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08 mar 2008CGIE: Plenaria seconda giornata, i lavori del pomeriggio

Il saluto dell’Assemblea al direttore generale Benedetti che lascia l’incarico dopo cinque anni, gli succederà il ministro Carla Zuppetti - Costituito il gruppo di lavoro per rilanciare l’associazionismo all’estero
ROMA, 6  MAR. (Italia Estera) -  Il pomeriggio della seconda giornata della plenaria  è stato dedicato all’associazionismo.  Al termine dei lavori il segretario generale Elio Carozza, commosso,  a nome dell’Assemblea, ha voluto salutare l’ambasciatore Adriano Benedetti (nella foto), che da cinque anni è il direttore generale per gli Italiani all’estero e le Politiche migratorie e che ad aprile lascerà il suo alto incarico per una nuova missione all’estero.
Carozza, nel consegnare a Benedetti una targa ricordo del CGIE,  ha  messo in risalto  la puntualità, la presenza costante, la disponibilità totale e il pieno rispetto che l’Ambasciatore, da vero Servitore dello Stato,  ha offerto in questi anni al Consiglio Generale e agli italiani all’estero.
Benedetti ha risposto profferendo poche e nobili parole: “Custodirò questo pensiero come un simbolo dei cinque anni passati con il CGIE. Credo di non dovermi rimproverare nulla in termini di disponibilità e rispetto. Un’attenzione dovuta perché il CGIE è l’espressione della realtà degli italiani all’estero. Parto sentendo di aver compiuto il mio dovere. Mio successore è il ministro Carla Zuppetti (NELLA FOTO). Una persona dotata del rispetto e della sensibilità necessari per lo svolgimento del suo compito”.
L’Assemblea, in piedi, ha  a lungo applaudito.
Nel corso dei lavori pomeridiani è stato costituito un gruppo di lavoro per il rilancio dell’associazionismo nel mondo. Dialogherà con la Consulta Nazionale dell’ Emigrazione (CNE) di cui fanno parte le Associazioni nazionali e con le Consulte regionali interessate. Nel nuovo organismo lavoreranno, oltre al segretario generale, i quattro vice segretari generali, gli otto presidenti delle Commissioni tematiche, più due consiglieri per ognuna delle Commissioni continentali. Gli otto consiglieri delle Commissioni continentali componenti del gruppo di lavoro sono Franco del Vecchio (Germania) e Fernando Marzo (Belgio) per l’Europa e il Nord Africa; Giuseppe Nanna (Sud Africa) e Carlo Consiglio (Canada) per i paesi anglofoni extraeuropei; Giacomo Canepa (Perù) e Paolo Castellani (Cile) per l’America Latina, Roberto Volpini (Acli) e Oreste Motta (Ctim) per i consiglieri di nomina governativa.
“Quello dell’associazionismo - ha spiegato il segretario generale Carozza - è un tema trasversale che interessa tutti i componenti del CGIE; per questo abbiamo voluto inserire nel gruppo di lavoro i presidenti di tutte le commissioni. L’organo collegiale ha il compito di dare vita ad un documento che fotografi il mondo associativo e presenti proposte concrete per il riconoscimento del ruolo ed il rilancio dell’associazionismo”.
Il documento elaborato dal gruppo di lavoro dovrà essere esaminato in tempi brevi dalle Commissioni continentali e da quelle tematiche, dalla Consulta Nazionale dell’Emigrazione, CNE,  e dalle Consulte regionali interessate, per poi passare all’esame della prossima Assemblea del CGIE per l’approvazione definitiva. 
Ha preceduto la costituzione del gruppo un dibattito che si è aperto con gli interventi dei rappresentanti di alcune Regioni come il Friuli Venezia Giulia, la Puglia, e l’Emilia Romagna. In particolare Katia Guizzardi, della Consulta degli Emiliano Romagnoli nel mondo, ha ricordato come dal 2006 una nuova legge regionale consenta di finanziare i progetti delle circa 80 associazioni che svolgono la loro attività all’estero; richieste di contributo che dallo scorso anno sono praticamente raddoppiate. La Guizzardi si è detta entusiasta per la creazione, da parte del CGIE, del gruppo di lavoro sull’associazionismo.
L’importanza di questo organo collegiale è stata sottolineata da Carlo Consiglio (Canada) che aveva però chiesto di garantire nel gruppo di lavoro un’adeguata rappresentanza di donne, di giovani e componenti dell’associazionismo presenti nel CGIE.
“Se si vuole imbrigliare l’associazionismo - ha detto invece Domenico Azzia, il presidente di Sicilia Mondo che rappresenta nel CGIE l’Unaie - si ricordi che questa impresa non potrà avere successo, perché le associazioni sono longeve solo se rimangono autonome con i loro valori e capacità di proposta”.
Dubbi sulle modalità di composizione del gruppo sono stati espressi dai consiglieri Giacomo Canepa (Perù) e Alberto Bertali (Gran Bretagna). Quest’ultimo ha proposto, alla luce delle difficoltà attraversate dal libero associazionismo all’estero, di far confluire in questo nuovo organo consultivo “tutte le intelligenze del CGIE”.
Francesco Papandrea (Consiglio di Presidenza - Australia) nel suo intervento  si detto è d’accordo con l’idea di assicurare un’adeguata presenza continentale nel gruppo di lavoro.
Il presidente della V Commissione Franco Santellocco ha sottolineato l’esigenza di riqualificare l’associazionismo, superando l’aspetto romantico, al fine di coinvolgere e sensibilizzare le nuove generazioni attraverso la rappresentazione dei loro bisogni emergenti. “Bisogna promuovere - ha aggiunto Santellocco - nuove forme di associazionismo legato alla politica estera, economica, culturale e sociale italiana ed europea”.
“Questo gruppo di lavoro - ha detto Roberto Volpini (Consiglio di Presesidenza - Acli) - è una risposta all’appello lanciato più volte dalla Consulta Nazionale dell’Emigrazione al CGIE. Da un anno e mezzo la stessa Consulta ha avviato una riflessione, con due convegni svoltisi nel 2007 a Bologna e Napoli, sul rinnovamento dell’associazionismo. Rispetto a questo cammino già avviato, il gruppo di lavoro del CGIE rappresenta un ulteriore luogo di dialogo con la Consulta dell’Emigrazione, dove saranno chiamate a dire la loro anche le Consulte regionali”. .
Pat Nestico (USA), ha auspicato un’ampia partecipazione al gruppo di lavoro che, secondo il suo punto di vista, dovrebbe divenire parte integrante della Commissione tematica sulle nuove migrazioni.
“Abbiamo bisogno di leggi - ha affermato il vice segretario per l’America Latina Francisco Nardelli - che proteggano l’associazionismo all’estero, ne favoriscano lo sviluppo e ne garantiscano la dignità. In questo ambito l’associazionismo regionale è più vitale rispetto a quello nazionale perché le Regioni da tempo hanno investito molto nelle associazioni ed hanno avviato un nuovo percorso volto al coinvolgimento dei giovani all’estero. La sfida che oggi si propone è quella di valorizzare la risorsa dell’associazionismo regionale in emigrazione, creando sinergie con quello che opera all’estero a livello nazionale. Un forma di associazionismo che in Italia dev’essere riconosciuta”. 
Silvana Mangione (USA), neo vice segretario per i Paesi Anglofoni, ha ricordato come nel tempo l’associazionismo all’estero si sia trasformato passando dalle prime società di mutuo soccorso fino alle odierne strutture culturali e regionali. Un mondo che non va ricondotto ad una unità rigida e strutturata.
“Il nostro obiettivo prioritario - ha aggiunto la Mangione - è quello di capire in che modo possiamo parlare con le nuove generazioni e stimolare i giovani a scegliere le loro forme di associazionismo. Abbiamo inoltre bisogno di capire che internazionalizzazione non significa appiattimento, ma arricchimento e messa insieme di tutte le cose che possono far vivere meglio le nostre comunità all’estero”. 
L’importante ruolo svolto nel passato dall’associazionismo è stato rilevato anche da Lorenzo Losi, vice segretario per l’Europa e l’Africa del Nord. Il nuovo gruppo di lavoro dovrebbe però portare ad inquadrare meglio - ha detto – “gli interminabili elenchi delle associazioni presso i consolati, dove si possono trovare sigle che alle spalle hanno il nulla”. 
Fra gli altri interventi segnaliamo, oltre all’appello di Fernando Marzo (Belgio) che ha chiesto che il gruppo di lavoro formuli in tempi rapidi soluzioni concrete, quello di Dino Nardi (Consiglio di presidenza - Svizzera) che per quanto riguarda la stesura di un elenco delle associazioni all’estero, ha suggerito di coinvolgere i Comites che hanno diretta conoscenza dell’associazionismo sul territorio.  “E’ necessario - ha proseguito Nardi - un nuovo tipo di associazionismo che attragga i giovani e non rimanga imprigionato nella morsa di quello tradizionale”.
Andrea Amaro (CGIL), vice segretario di nomina governativa ha rassicurato tutti: “Il CGIE non vuole mettere le mani sull’associazionismo tradizionale, ma cerca di aiutarlo in questo momento di crisi, anche dal punto di vista legislativo. Il lavoro del gruppo dell’associazionismo deve rapidamente far ritorno nelle Assemblee continentali, nelle commissioni tematiche e nell’Assemblea  per poi proiettarsi verso il Parlamento”.



 
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