Il presidente della Repubblica al termine del giro di consultazioni: ''Una situazione complessa e difficile''. E annuncia: ''Motiverò pubblicamente la mia decisione'' sulla crisi di governo”.
Servizio di Beppe Nisa
ROMA, 29 GEN. Ora la parola passa a Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica ha concluso il ciclo delle consultazioni, che hanno portato nello studio alla Vetrata 19 delegazioni parlamentari, i presidenti di Camera e Senato e i suoi tre predecessori al Quirinale Ciampi, Scalfaro e Cossiga. Al termine della maratona, Napolitano ha congedato i giornalisti dicendo di volersi prendere una "pausa di riflessione" di fronte a una situazione che è "complessa".
''Voi siete stati in attesa, io almeno facendo le consultazioni mi sono distratto...'' scherza Napolitano con i giornalisti, precisando che anche ''voi avete ascoltato le dichiarazioni da parte di tutti i partiti e vi siete fatti un'idea: può darsi - aggiunge - che la mia coinciderà con la vostra...''.
Il presidente annuncia quindi che darà ''comunicazione di quando prenderò una decisione e la motiverò, perché - spiega - desidero seguendo lo stesso metodo seguito la volta scorsa dare motivazioni pubbliche sulla mia decisione, qualche che sia''.
Nessuna anticipazione, però. A chi gli chiede se l'idea è quella, prevalente fra i cronisti, che la richiesta di elezioni anticipate subito non sia sostenuta da una maggioranza, Napolitano si limita a replicare: ''Prendo nota e faccio un riscontro sui miei appunti...''.
Si sa che il presidente Napolitano è intenzionato a cercare fino all`ultimo una soluzione che eviti di andare a votare con l`attuale legge elettorale. Il capo dello Stato avrebbe in mente di affidare l`incarico a Franco Marini, che oggi ha visto Massimo D`Alema, sperando che al presidente del Senato riesca il miracolo di mettere insieme una maggioranza in grado di far approvare le riforme.
'Riteniamo che non ci sia altra strada se non quella di ritornare al voto per dare al Paese un governo al più presto possibile e immediatamente operativo''. Lo ha affermato Silvio Berlusconi al termine del colloquio che insieme alla delegazione di Forza Italia ha avuto con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. E un mandato pieno o esplorativo a Marini e Amato ''mi sembra che sia inutile'', ''sarebbe tempo perso''.
Dopo il leader di Forza Italia, è salito al Colle il leader del Pd Walter Veltroni .
Ma al momento, sulla richiesta di andare subito a elezioni anticipate, non si riscontra la maggioranza nelle forze parlamentari: sarebbe questa la constatazione sulla quale, a quanto si apprende da fonti del Quirinale, starebbe riflettendo il presidente della Repubblica. I tre partiti del centrodestra Forza Italia, An e Lega Nord non avrebbero i numeri al Senato, né tantomeno alla Camera per 'imporre' questa soluzione, anche se pure alcune forze minori del centrosinistra, come ad esempio il Pdci, si sono finora schierate per andare subito alle urne.
Il presidente della Repubblica sta svolgendo le consultazioni, per cui ''nessuna valutazione è possibile prima delle loro conclusioni'', è stato però precisato dall'ufficio stampa del Quirinale.
Sulla legge elettorale, l'ex premier ha ribadito che l'attuale sistema di voto ''ha consentito una piena governabilità alla Camera e non ha consentito altrettanta governabilità al Senato per il semplice fatto che la sinistra aveva avuto al Senato 250 mila voti in meno rispetto al centrodestra''. ''Quindi riteniamo che questa legge, per come oggi è diviso il panorama politico italiano - sottolinea - possa garantire nell'immediato una maggioranza che possa esprimere un governo capace di durare per cinque anni''.
Fissare le elezioni nel 2009 utilizzando questi mesi per le riforme istituzionali, ma se questo non fosse possibile al voto a breve con una nuova legge elettorale sono invece le due proposte alternative che il Partito democratico ha sottoposto all'attenzione di Napolitano, come ha spiegato il segretario Veltroni per il quale ''la scelta che farà'' il capo dello Stato, qualunque essa sia, ''avrà il nostro consenso''. ''Bisogna trovare una soluzione positiva per corrispondere a un bisogno di stabilità del Paese. Il precipitare verso le elezioni anticipate non corrisponde ai bisogni del Paese'', ha affermato al termine del colloquio che la delegazione del Pd ha avuto con il presidente della Repubblica. Il leader del Partito democratico ha quindi invocato uno ''scatto di responsabilità nazionale, un senso di amore per le istituzioni e per il Paese'' perché ''elezioni anticipate oggi significano instabilità domani''.
''Si dice che la prima bozza Bianco può essere una base importante: partiamo da lì'', suggerisce allora Veltroni al quale replica a stretto giro il Cavaliere che dice sì al dialogo con il Pd per fare le riforme, anche se non cambia la sua posizione: subito al voto. "Noi abbiamo la speranza e l'intenzione di mantenere aperto il dialogo con la sinistra - dice il Cavaliere - perché ove si riuscisse davvero a mettere da parte questo clima di contrapposizione forte, il Paese avrebbe solo da guadagnarci. Noi la nostra posizione l'abbiamo enunciata. Prendiamo atto che questa è la loro posizione", dice riferendosi a Veltroni.
Nel pomeriggio però anche Pier Ferdinando Casini si allinea con le posizioni tenute fino ad ora dagli altri esponenti della Cdl. ''No a governicchi, meglio elezioni subito'' dice da Gerusalemme il leader dell'Udc e sottolinea: ''Abbiamo cercato di lavorare per un atto di pacificazione fra le due parti. Poiché le disponibilità necessarie non sono maturate tanto vale non perdere ulteriore tempo e andare verso le elezioni anticipate perché credo a nessuno servano né governicchi, né pasticci".
E se i presidenti emeriti Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi, - ultimi, insieme a Francesco Cossiga, ad essere saliti sul Colle - non si sbilanciano, l'ex picconatore non ha problemi a ribadire la sua posizione. ''Deve essere fatto di tutto - dice Cossiga al termine del colloquio con Napolitano - per evitare che si vada a elezioni con questa legge elettorale''. Il senatore a vita confessa anche di avere ''fatto dei nomi al presidente Napolitano'' su chi potrebbe assumere l'incarico di formare un nuovo governo a termine e lascia intendere che fra questi vi sia anche il ministro dell'Interno Giuliano Amato.
Beppe Nisa/Italia Estera