Di Giuseppe Maria Pisani
ROMA, 6 FEB (Italia Estera) - Il senatore di Galatone ci lascia. Non ci dispiace. In 20 mesi siamo riusciti ad incontrarlo una sola volta, per 5 minuti il 15 gennaio del 2007. Poi più nulla. Paroloni, paroloni e paroloni. Promesse, promesse e promesse che in questi 20 mesi si sono infrante su quel muro di gomma che ha avuto la capacità di costruirsi intorno a lui in un firmamento da favola, disconoscendo tutte le attenzioni a lui rivolte da noi negli anni , per lui bui, vissuti all’opposizione.
Per noi che abbiamo una lunga militanza giornalistica e abituati a ricevere con puntualità e spirito di servizio risposte da personaggi della politica molto più importanti di lui, non ci ha certo fatto piacere non ricevere da lui risposte alle diverse lettere inviategli, alle sollecitazioni fattegli e noi che in questo sito abbiamo scritto che Danieli ha vissuto anche per diversi anni fuori d’Italia perché figlio di emigranti e nessuno meglio di lui conosce tutti i problemi.
A noi non interessano i suoi giorni dell’orgoglio italiano negli USA, i safari, le occasioni sfruttate a pieno o non sfruttate nel corso dei suoi viaggi all’estero, ma gli contestiamo il fiume di parole e di promesse, non solo da lui ma anche dal suo entourage.
Troviamo invece molto più corretto, anzi lodevole, il comportamento di alcuni parlamentari della sua area politica eletti all’estero che si sono battuti col cuore in difesa dei diritti degli Italiani nel mondo e che hanno sempre detto pane al pane e vino al vino. Disposti a subire la critica costruttiva di Italia Estera. A rispondere alle nostre sollecitazioni. A suggerire iniziative valide per un ritorno costruttivo per gli italiani che vivono nel mondo. In questi 20 mesi non hanno usato paroloni, hanno lavorato in silenzio con quella caparbietà del vecchio emigrante e sono arrivati alla prova dei fatti con un carnet davvero di tutto rispetto. Parliamo solo di alcuni. Altri invece non hanno fatto nulla. Hanno soltanto scaldato lo scranno nel nostro Parlamento. Ma questa è un’altra storia. Ne riparleremo quando comincerà la campagna elettorale.
Giuseppe Maria Pisani/Italia Estera