Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
16 dic 2007Guardia di finanza, Il Tar accoglie il ricorso di Speciale


Il comandante generale della Guardia di Finanza aveva contestato la rimozione dall'incarico. Il Tar del Lazio ha però detto no al risarcimento di 5 milioni di euro. Padoa-Schioppa: ''Il governo eserciterà le proprie prerogative''. Fi e An: ''Il ministro si dimetta''. Il legale dell'ex numero uno delle Fiamme Gialle: ''Questa sentenza gli ha restituito le funzioni e l'onore del quale è stato privato in modo inaccettabile''
Servizio di Luciano Lombardini
 
ROMA, 15 DIC.  (Italia Estera) -  Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dal generale Roberto Speciale contro la rimozione dall'incarico di comandante generale della Guardia di Finanza.
 Il giudice amministrativo ha però detto no alla richiesta di risarcimento presentata da Speciale, pari a 5 milioni di euro. Le spese legali, circa 6 mila euro, sono state attribuite al ministero dell'Economia.

Dinanzi al Tar il generale Speciale aveva sollevato la questione della legittimità del decreto con cui il governo lo scorso primo giugno gli aveva tolto l'incarico di comandante generale della Guardia di Finanza.

Un provvedimento seguito allo scontro che Speciale aveva avuto con il viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco e che i legali del generale avevano contestato punto per punto nel ricorso definendo la rimozione lesiva ''sotto l'aspetto dell'immagine, della dignità e della onorabilità professionale''.

Gianluca Esposito, legale del generale della Guardia di Finanza commenta: ''Con questa sentenza il generale Speciale è stato ampiamente soddisfatto. Il Tar lo ha reintegrato nelle sue funzioni, in linea teorica, ripristinando lo 'status quo ante'.  ''Questa sentenza gli ha restituito le funzioni e l'onore del quale è stato privato in modo inaccettabile". ''Quello che conta in questa vicenda è il principio - sottolinea Esposito - e il generale ne ha fatto una questione di principio. Questa sentenza è stata per lui ampiamente risarcitoria''.
 
Il generale Roberto Speciale, in un'intervista al Giornale Radio Rai, commenta così la decisione del Tar del Lazio: al ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa ed al suo vice, Vincenzo Visco, "non ho niente da dire, guardino nel profondo della loro coscienza e vedano quello che hanno fatto".
Della sentenza, spiega l'ex comandante della Guardia di finanza, "sono felice, me lo auguravo, me lo aspettavo, ho sempre avuto e continuo ad avere fiducia nella magistratura, una magistratura che ha letto le carte e mi ha dato ragione, come doveva essere".
Speciale ha sottolineato che a quella scrivania "per la verita' sono solo io, perche' io sono stato reintegrato, adesso dipende da me. Quindi automaticamente il collega (il generale Cosimo D'Arrigo, ndr) decade". Quanto all'idea di tornare in ufficio dice:  "Ci sto pensando, c'e' questo fine settimana. Lo Stato ordina, io obbedisco come sempre".
 
Alla domanda se la sentenza sara' d'aiuto nell'inchiesta in cui il generale e' coinvolto per abuso d'ufficio, Speciale risponde: "credo di si': tutte le infamie che mi hanno riversato addosso si sono dimostrate quello che effettivamente erano: delle falsita', perche' se io fossi il mascalzone che
hanno dipinto, me ne sarei andato da solo".
 
Secondo il Tribunale amministrativo, la rimozione di Speciale dall'incarico di comandante della Guardia di finanza rivela un "eccesso di potere" da parte del Governo. E' una delle motivazioni con le quali il Tar del Lazio ha accolto il ricorso amministrativo dello stesso alto ufficiale per contestare il decreto con il quale il presidente della Repubblica, il 1 giugno scorso, firmò la richiesta di rimozione dalle sue funzioni.
 
L'eccesso di potere, secondo i giudici amministrativi, si può "dedurre dal fatto che le Amministrazioni dapprima propongono il ricorrente per la nomina ad un altissimo ufficio giudiziario (consigliere della Corte dei conti) e appena dopo lo rimuovono dall'incarico fino a quel momento ricoperto per ragioni di seria, se non grave inidoneità al posto".
 
"Nessuno contesta il diritto del governo a sostituire il comandante generale della Guardia di Finanza - commenta l’altro legale di Speciale, Filippo Satta - ma questo si fa secondo regole, procedure e forme consolidate. Si fa con ragione, e invece la vicenda è apparsa come qualcosa di molto strano".

In serata è arrivato un primo commento del ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, che intervenendo in aula alla Camera ha sottolineato come il governo intenda ''esercitare pienamente le proprie prerogative nell'interesse del paese''.

''Le determinazioni del governo, così come l'analisi della sentenza - afferma il ministro - saranno ispirati a tre principi guida: il primo, massimo rispetto per magistratura amministrativa e per le sue deliberazioni; secondo, massima cura e attenzione al corpo della Guardia di Finanza e alla sua esigenza di esercitare in piena serenità, con un chiaro comando, in condizioni di certezza; in terzo luogo, l'intendimento del governo di esercitare pienamente le proprie prerogative nell'interesse del paese''.

Padoa-Schioppa spiega quindi che la sentenza del Tar ''è ora allo studio degli uffici della presidenza del consiglio, del ministero della Difesa, del ministero dell'Economia''. E' quindi ''evidente che non sono ora in grado di anticipare il risultato dell'esame e delle decisioni che il governo prenderà su questa materia''.

Dal centrodestra però parte l'attacco al titolare dell'Economia, 'colpevole' di aver rimosso il numero uno delle Fiamme gialle. Forza Italia e Alleanza Nazionale chiedono le dimissioni del ministro e che il governo riferisca in Parlamento.

''Per la seconda volta l'arroganza del ministro Padoa Schioppa, che con il suo comportamento da dittatorello sudamericano aveva cercato di imporre siluramenti e avvicendamenti ai vertici di organismi militari e aziende di Stato violando la legge e attaccando la democrazia, è stata pesantemente certificata dalla magistratura amministrativa'' dice il vicecoordinatore di Fi, Fabrizio Cicchitto. E aggiunge: ''Dopo la sentenza del Tar, che boccia e censura l'operato del ministro dell'Economia e la politica da regime del presidente del Consiglio, non rimane che una sola strada: le dimissioni di Padoa Schioppa''.

''In altri tempi un militare disonorato come lo è stato Padoa Schioppa sarebbe tolto di mezzo in modo irrevesibile - dichiara Maurizio Gasparri di Alleanza Nazionale -. Noi ci accontentiamo delle sue immediate dimissioni dopo che il Tar ha bocciato la rimozione illegale del generale Speciale. Dopo il caso Petroni un'altra bocciatura per un ministro che rappresenta una vergogna per l'Italia. Va cacciato subito. Intervenga il Capo dello Stato contro i banditi che infestano il palazzo. Via il ministro del malaffare e torni subito Speciale alla guida della Finanza''.

Sempre da Via della Scrofa, Ignazio La Russa chiede che il governo riferisca ''urgentemente''. ''Ho incaricato il vicepresidente del Gruppo di An Edmondo Cirielli di formalizzare tale richiesta. La sentenza del Tar definisce la rimozione del Generale un 'eccesso di potere' da parte del governo. In qualunque altro Paese civile - conclude il il capogruppo di An- tale sentenza porterebbe alle immediate dimissioni del ministro competente''.

Sulla stessa linea infine il presidente dei senatori di Forza Italia Renato Schifani: ''Nel giro di due settimane l'arroganza e la protervia politico istituzionale di questo governo è stata smascherata dalla magistratura che ha confermato l'illegittimità di quegli atti di rimozione che noi avevamo denunziato. A questo punto, mentre ci attendiamo le dimissioni del ministro Padoa Schioppa, è doveroso che il parlamento affronti immediatamente il problema del rispetto delle regole istituzionali e dell'uso delle istituzioni per fini politici del quale l'esecutivo Prodi è triste protagonista della storia del nostro Paese''.

La vicenda aveva provocato dure polemiche anche nella maggioranza: Di Pietro in particolare aveva chiesto a Visco di fare un passo indietro. ''Se il governo ascoltasse di più il ministro Di Pietro, eviteremmo tante brutte figure'' sottolinea lapidario il senatore Nello Formisano, capogruppo dell'Italia dei Valori a palazzo Madama.

Il centrosinistra però difende in larga parte l'operato di Padoa-Schioppa. Per il capogruppo del Pd alla Camera, Antonello Soro, la decisione del Tar non mette in difficoltà il ministero dell'Economia. ''Mi pare di aver letto sui giornali le cronache di uno che andava in vacanza con mezzi dello Stato, cosa che non mi pare appropriata per un servitore dello Stato''. Secondo Roberto Villetti, capogruppo socialista della Rosa nel pugno, ''il governo aveva tutto il diritto di rimuovere il generale Speciale''. ''Non è però la prima volta che una decisione politica viene rovesciata da una sentenza del tribunale amministrativo. Di questo passo -conclude l'esponente del Partito socialista- si andrà a una sempre più frequente invasione di campo tra la sfera politica e quella giudiziaria che non gioverà certo a nessuno''.
Luciano Lombardini/Italia Estera



 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati