di Alfonso Maffettone
WASHINGTON, 17 APR, (Italia Estera) – Un bagno di folla. Può essere così definita in termini laici la partecipazione di popolo alla Messa celebrata al National Stadium di baseball a Washington da Papa Benedetto XVI nel terzo giorno della visita negli Stati Uniti che ha come slogan “Cristo nostra Speranza”. Cinquantamila fedeli – uno spaccato del melting pot americano- 1500 concelebranti e cori multietnici hanno fatto da spettacolare cornice in una splendida giornata di sole al primo rito pubblico in Usa del Pontefice che, al suo arrivo a Washington, si è defintio "amico e annunciatore del vangelo, uno che rispetta grandemente questa vasta società pluralistica".
Da buon amico, Benedetto XVI ha messo in guardia il "popolo della speranza", come ha chiamato gli americani per loro storia e tradizione, contro i rischi ed i pericoli del secolarismo, dell’individualismo, del materialismo e del declino della famiglia.
"Vediamo – ha detto il pontefice all’omelia- ' segni evidenti di un crollo preoccupante negli stessi fondamenti della società: segni di alienazione, rabbia, contrapposizione in molti nostri contemporanei; crescente violenza, indebolimento del senso morale, involgarimento nelle relazioni sociali e accresciuta dimenticanza di Dio". Un monito che è stato esteso anche ai cattolici. Ieri sera, parlando con i 400 vescovi degli Stati Uniti, Ratzinger aveva messo ancora più a fuoco il problema, denunciando la silenziosa ''apostasia'', di molti cattolici statunitensi che, pur andando a messa la domenica, si comportano durante la settimana in modo contrario alla morale cristiana. ''Lo abbiamo constatato in maniera acuta - aveva spiegato il Papa - nello scandalo dato da cattolici che promuovono un presunto diritto all'aborto''.
Negli Stati Uniti i cattolici sono cresciuti. Negli ultimi 30 anni, soprattutto grazie all' immigrazione ispanica, sono aumentati di 20 milioni, da 48,7 milioni nel 1975, sono passati a 64,8 milioni 2005. Però è diminuito il numero di coloro che vanno a messa ogni settimana (erano quasi il 70% nel 1965, sono poco sotto il 50% oggi).
Stupendo molti osservatori, Benedetto, durante l’ omelia della Messa al Washington Stadium, è tornato sullo scandalo dei preti pedofili ma ha esortato i fedeli a non fare di ogni erba un fascio ed ad amare "i loro sacerdoti, a confortarli nell’eccellente lavoro". "Nessuna mia parola – ha detto- potrebbe lenire il dolore ed il danno arrecati da tali abusi. E’ importante che a quanti hanno sofferto sia riservata un’amorevole attenzione pastorale. Sono stati già fatti – ha aggiunto- per assicurare che i bambini possano crescere in un ambiente sicuro. Queste premure per proteggere i bambini debbono continuare. Esorto ciascuno di voi a fare quanto gli è possibile per promuovere il risanamento e la riconciliazione per quanti sono stati feriti".
Ratzinger, che domani si sposterà a New York, ha festeggiato i suoi 81 anni alla Casa Bianca ed ha avuto con il presidente George Bush un incontro dal quale è emerso identità di vedute sul valore della vita, sui temi etici e sul rigetto della dittatura del relativismo. "Abbiamo bisogno del suo messaggio che la vita è sacra in un mondo in cui qualcuno evoca il nome di Dio per giustificare atti di terrore, assassinio e odio, abbiamo bisogno del suo messaggio che Dio è amore – ha detto il Presidente a Benedetto XVI – e abbracciare questo amore è il modo più sicuro per salvare l’uomo dal cadere preda dell’insegnamento del fanatismo e del terrorismo”.
Sulla guerra in Iraq le posizioni restano divergenti. In una nota congiunta, il Pontefice ed il Presidente ribadiscono la condanna del terrorismo e affermano "il rispetto della dignità umana, la difesa e la promozione della vita e della famiglia, la libertà religiosa, lo sviluppo e la lotta alla povertà, soprattutto in Africa, il rigetto del terrorismo e della strumentalizzazione della religione per giustificare atti immorali e violenti contro innocenti”.
Alfonso Maffettone/ Italia Estera