Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
28 gen 2008CRISI DI GOVERNO: Domani Napolitano chiuderà le consultazioni

Terza giornata al Quirinale. Il presidente della Repubblica ha incontrato le rappresentanze di Lega, Udc, Prc e An. Domani saliranno al Colle prima Forza Italia e poi il Partito democratico. Napolitano chiuderà  nel pomeriggio il suo giro di colloqui ascoltando gli ex presidenti della Repubblica
 
Servizio di Beppe Nisa
 
ROMA, 28 GEN.  (Italia Estera) - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ripreso le consultazioni per uscire dalla crisi di governo. Non erano attese grosse novità rispetto a quanto emerso nei giorni scorsi con uno scenario ben delineato che vede due partiti che voterebbero subito (Lega e An), uno favorevole ad un governo istituzionale (Prc) e un altro che lo vorrebbe (l'Udc). Domani saliranno al Quirinale Pd e Forza Italia. Il capo dello Stato chiuderà quindi nel pomeriggio il suo giro di colloqui ascoltando gli ex presidenti della Repubblica Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi.

Ultimo a salire al Colle è stato questa mattina il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini. "Il tentativo di dare vita a un governo unicamente per fare la legge elettorale non ha senso, perché in 24 mesi di legislatura sulla legge elettorale si sono registrate solo divisioni", ha detto al termine del colloquio con Napolitano.

"Abbiamo chiesto al presidente della Repubblica - ha proseguito l'ex ministro degli Esteri - di prendere atto della necessità di interrompere la legislatura, di sciogliere le Camere e di ridare la parola al popolo". "L'Italia - ha sottolineato Fini - ha bisogno di un governo con una maggioranza politica, che affronti rapidamente le questioni relative alla sicurezza, al potere d'acquisto dei salari, rilancio della piccola e media impresa. Oggi non c'è alcuna condizione perché in Parlamento nasca un governo con siffatta maggioranza politica".

Da parte sua il segretario del Prc Franco Giordano propone invece un ''governo 'di scopo' a termine, per sbloccare una legge elettorale sull'impianto dell'ultima Bozza Bianco, in grado di contrastare ogni trasformismo''.

Giordano ha sottolineato ''la necessità che tutte le forze di sinistra si presentino unitariamente alle elezioni, indipendentemente dalla legge elettorale''. In relazione alle chiamate alla piazza fatte da Berlusconi e Bossi, il leader del Prc ha anche espresso ''la contrarietà di Rifondazione comunista alle intimidazioni inquietanti nei confronti del presidente della Repubblica''.

Per il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini il Paese ''ha bisogno di un governo di pacificazione tra la gente più responsabile di centrodestra e di centrosinistra. Se non è possibile, allora elezioni subito".

"Noi siamo indisponibili a pasticci, confusioni o trasformismi", precisa Casini al presidente della Repubblica. Aggiunge però: "Se si andrà ad elezioni anticipate ad aprile, in presenza del vigente governo, bisognerà inserire nell'attuale legge elettorale le preferenze, per far scegliere i parlamentari direttamente ai cittadini e non ai vertici di partito".

Sulla stessa linea di An è la Lega Nord . "Elezioni politiche immediate, senza alternativa", proclama Roberto Maroni al termine della consultazione al Quirinale, affiancato dal leader leghista Umberto Bossi, da Roberto Castelli e Roberto Calderoli.

"Nessun sostegno a qualsiasi ipotesi di governo - ribadisce Maroni - abbiamo chiesto che il presidente Napolitano sciolga subito le Camere, senza ritardo, per consentire la formazione di un nuovo governo che affronti le questioni più urgenti che sono sul tappeto e che non possono essere affrontate e gestite da un governo incaricato degli affari correnti e senza una maggioranza". Tra le questioni urgenti, Maroni indica Alitalia e l'emergenza rifiuti a Napoli, nonché le questioni economiche.

L'esponente leghista non dimentica neanche "le nomine nelle grandi aziende, che devono essere fatte a partire da marzo". In tal senso, "abbiamo fatto presente al presidente della Repubblica che non c'è questa urgenza, perché si può procedere anche a fine giugno, e quindi confidiamo che, almeno su questo punto, il capo dello Stato possa convincere l'attuale governo a desistere rispetto ad operazioni che non sarebbero corrette". Ma in un comunicato il portavoce del Governo Silvio Sircana assicura, dopo la richiesta della Lega al Quirinale, che l'attuale esecutivo ''non intende né mai ha inteso procedere'' al rinnovo dei vertici delle società partecipate dal Tesoro, ''tranne le poche di carattere amministrativo che risultassero inderogabili''.

Da parte sua Bossi non ha dubbi: ''Il centrodestra prenderà una montagna di voti''. E aggiunge: "Il mandato esplorativo è una perdita di tempo. La gente vuole il mandato vero". Infine, conferma di essere pronto a scendere in piazza. "Se ci va la Lega, diventa una rivoluzione - sottolinea -. La Lega ha una massa d'urto incredibile. Noi abbiamo le masse, il popolo, che non è così forbito".
 
Il leader del Pd Walter Veltroni  rivendica la scelta del suo partito di andare da solo alle elezioni nel caso in cui si votasse subito, o comunque esclusivamente con alleati con lo stesso programma, e sfida Silvio Berlusconi a fare altrettanto. "Vorrei che Forza Italia - dice - avesse il nostro stesso coraggio. Visto che sono così sicuri di vincere, perché non vanno soli senza allearsi con chiunque?".

Veltroni ritiene di interpretare il pensiero di parte del Paese nel dire che "tre mesi di urla per poi ritrovarsi esattamente come negli ultimi 15 anni, questo sono certo che gli italiani non lo vogliono". E insiste tornando a proporre alle forze politiche un governo di otto, massimo 12 mesi per realizzare le riforme istituzionali e quella elettorale. "C'è una grande opportunità - rimarca - Possiamo fare tutto in pochi mesi per poi non andare a votare tra tre anni, ma tra 8, massimo 12 mesi e con il Paese a posto dal punto di vista istituzionale".

Il segretario del Partito democratico parla in  una conferenza stampa alla sede del Pd convocata per annunciare i dati dell'adesione ai primi 2.500 circoli del partito e coglie l'occasione per ribadire quanto già detto nei giorni scorsi e che domani ripeterà al presidente Napolitano. "Noi potremmo nel corso di pochi mesi, se solo ci fosse intelligenza responsabile - avverte - dare al nostro Paese quello di cui i cittadini sentono il bisogno ovvero meno parlamentari, una sola camera e minor frammentazione per dare sobrietà ed efficienza che l'Italia si merita". Quindi rivolto a chi, come Berlusconi, vuole andare subito al voto, Veltroni aggiunge: "Sento qualcuno che dice: le riforme le facciamo nella prossima legislatura. Ma io mi chiedo, e con me i cittadini italiani, perché non farlo oggi? Sono bizantinismi incomprensibili per gli italiani che chiedono che ora e subito si dia corso a una riforma per un sistema politico più lieve ed efficiente".

Non solo. "Se si dovesse fare un governo di transizione, come mi auguro, l'aumento dei salari e della produttività saranno al centro dell'azione di questo esecutivo" assicura Veltroni, commentando i dati diffusi dal governatore di Bankitalia secondo cui gli stipendi del lavoratori dipendenti sono fermi dal 2000.

Fatto è che "Berlusconi domani andrà al Colle e vediamo che cosa dirà al presidente Napolitano''. Certo, ''noi non abbiamo titoli per forzare ma riteniamo che sia assurdo precipitare il Paese verso il voto anticipato".

"Sono figlio di una cultura istituzionale che ha grande rispetto delle istituzioni - ha spiegato - Nessuno può fare pressione sul capo dello Stato". Quanto invece ai richiami di Bossi e Berlusconi, "in genere - rileva - quando gli uomini politici fanno un richiamo alla piazza questo non è mai un segno di forza e di autorevolezza".

Commentando poi la costituzione dei 2.500 circoli, ''siamo a circa un terzo del lavoro e le persone che hanno ritirato il certificato di adesione sono già il 30% di quelle che hanno partecipato alle primarie. Se il trend continua ci ritroveremo con un milione e 200mila aderenti: un numero incomparabile, straordinario e assolutamente al di là di ogni aspettativa", sottolinea Veltroni ovviamente soddisfatto di questi primi risultati che dimostrano l'interesse che il partito sta suscitando tra gli italiani, "un partito dalle radici profonde e dal carattere lieve", spiega. E Goffredo Bettini aggiunge: "La vicenda dei circoli ci dice che c'è qualcosa di nuovo nell'aria e questa cosa nuova è il Partito democratico".
Beppe Nisa/Italia Estera



 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati