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03 dic 2007Si chiamerà ‘Popolo delle Libertà’ la vecchia Forza Italia

Nuovo invito di Berlusconi agli alleati ad entrare ''in questa nuova grande forza che nasce dai cittadini''. Casini: ''Non ci facciamo intimidire e annettere da nessuno", L’invito di Mattioli (An): “ricercare e trovare la via per ricostruire l'unità delle forze politiche della ex Cdl”


ROMA,3 DIC. (Italia Estera) - Si chiamerà 'Popolo della libertà' il nuovo partito fondato da Silvio Berlusconi. Lo ha deciso La maggioranza dei cittadini, 3 milioni secondo quanto riferisce una nota del coordinamento nazionale di Forza Italia, che ha votato ai gazebo azzurri allestiti in tutta Italia. Oltre un milione di loro, secondo il vertice azzurro, avrebbe già dato la propria adesione al nuovo soggetto.
La nota prosegue:"La seconda mobilitazione ai gazebo nell'arco di quindici giorni ha confermato lo straordinario consenso popolare nei confronti del presidente Berlusconi. La partecipazione dei cittadini è andata infatti, anche questa volta, al di là di ogni più ottimistica previsione. Alle 18 di ieri le preiscrizioni al nuovo partito sono state 1.176.000, e hanno dunque raggiunto una quota che, comparata ai 400 mila iscritti di Forza Italia, dimostra che gli elettori hanno compreso e gradito la svolta innovativa di Berlusconi. La nuova forza politica nasce dunque battendo già in partenza il record di iscrizioni nella storia repubblicana, visto che erano più di venti anni che un partito italiano non superava il milione di aderenti".
"Ma, se i dati delle preiscrizioni sono straordinari, la partecipazione al referendum sul nome del nuovo partito è stata ancora più significativa: ben tre milioni di cittadini - spiega via dell'Umilà - hanno infatti votato per scegliere tra 'Popolo della libertà' e 'Partito della libertà'. Con il 53% dei consensi ha prevalso 'Popolo della libertà', che secondo i cittadini affluiti ai gazebo in questa prima fase rappresenta il nome ideale della forza politica destinata a cambiare profondamente la politica italiana. Un partito che nasce dalla volontà popolare e che farà parte della grande famiglia dei Popolari europei".
Alla luce di questi dati Berlusconi si è affrettato a dichiarare: ''I nostri elettori vogliono restare uniti, vogliono che questo governo se ne vada a casa, che si torni presto al voto e vogliono che tutti gli elettori del centrodestra votino insieme per un'unica grande forza dei moderati''.

Ai leader degli altri partiti del centro destra Berlusconi ribadisce che ''non c'è nessuna annessione'' da parte del Ppl, ''perchè in questo movimento tutti partono come gli altri, dallo stesso livello. Anche i loro elettori vogliono l'unità del centro-destra e vogliono far parte di questo nuovo grande movimento di tutti i moderati e di tutti i liberali, cioè di tutti gli italiani che non si riconoscono nella sinistra''.

Agli alleati giunge quindi l'invito ad entrare ''in questa nuova grande forza che nasce dai cittadini'' e ad avere ''il coraggio di dire addio alla vecchia politica degli interessi di parte e di partito, alla vecchia politica dei veti, dei ricatti, dei litigi, dei distinguo, delle verifiche, della discontinuità. Tutti riti -spiega Berlusconi- che gli elettori non possono più sopportare. Si rimettano in gioco anche loro, come ho fatto io, si propongano per la leadership del nuovo partito delle libertà e del popolo delle libertà come farò io, domandino ai cittadini di sceglierli come guida della nuova forza unitaria gettando alle ortiche la vecchia politica''.

''La gente ha capito che questa nuova forza che nasce dal basso puo sconvolgere vecchia politica - prosegue Berlusconi -. Non saranno più i professionisti della politica a decidere tutto, spesso soltanto nei loro interessi e nell'interesse delle loro clientele''.

Quanto ai rapporti con gli alleati, Berlusconi aveva definito la Cdl 'un ectoplasma' ''perchè il male della sinistra, il virus della divisione aveva contagiato anche noi. Nell'ultimo anno e mezzo non sono riuscito a convocare un solo vertice della Casa delle libertà con tutti i suoi componenti, non siamo riusciti a varare la federazione tra tutti i partiti del centrodestra e neppure a dare il via al comitato per l'aggiornamento del nostro programma di governo. Un vero e proprio calvario'' conclude il Cavaliere.

Berlusconi replica così a Pier Ferdinando Casini, che poco prima aveva avvertito: ''Non ci facciamo intimidire e annettere da nessuno". Il leader dell'Udc ha ribadito la propria vicinanza con Gianfranco Fini, ''alleato, amico e leader intelligente''. Casini poco dopo, ospite di Monica Setta nello spazio "Domenica In Politica", torna a rivolgersi al Cavaliere: ''Io credo che quello che e' successo in questi 15 giorni non è stato bello, perchè non si può dire, davanti al fallimento della propria strategia, che la colpa è degli alleati che gli hanno legato le mani. ''Parliamoci chiaro - aggiunge il leader dell'Udc - bisogna avere l'umiltà ciascuno, io per primo, per riconoscere che nessuno è infallibile, che ciascuno fa gli errori, perchè altrimenti finisce per essere uno scaricabarile''.

Da Alleanza Nazionale, il presidente dei senatori Altero Matteoli sostiene che ''l'archiviazione della Cdl, come l'abbiamo conosciuta e vissuta, l'ha determinata Berlusconi''. Al Cavaliere però non sfugge ''l'importanza del tenere uniti gli elettori del centrodestra. In questa fase spetta quindi a lui ricercare e trovare la via per ricostruire l'unità delle forze politiche della ex Cdl, rispettandone le identità e la loro autonomia che nasce dal consenso popolare. Diversamente saremo noi a provarci''.

''Berlusconi chiarisca intanto che tipo di accordo ha stipulato con Veltroni e poi dica su quali valori e programmi auspica che i suoi alleati possano tornare a lavorare insieme per il bene del Paese. Se arriverà una proposta concreta e rispettosa della nostra storia e dei nostri elettori, a parte gli appelli all'unità -conclude Matteoli - la verificheremo ben volentieri''.




 
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