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16 gen 2008Il Ministro Mastella si è dimesso dopo gli arresti domiciliari alla moglie

Il provvedimento è stato disposto dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere per tentata concussione. Il ministro della Giustizia: ''Tra l'amore per la famiglia e il potere scelgo il primo''. Il presidente del Consiglio regionale della Campania: "Sono serena. Mio marito ed io paghiamo l'amaro prezzo per la difesa dei valori cattolici in politica''.

 Servizio di Luciano Lombardini
 
ROMA, 16 GEN. Il Ministro della Giustizia Clemente Mastella ha annunciato le sue dimissioni nel suo intervento alla Camera, in seguito agli arresti domiciliari della moglie Sandra Lonardo  che è  il presidente del Consiglio regionale della Campania. La decisione è del gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e l’accusa é di tentata concussione nei confronti del direttore generale dell'ospedale di Caserta.
 
"Mi dimetto per senso dello Stato, e lo faccio senza tentennamenti" ha  affermato il ministro della Giustizia, in uno dei passaggi del suo intervento. "In fondo - ha proseguito il Guardasigilli - un ministro della Giustizia che non è in grado di difendere la moglie dall'assalto violento ed ingiusto di accuse balorde e non riesce ad evitarle l'arresto non è certo in grado di inquinare prove perché è talmente risibile il suo potere che lo si può lasciare tranquillamente al suo posto"
 
''Mi dimetto perche' tra l' amore della mia famiglia e il potere scelgo il primo''.
 
"Mi dimetto perché, anche dopo la mia dolorosa esperienza, che vada recuperata la responsabilità dei magistrati, sulla scorta della giurisprudenza della Corte di Giustizia del Lussemburgo". "Ho trovato nel corso della mia attività istituzionale - ha proseguito il Guardasigilli - una stragrande maggioranza di magistrati seri e imparziali, ma mi sono imbattuto anche in alcuni che fanno del pregiudizio, soprattutto contro la politica ed i politici, la ragion di vita della loro attività professionale". "Come ci si può però difendere - ha aggiunto il ministro - da questi il cui potere di interdizione, di delegittimazione è senza confini".
 
"Mi dimetto riaprendo la questione delle intercettazioni a volte manipolate, a volte estrapolate ad arte assai spesso divulgate senza alcun riguardo per la riservatezza dei cittadini".
 
Applausi unanimi per il ministro Mastella in aula ; ma è soprattutto il centrodestra a battere le mani per sottolineare i passaggi più significativi del suo intervento. Al termine dell'intervento del ministro, molti deputati dell'opposizione erano in piedi; e sempre dall'opposizione sono arrivati gli applausi più convinti , quando Mastella ha attaccato i magistrati e l'abuso nel ricorso alle intercettazioni. L'applauso più forte, quando Mastella ha detto "non si capisce perché quello che fanno i politici è illecito e quello che fanno i magistrati è sempre lecito". Ad ascoltare Mastella, sul banco del governo c'erano il ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti, i sottosegretari Ricardo Levi e Giampaolo D'Andrea, il viceministro Sergio D'Antoni.
 
Il centrodestra chiede che il presidente del Consiglio Romano Prodi riferisca in Senato, quanto prima, sulla vicenda delle dimissioni del ministro della Giustizia Clemente Mastella, a causa degli arresti domiciliari della moglie Sandra Lonardo. An, Forza Italia e Udc chiedono anche che si sospenda la seduta e si convochi la capigruppo per valutare la situazione dei lavori di Palazzo Madama, visto che il Guardasigilli nel pomeriggio doveva fare l'annuale rapporto sullo stato della giustizia in Italia.
 
Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha telefonato al ministro della Giustizia Clemente Mastella, esprimendogli solidarietà. Al Guardasigilli sono arrivate anche le telefonate dei senatori a vita Giulio Andreotti e Francesco Cossiga oltre a quella del vicepresidente del Csm Nicola Mancino
 
Dal canto suo la moglie del Guardasigilli  Sandra Lonardo, che è  il presidente del Consiglio regionale della Campania, Sandra Lonardo Mastella, ha diffuso una nota in cui si legge:
 
"Apprendo dalla televisione una notizia sconcertante, che sarebbero stati disposti gli arresti domiciliari nei miei confronti per tentata concussione". "Mi sento assolutamente serena, non ho nulla da temere e fornirò all'autorità giudiziaria qualunque chiarimento che mi venga richiesto - ha proseguito Sandra Lonardo Mastella - credo che anche questo è l'amaro prezzo, che insieme a mio marito stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo. Affronto tranquilla anche questa battaglia".

Intanto, dall'entourage del presidente della Provincia di Caserta Sandro De Francisci fanno sapere che il dirigente ospedaliero vittima della presunta tentata concussione non sarebbe trasmigrato dalle file dell'Udeur per avvicinarsi alle posizioni dello stesso De Francisci, negli anni scorsi appartenente al partito di Clemente Mastella, poi confluito nella Margherita e quindi nel Pd.

"Una scelta dei tempi piuttosto sospetta...", sottolinea da parte sua il capogruppo dell'Udeur alla Camera Mauro Fabris. "Predisporre addirittura gli arresti domicialiari - aggiunge - per una vicenda che riguarda la sfera amministrativa e che conosco benissimo perché si tratta di un contrasto che va avanti da anni, mi sembra piuttosto esagerato. Ma mi fermo qua, non voglio commentare oltre...".

Per il vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto, "mai arresto è stato più mirato e a tempo di quello di Sandra Lonardo Mastella. Basti pensare che suo marito, il ministro della Giustizia Clemente Mastella, deve intervenire questa mattina in aula per illustrare la riforma della giustizia''.

Il leader di An Gianfranco Fini sottolinea che "spetta solo alla coscienza del ministro Mastella la valutazione di eventuali conseguenze politiche". "Per la credibilità della magistratura - aggiunge Fini - c'è da augurarsi che vengano rapidissimamente fugati molti e fondati dubbi che sussistono sulla congruità del provvedimento".
 
Gaetano Pecorella, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia alla Camera afferma: "Ancora una volta la giustizia colpisce a orologeria. Proprio nel giorno in cui il ministro della Giustizia avrebbe dovuto illustrare al Parlamento lo stato della giustizia, così riportando in sede politica i problemi della giurisdizione, un magistrato è intervenuto con effetti traumatici sull'intero assetto del quadro politico". "La magistratura - aggiunge - ha mal digerito la riforma dell'ordinamento giudiziario anche per quel che riguarda la priorità della politica nella inaugurazione dell'anno giudiziario: oggi è arrivata puntualmente la risposta".
 
Luciano Lombardini/Italia Estera



 
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