ROMA, 15 APR, (Italia Estera) – Franco Frattini, ex vicepresidente della Commissione europea ed ex responsabile per il portafoglio Giustizia, libertà e sicurezza sarà il Ministro degli esteri del prossimo governo di Silvio Berlusconi, il vincitore delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile.
Il leader del Pdl ha annunciato di voler governare per cinque anni e di avere già incassato il si degli alleati per la formazione del governo nel quale ci saranno “almeno quattro donne”.
" Franco Frattini sarà ministro degli esteri e due dei ministri, ha precisato Berlusconi, saranno della Lega Nord; Gianni Letta dovrebbe essere uno dei due vicepresidenti del consiglio” ha afermato il Cavaliere aggiungendo che per Gianfranco Fini, invece, pensa alla presidenza della Camera (ma il diretto interessato dice che si deciderà nei prossimi giorni).
Gianfranco Fini ha commentato che la telefonata di congratulazioni di Walter Veltroni a Berlusconi " apre una fase nuova" e Veltroni, a sua volta, ha ribadito la volontà di fare insieme le riforme senza nascondere che la maggioranza di centrodestra "avrà difficoltà a stare insieme". Ma Umberto Bossi ha respinto al mittente le critiche affermando di essere un alleato fedele ed un amico di Berlusconi ed ha rilanciato sul federalismo fiscale "che il Nord vuole assolutamente", ha detto.
In base ai dati (quasi definitivi) del Viminale, la vittoria del centrodestra è solida e dovrebbe garantire un'ampia maggioranza parlamentare, tanto alla Camera quanto al Senato. Alla Camera, con circa 59mila sezioni scrutinate su 61062, il Pdl la Lega e il Mpa ottengono insieme il 46,5% (37% il Pdl e 8,5% la Lega, l'1% il Mpa), contro il 37,6% del Pd e dell'Italia dei valori (33,3 il partito di Veltroni, 4,3 il partito di Di Pietro). Al Senato, a scrutinio quasi concluso, l'alleanza Pdl-Lega-Mpa ha il 47,1% (38 il Pdl, 8,1 la Lega, 1% Mpa) mentre Pd e Idv si fermano al 38,1% (33,8 il Pd, 4,3 l'Idv). Tra le due coalizioni dovrebbero esserci almeno 30 seggi di scarto.
La Sinistra arcobaleno, che poteva contare su un serbatoio del 12% è crollata, nei dati del Viminale, al 3,2% al Senato e al 3,1% alla Camera e per la prima volta nella storia repubblicana, in Parlamento non siederà nessun rappresentante della sinistra radicale.
Fausto Bertinotti ha ammesso la "sconfitta netta" e ha annunciato le sue dimisssioni perché "non ci sono uomini per tutte le stagioni". Il crollo, nonostante la richiesta di Bertinotti di aprire una fase costituente della sinistra, apre uno scontro interno alla Cosa Rossa, con il Pdci che attacca per l'assenza della falce e martello nel simbolo e le minoranze del Prc che chiedono a Bertinotti il congresso.
Pier Ferdinando Casini ha avuto l’appoggio dei suoi elettori dell'Udc che gli hanno dato il 5,7% dei consensi al Senato (dove dovrebbero arrivare due senatori centristi tra i quali Totò Cuffaro) e il 5,6% alla Camera. Fra i grandi esclusi invece Ciriaco De Mita che non è stato eletto a Palazzo Madama e dà il suo addio al parlamento dopo oltre 40 anni e 11 legislature.
La Destra di Storace e i socialisti di Boselli sono rimasti al di sotto della soglia di sbarramento del 4% ed anche loro non andranno in parlamento . (A.M./ Italia Estera).