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14 set 2001Ruggiero alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato sugli attentati in

- ROMA – Questo l’interevento del Ministro degli Affari Esteri,Renato Ruggiero,
all’audizione presso le Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato sui recenti attentati terroristici negli Stati Uniti:
“Signori Presidenti, Onorevoli Senatori, Onorevoli Deputati,
sono grato ai Presidenti delle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato per l’invito rivolto a me stesso e al Ministro Martino di svolgere una relazione sulla decisione adottata dal Consiglio Atlantico a seguito degli attacchi terroristici negli Stati Uniti.
Dalle informazioni pervenute dalla nostra Rappresentanza Permanente presso la NATO risulta che, appena pervenuta l’11 settembre la notizia degli attentati terroristici a New York e Washington, il Consiglio Atlantico veniva convocato per una prima valutazione. In parallelo, il Segretario Generale rilasciava una sua dichiarazione di forte condanna degli atti terroristici e di piena solidarietà con le Autorità e la popolazione degli Stati Uniti.
Allego alla mia relazione il testo della dichiarazione del Segretario Generale Robertson (all. A).
Nella riunione del Consiglio veniva registrata unanime solidarietà verso gli Stati Uniti, mentre Washington esprimeva il suo apprezzamento per il sostegno politico ricevuto e per la disponibilità di molti alleati, fra cui l’Italia, a fornire assistenza mediante l’invio di unità di protezione civile per la ricerca e il salvataggio dei superstiti.
La giornata del 12 settembre ha visto mobilitarsi in parallelo la solidarietà operante della NATO e quella dell’Unione Europea. Il Segretario Generale dell’Alleanza ha partecipato, evento senza precedenti, ad una riunione del Consiglio Affari Generali dell’Unione europea. Si è trattato di una riunione straordinaria convocata con brevissimo preavviso dalla Presidenza belga e che ha visto la presenza di tutti i Ministri degli Affari Esteri dei 15 Paesi.
Le conclusioni di tale Consiglio verranno allegate alla mia dichiarazione (all. A bis).
Nel contesto NATO, lo stesso Segretario Generale si è fatto promotore dell’adozione da parte del Consiglio Atlantico di un’importante dichiarazione collocante gli attentati di New York e Washington nel quadro delle fattispecie suscettibili di far scattare i meccanismi dell’art. 5 del Trattato di Washington.
Il Consiglio, riconosciuta l’importanza sia politica, sia sostanziale, della proposta del Segretario Generale, ne investiva immediatamente i Governi dei Paesi membri. Le ore successive davano luogo ad una serie di contatti fra i maggiori partners europei, oltre che tra questi e gli Alleati transatlantici a livello politico. Ne è risultato immediatamente un ampio consenso sul testo proposto dal Segretario Generale.
Nel frattempo si teneva al Quartiere Generale della NATO una riunione allargata in cui ai Paesi alleati si sono affiancati i Paesi partner della NATO nel quadro del Consiglio di partenariato euro-atlantico. Questo include 46 paesi, tra cui la Russia e l’Ucraina, la cui lista completa allego e che vi leggo per opportuna informazione (all. B). Vorrei ricordare che vi è una forte componente musulmana nell’insieme di questi paesi.
E’ apparsa anche qui con grande evidenza la unanime solidarietà nei confronti degli Stati Uniti e la condanna del terrorismo. Il sentimento da tutti condiviso è stato che gli attentati di New York e Washington hanno rappresentato un’aggressione non solo agli Stati Uniti, ma nel suo insieme a quella comunità euro-atlantica che nel dopo guerra fredda si è andata richiamando agli stessi ideali di democrazia, nonché ai valori di tutta la Comunità internazionale.
Particolarmente apprezzato e caldo è stato l’intervento dell’Ambasciatore russo oltre che quello dei paesi candidati all’ingresso della NATO ed anche di vari paesi tradizionalmente neutrali.
Questa riunione ha dato luogo ad una sua speciale dichiarazione formale (all. C), in termini anch’essa di inequivocabile condanna del terrorismo e di grande solidarietà con gli Stati Uniti d’America.
Il Consiglio Atlantico si è nuovamente riunito nella serata di ieri per discutere il testo della dichiarazione proposta dal Segretario Generale. Essa è stata approvata dopo breve disamina ed il suo testo diffuso ed ampiamente commentato dai media internazionali e nazionali. Ne allego il testo (all. D) di cui do ora lettura nella traduzione italiana.
"Il 12 settembre, il Consiglio Atlantico si è riunito in conseguenza degli spaventosi attacchi perpetrati ieri contro gli Stati Uniti.
Il Consiglio ha stabilito che se sarà accertato che questo attacco è stato diretto dall’estero contro gli Stati Uniti, esso sarà considerato come un’azione che ricade nell’ambito dell’art.5 del Trattato di Washington, il quale stabilisce che un attacco armato contro uno o più degli alleati in Europa o in Nord America sarà considerato come un attacco contro loro tutti.
L’impegno a l’autodifesa collettiva previsto nel Trattato di Washington è stato inizialmente previsto in circostanze molto differenti da quelle che esistono ora, ma rimane comunque oggi non meno valido e non meno essenziale, in un mondo soggetto alla piaga del terrorismo internazionale. Quando i Capi di Stato e di Governo della NATO si incontrarono a Washington nel 1999 essi riconobbero il successo dell’Alleanza nell’assicurare alla libertà dei suoi Stati membri durante la guerra fredda e nel rendere possibile un’Europa unita e libera. Ma essi riconobbero anche l’esistenza di un’ampia gamma di rischi per la sicurezza, alcuni dei quali alquanto diversi da quelli che motivarono la creazione della NATO. Più specificamente, essi condannarono il terrorismo come una seria minaccia per la pace e per la stabilità e riaffermarono la loro determinazione a combatterlo nello spirito dei reciproci impegni, degli impegni internazionali e delle legislazioni nazionali.
L’art.5 del Trattato di Washington statuisce che il caso di attacco ricadente nell’ambito delle competenze dell’Alleanza, ogni alleato assisterà lo Stato membro che è stato attaccato prendendo le misure che riterrà necessarie. Di conseguenza gli Alleati NATO degli Stati Uniti sono pronti a fornire l’assistenza che possa essere richiesta di questi atti barbarici."
Vale la pena di soffermarsi brevemente su tale testo in relazione al significato del suo richiamarsi all’art. 5 dell’Accordo di Washington. Tale articolo, come noto, recita che un attacco armato contro uno o più paesi alleati in Europa o nel Nord America verrà considerato come un attacco contro tutti gli alleati e che conseguentemente ciascuno degli Stati membri dell’Alleanza, nell’esercizio del diritto all’autodifesa individuale o collettiva riconosciuta dall’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite, presterà assistenza all’alleato o agli alleati vittime dell’attacco adottando, individualmente e d’accordo con gli altri alleati, le azioni che giudicherà necessarie, ivi compreso l’uso della forza.
Vorrei ricordare che questo articolo è stato al centro della solidarietà della NATO per 50 anni. esso ha fatto la forza dell’Alleanza e ne ha massimizzato con successo la portata dissuasiva, tanto che fortunatamente esso non ha mai avuto bisogno di essere applicato.
In tempi più recenti, trascorsa l’era della guerra fredda, è stato evidente che la sicurezza degli Stati membri e dell’Alleanza nel suo insieme potevano essere messi a repentaglio da fatti ostili di natura diversa da quelli che erano stati naturalmente presi in considerazione al momento della firma del Trattato nel 1949 e nei successivi anni della Guerra Fredda.
Questa consapevolezza, sviluppatasi gradualmente, ha avuto pieno riconoscimento in occasione del Vertice dei capi di Stato e di Governo della NATO tenuto a Washington nel 1999, cui l’Italia ha partecipato rappresentata dall’allora Presidente del Consiglio, Onorevole D’Alema.
In tale solenne occasione venne infatti approvato un documento di grande importanza la cui redazione era stata oggetto di profonda riflessione e di intenso dibattito fra gli alleati.
Alludo al "nuovo concetto strategico" che al suo art. 24 precisa che nel nuovo contesto internazionale la sicurezza dell’Alleanza deve tenere conto di rischi di più ampia natura di quelli precedentemente individuati. Fra questi viene specificamente menzionato il terrorismo. Vi leggo il testo dell’art. 24 nella traduzione italiana (all. E).
"Ogni attacco armato sul territorio di Alleati, proveniente da qualsiasi direzione, darà luogo all’applicazione degli articoli 5 e 6 del Trattato di Washington. La sicurezza dell’Alleanza deve comunque tenere conto anche del contesto globale. L’interesse alla sicurezza dell’Alleanza può essere toccato da altri rischi di più ampia natura, compresi atti di terrorismo, sabotaggio, crimine organizzato e dalla interruzione del flusso di risorse vitali. Anche il movimento incontrollato di un grande numero di persone, in particolare quale conseguenza di conflitti armati, può porre problemi per la sicurezza e la stabilità dell’Alleanza. All’interno dell’Alleanza esistono intese finalizzate alla consultazione tra gli Alleati in base all’art. 4 del Trattato di Washington e, se del caso, al coordinamento dei loro sforzi incluse le loro risposte a rischi di questo tipo.
E’ in questa logica progressivamente affermatasi e sancita dal Vertice di Washington che, dopo l’aggressione senza precedenti dell’altro ieri, si colloca la dichiarazione approvata dal Consiglio Atlantico.
Vorrei sottolineare al riguardo che vi è ancora una condizione sospensiva per una possibile azione della NATO in base all’art. 5. Dice infatti il testo della dichiarazione che il Consiglio è d’accordo acché il ricorso all’art. 5 avvenga nel caso in cui sia accertato che l’attacco perpetrato l’11 settembre contro gli Stati Uniti provenga dall’esterno.
Questo è il messaggio squisitamente politico e di grande forza che emerge dalla Dichiarazione, sia a sostegno degli Stati Uniti, che come monito a futura dissuasione di altri potenziali aggressori.
Vorrei ricordare in questo contesto che l’attentato alle Torri Gemelle di New York ha investito il luogo di lavoro di oltre 40.000 persone, una comunità che corrisponde per dimensione a quella di una piccola città.
L’Alleanza Atlantica, "basata sulla salvaguardia della libertà, della comune eredità, e civiltà dei popoli e sui principi di democrazia, libertà individuale e stato di diritto", ha il dovere di reagire adeguatamente e in piena solidarietà fra tutti gli alleati ad una sfida che colpisce in tale misura la vita di cittadini non solo americani ma di tante nazioni del mondo, fra cui potrebbero figurare anche cittadini italiani.
Per questo motivo si è registrata una così vasta risposta solidale della comunità internazionale”.



 
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