lascera’ i contribuenti responsabili di tutto il debito”. Un altro Repubblicano del Texas, John Culberson, ha chiamato il segretario al Tesoro Paulson Jr., “King Henry.”

La Casa Bianca si e’ detta «molto delusa». «Il Paese - è la prima reazione dopo il voto - sta affrontando una crisi difficile che ha bisogno di essere gestita». Il presidente Bush ha convocato il pool di economisti per individuare i prossimi passi da compiere e contatterà i leader del Congresso che , ieri in un accordo bipartisan, avevano aperto uno spiraglio di speranza. La maggioranza democratica della Camera ,tuttavia,non dispera di salvare il salvabile e si e’dichiarata pronta a preparare un secondo voto sulla manovra bocciata ma il tentativo non potrà avvenire oggi. Anche il candidato democratico alle presidenziali Barack Obama, ha commentato che il “piano non e’ morto”.

Prima dell’inizio delle contrattazioni il presidente George Bush, in un discorso televisivo, aveva ammonito che la bocciatura del progetto legislativo avrebbe avuto conseguenze disastrose per il settore finanziario. I due candidati alle presidenziali del 4 novembre, il repubblicano John McCain e Barack Obama avevano anche loro appoggiato il maxisalvataggio. Ma le misure anticrisi da 700 miliardi di dollari sono finite su un binario morto. Il sistema finanziario americano ha continuato anche oggi a dare prova di ulteriore fragilita'. Il colosso finanziario Citigroup ha assorbito le attivita' bancarie di Wachovia: ennesima operazione facilitata dal governo federale per evitare il collasso del comparto bancario americano.

L’ approvazione del pacchetto Paulson avrebbe fatto tirare un sospiro di sollievo anche ai mercati europei che per la prima volta hanno avvertito il contagio della crisi Usa. Le Borse hanno bruciato 320 mld di euro. Belgio, Olanda e Lussemburgo hanno salvato il colosso assicurativo Fortis con un impiego di 11 miliardi di euro, la Gran Bretagna e’ intervenuta a sostegno della banca dei mutui Bradford & Bingley. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha chiesto un vertice europeo per discutere di un "nuovo sistema finanziario globale" ed ha convocato per domani un summit di banche ed assicurazioni. Timori ci sono anche per il gruppo franco-belga Dexia. In Germania il governo tedesco, insieme a un pool di banche, e’ accorso in aiuto della banca Hypo Real Estate con una linea di credito da 35 miliardi di euro.
A piazza affari giu’ tutti i bancari fra i quali Unicredit e’ apparso il piu’ esposto alla crisi dei subprime americani. Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi ha gettato acqua sul fuoco assicurando che le autorita’ europee sono determinate a vincere la battaglia per restaurare la fiducia sui mercati. “Sono allertate per prendere tutte le decisioni che sono necessarie”, ha detto Draghi.

Il ministro dell’Economia Tremonti ha convocato per domani il Comitato per la salvaguardia della stabilita' finanziaria.

La crisi finanziaria, innescata dai mutui subprime, e' di una portata superiore ad ogni previsione. Gli economisti puntualizzano la drammatica incertezza della stima delle perdite delle banche (da US$ 300 mld. del dicembre 2007 dell' Economist a 945 miliardi del FMI dell'aprile 2008) e sottolineano che l’illiquidita' dei mercati dei titoli si riverbera nelle scelte di politica economica degli Stati Uniti. In un sistema globalizzato si profila per l'economia mondiale il pericolo di deflazione, cioe' della caduta di tutti i prezzi compreso quello del lavoro, accentuata da restrizioni del credito. Una spirale perversa da cui, come insegna l'esperienza dell’economia giapponese in stagnazione e deflazione da quindici anni, e' difficile trovare una via d’uscita perche' anche una politica di tassi a livello zero non induce ne' le banche a fare credito ne' i consumatori ad indebitarsi.

In tale contesto la Fed ha risposto alle attese con la sua decisione di mantenere invariato il costo del danaro (ma in futuro potrebbe essere costretta ad alzarlo per rendere piu' attraente il possesso di titoli statali seppur psicologicamente rafforzati dai timori degli investitori per altri piazzamenti) e la BCE dovrebbe fare altrettanto la prossima settimana rimandando ritocchi al ribasso solo alla prima meta' del 2009.L'economia dell' eurozona d'altra parte e' debole come segnalato dagli indicatori Ifo e PMI, ma l'inflazione, sebbene in leggero raffreddamento, e' ancora al di sopra (3.8% in agosto c/ 4.0% a luglio) del target della BCE.

Alfonso Maffettone/Italia Estera




 
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